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    LE FIAMME DELL'ERGASTOLO - MASSIMO DELLA PENA PER VINCENZO PADUANO, CHE UCCISE E DIEDE FUOCO ALLA SUA EX FIDANZATA SARA DI PIETRANTONIO, IN UNA STRADA DELLA MAGLIANA - ''NON VOGLIO SCONTI DI PENA'', DISSE. MA PER IL PM E LA FAMIGLIA NON SI È MAI PENTITO


     
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    L AUTO DI SARA DI PIETRANTONIO L AUTO DI SARA DI PIETRANTONIO

     

    Bruno Ruggiero per ''Quotidiano Nazionale''

     

    Ergastolo per delirio di possesso. È stato condannato al massimo della pena, così come chiedeva l' accusa, Vincenzo Paduano, la guardia giurata di 28 anni che il 29 maggio 2016 strangolò e diede alle fiamme la sua ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, studentessa di 22 anni, nella zona periferica della Magliana. La sentenza è stata emessa, a conclusione del processo con il rito abbreviato, dal gup Gaspare Sturzo dopo due ore di camera di consiglio. L' imputato doveva rispondere di omicidio premeditato, con le aggravanti dei futili motivi e della minorata difesa, stalking, distruzione di cadavere e incendio doloso.

    SARA DI PIETRANTONIO E VINCENZO PADUANO SARA DI PIETRANTONIO E VINCENZO PADUANO

     

    «Chiedo scusa per quello che ho fatto: non voglio sconti di pena», aveva detto Paduano, nel momento più atteso dell' udienza del 26 aprile scorso. E uno dei suoi difensori aveva spiegato che «con una breve dichiarazione spontanea l' imputato ha manifestato una assunzione di responsabilità che dovrà esser valutata dal giudice».

     

    «È stato semplicemente costretto ad ammettere, davanti a prove evidenti, quello che era successo», ha commentato invece Concetta, la mamma di Sara. Aggiungendo che «si tratta di una sentenza giusta e morale, un primo gradino importante: ho vissuto in apnea per circa un anno, adesso una boccata d' aria fresca. Ma tornerò subito in apnea perché Sara non me la ridarà nessuno». D' altra parte, il pm Maria Fazi, che ha condotto le indagini insieme al Procuratore aggiunto Maria Monteleone, aveva sottolineato come l' uomo non avesse «mai mostrato segni di pentimento per il male fatto».

    SARA DI PIETRANTONIO VINCENZO PADUANO SARA DI PIETRANTONIO VINCENZO PADUANO

     

    I due giovani erano stati insieme per un paio di anni, allontanandosi e riavvicinandosi a più riprese, fino a tre settimane prima del delitto, quando Sara aveva lasciato definitivamente Paduano. Il 28 maggio dell' anno scorso i due si erano visti nel pomeriggio, a casa di lei, avevano parlato. E Sara aveva ribadito che era davvero finita.

     

    Lui, in cuor suo, aveva deciso: se non poteva avere Sara, nessuno l' avrebbe avuta, si trattasse anche di un ex compagno di scuola ricomparso sulla scena dopo le loro crisi ricorrenti. Poche ore dopo, mentre faceva il turno come vigilante all' Eur, Paduano lasciava il servizio e andava sotto casa del giovane che Sara da poco aveva ripreso a frequentare.

     

    sara di pietrantonio sara di pietrantonio

    Lì, aspettava che lei riaccompagnasse in macchina il ragazzo; e, appena ripartita, si è messo in auto sulle sue tracce. Sara inizialmente non si è accorta di nulla, tanto da mandare con il telefonino un messaggio alla madre per confermarle che di lì a poco sarebbe tornata a casa. Pochi istanti dopo, Paduano la affiancava e speronava, costringendola a fermarsi.

     

    I due scendevano e cominciavano l' ennesima discussione. E in questa fase sono stati visti da alcuni passanti. Ma in realtà quelle ultime immagini di apparente normalità dovevano precedere la fulminea aggressione, la presa assassina alla gola della ragazza e il macabro rogo finale (appiccato con una piccola tanica di benzina che lui portava con sé). Alle 5 del mattino, dopo la segnalazione di un automobilista per la macchina in fiamme (quella di Sara), sono intervenuti i Vigili del fuoco, che hanno trovato a duecento metri dalla carcassa del veicolo il corpo semicarbonizzato della giovane.

    VINCENZO PADUANO VINCENZO PADUANO

     

    Dalle indagini era emerso che Paduano tormentava la donna con telefonate continue e di recente l' aveva pedinata. Gli inquirenti hanno analizzato tutte le pagine social riconducibili a Sara, che alle amiche aveva raccontato del suo ex mai rassegnato alla fine della loro storia. Forse non considerava l' uomo pericoloso. Tanto da concedergli fino all' ultimo un colloquio.

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