Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
bersani epifani dalema
Il tratto di penna del rottamatore ha mietuto vittime illustri nella direzione del Pd. Sacrificati sull' altare del ricambio generazionale (e politico) sono caduti gli ultimi pilastri su cui il partito dell' era pre-renziana poggiava le sue fondamenta. Romano Prodi ed Enrico Letta, già premier nonché fondatori del Pd, non sono più nel «parlamentino» perché non hanno in tasca la tessera del partito. E poiché dalla Matteo' s list sono usciti per loro scelta D' Alema, Bersani, Epifani e Speranza, con la votazione «bulgara» di domenica la rottamazione può dirsi compiuta.
maria elena boschi gianni cuperlo selfie
L' esclusione di Gianni Cuperlo è un caso. Per gli orlandiani «si è fatto fuori da solo» in vista di una futuribile uscita dal partito. I renziani raccontano invece di un «litigio furibondo» tra Cuperlo e il Guardasigilli, che non voleva mettere dentro il cuperliano Giorgio Merlo. Ma Cuperlo smentisce attriti e prova a chiuderla con una battuta: «Non sono mai stato abile a maneggiare il manuale Cencelli».
E adesso? Il vicesegretario Maurizio Martina spera «che Orlando voglia fare qualcosa per rimediare», il Guardasigilli si dice pronto a lasciare il suo posto a «Gianni» e il presidente di Mdp Enrico Rossi lo aspetta a braccia aperte: «Spero che presto potremo incontrarci di nuovo...».
lorenzo guerini
La trovata di assegnare a un drappello di «millennials» i posti che lo Statuto riserva a venti personalità scelte dal leader, ha bombardato il quartier generale renziano e disperso i «cattodem» che guardano a Guerini e Delrio. Che fine ha fatto Angelo Rughetti? Matteo Richetti resta fuori e così David Ermini e Tommaso Nannicini, tutti in corsa per la segreteria. Guerini c' è, ma resta sospeso tra il Nazareno e una poltrona al governo: ministro o sottosegretario con delega ai Servizi.
BEPPE FIORONI
franco marini
Spariscono le seggiole per gli amici romani del premier, Lorenza Bonaccorsi ed Ermete Realacci. E se l' anima ex Margherita è stata fortemente ridimensionata, un prezzo al new deal renziano lo pagano anche gli ex Ds. Il viceministro Enzo Amendola non c' è. Il presidente Orfini non avrà in direzione il suo braccio destro Francesco Verducci, che ha buone speranze di approdare nel nuovo «esecutivo» di Renzi. Beppe Fioroni ha lasciato spazio a Enrico Gasbarra, ma che fine hanno fatto tanti cattolici ex popolari? Non c' è Franco Marini, già presidente del Senato.
Rosy Bindi era rimasta fuori anche nel 2013, ma ora spariscono i bindiani. Via pure i lettiani di un tempo, come Francesco Sanna. Fuori l' ex ministra Cecile Kyenge, vicina a Martina. L' unico superstite dei veltroniani è Walter Veltroni medesimo, il primo segretario del Pd confinato a pie' di lista dall' ordine alfabetico. Giorgio Tonini accetta con classe il benservito: «Dopo dieci anni è giusto che ci sia un ricambio».
Paola Concia
E se Fassino resiste è perché guidò i Ds, partito fondatore. AreaDem perde pezzi, ma con Franceschini entra la moglie Michela di Biase. Inamovibili i fratelli Pittella, Gianni e Marcello. Nemmeno uno strapuntino invece per l' ex vicepresidente Ivan Scalfarotto e per Paola Concia, protagonisti di tante battaglie per i diritti gay.