RAVE PARTY MODENA
Fiorenza Sarzanini per il “Corriere della Sera”
Il blitz potrebbe scattare già questa mattina per liberare un'area che i partecipanti al rave party di Modena non sembrano avere alcuna intenzione di abbandonare. Un modo per «interrompere un evento non autorizzato», ma soprattutto per mandare un segnale chiaro sulle intenzioni del governo e in particolare del ministro dell'Interno.
RAVE PARTY MODENA
«Fermezza e rigore», è questo il messaggio che il titolare del Viminale Matteo Piantedosi vuole lanciare. Anche la scelta dei tempi è stata già pianificata. Mentre le forze dell'ordine tenteranno di entrare nel capannone che si trova a nord della città, lo stesso Piantedosi porterà in consiglio dei ministri un decreto legge che prevede il sequestro e la confisca di tutti i mezzi utilizzati per questo tipo di raduni - dai tir alle apparecchiature per la musica - ma anche sanzioni e Daspo per i partecipanti. È il suo primo atto ufficiale, il provvedimento che segna la linea: intervenire nel momento in cui le cose accadono, o addirittura prima.
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È stata concordata con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e condivisa con il leader della Lega Matteo Salvini, che lo aveva indicato per la guida del Viminale quando ha capito che lui non sarebbe mai riuscito a tornarci. È stata decisa «nel segno di una discontinuità» che Piantedosi intende marcare come del resto si è già visto rispetto alle navi Ong cariche di migranti e alle manifestazioni di piazza.
Lo hanno definito «il prefetto di ferro», anche se lui continua a ripetere che «non è questo il ruolo che voglio avere, perché la mia storia e la mia attività sono sempre stati caratterizzati da azioni che garantiscano il rispetto della legalità ed è questo il perimetro nel quale continuerò a muovermi, rispettando tutti i diritti, anche di chi protesta, purché lo faccia in maniera pacifica». Ma l'atteggiamento interventista lo ha sempre caratterizzato e appare difficile che cambi proprio adesso.
RAVE PARTY MODENA
I raduni illegali Si comincia da Modena, ma il provvedimento che sarà varato oggi dal Consiglio dei ministri riguarderà tutti i raduni non autorizzati. Nell'agosto del 2021, quando fu organizzato un rave in provincia di Viterbo, le forze dell'ordine furono sorprese dall'arrivo di almeno 20 mila persone e alla fine si decise di non intervenire.
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Nella sua informativa alla Camera l'allora ministra Luciana Lamorgese spiegò che «per il raduno che si è tenuto tra il 13 e il 19 agosto, l'azione di forza era controindicata perché lo sgombero dell'area con il ricorso a idranti e lacrimogeni avrebbe creato rischi per ordine pubblico e salute, quindi visto l'alto numero di persone e la presenza di bimbi è stata ritenuta opportuna un'attività dissuasiva». Un atteggiamento che Piantedosi non condivide, come ha dimostrato ieri chiedendo al prefetto di Modena e soprattutto al capo della polizia Lamberto Giannini «un intervento immediato per interrompere l'evento».
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Le intercettazioni Il resto sarà discusso questa mattina durante la riunione a palazzo Chigi. Se è scontata l'approvazione delle norme che impongono il sequestro di mezzi e apparecchiature, così come il Daspo e le altre sanzioni per i partecipanti, più controversa è la parte che riguarda le intercettazioni preventive. Un anno fa il provvedimento messo a punto al Viminale si era bloccato proprio per le perplessità della ministra della Giustizia Marta Cartabia rispetto alla possibilità di intercettare le chat sui canali di messaggistica e poi le utenze di chi organizza questo tipo di raduni.
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Ora dovrà essere il Guardasigilli Carlo Nordio a valutare se questa attività di prevenzione possa essere inserita nel decreto. Le navi delle Ong Non servirà un nuovo decreto, ma anche le decisioni da prendere sull'approdo delle navi cariche di migranti dovranno essere concordate oggi in sede di governo.
Il 26 ottobre scorso Piantedosi ha notificato una direttiva ai vertici delle Forze di polizia e della Capitaneria di porto per informarli che con due note verbali la Farnesina aveva comunicato a Norvegia e Germania, Stati di bandiera della Ocean Viking e della Humanity 1, che l'attività delle due navi non è «in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale».
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Poche ore dopo è arrivata la richiesta di sbarcare in un porto sicuro ma il via libera non è arrivato e anzi non è affatto escluso che già oggi possa essere intimato il divieto di approdo. «Non vogliamo il braccio di ferro» ha fatto sapere Piantedosi, pur consapevole che l'eventuale ordine di blocco rischia di riaprire lo scontro come avvenne quando al Viminale c'era Salvini e lui era capo di gabinetto.
Le proteste di piazza Il timore forte è che quanto accaduto la scorsa settimana alla Sapienza con gli scontri tra polizia e manifestanti possa diventare una regola, soprattutto se le tensioni sociali aumenteranno nelle prossime settimane. Piantedosi lo esclude, ripete che «sarà sempre garantito il diritto di manifestare a chi è autorizzato e a chi lo fa senza utilizzare la violenza». E intanto ha già convocato per questa settimana il «tavolo tecnico» per mettere a punto le misure.
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