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    LE FORZE DI ISRAELE, CHE IERI SERA HANNO SFONDATO E SONO ENTRATE A GAZA, SONO ANCORA NELLA STRISCIA. UFFICIALMENTE L’ESERCITO HA ANNUNCIATO IL MAXI BLITZ DELLA NOTTE COME UNA SEMPLICE “ESPANSIONE DELLE ATTIVITÀ DI TERRA”. IL MESSAGGIO È: QUESTA NON È L’INVASIONE MINACCIATA DA SETTIMANE. MA, ORA CHE SONO DENTRO GAZA, GLI ISRAELIANI PASSERANNO ALLA SECONDA FASE - DIRE CHE NON È L'INVASIONE PROMESSA SERVE A DARE PIÙ FLESSIBILITÀ AL GOVERNO DI NETANYAHU, E ANCHE AGLI AMERICANI, CHE STANNO FACENDO PRESSIONI SU “BIBI” PER PLACARE LA SUA SETE DI VENDETTA-TREMENDA-VENDETTA SUI TERRORISTI DI HAMAS...


     
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    ISRAELE ANCORA NELLA STRISCIA CON SOLDATI E TANK

    attacco israeliano su gaza 3 attacco israeliano su gaza 3

    (ANSA) - Le forze israeliane, entrate ieri sera a Gaza, sono ancora nella Striscia mentre continua l'operazione avviata con le truppe e i tank. Lo riferiscono i media. Il capo di stato maggiore Herzi Halevi - secondo le stesse fonti - attualmente sta tenendo una valutazione della situazione in corso al termine della quale saranno prese decisioni in merito alla continuazione dell'operazione di terra. Sono segnalati scontri con Hamas a Bureji, nella parte centrale di Gaza, e in altre località. Al momento - secondo le stesse fonti - non ci sono vittime né feriti tra i soldati israeliani.

     

    La battaglia di Gaza Israele all’attacco con raid e incursioni

    Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica”

     

    attacco israeliano su gaza 2 attacco israeliano su gaza 2

    Venti giorni dopo il massacro di 1.400 civili da parte delle squadre di Hamas nelle città e nei kibbutz del Sud di Israele, l’Idf entra nella Striscia di Gaza con mezzi corazzati e soldati al calare del buio, quando comincia shabbat.

     

    Gli israeliani attaccano da tre direttrici, da quanto si capisce nelle prime fasi concitate dei combattimenti: da Nord verso Beit Lahia e da Est verso Beit Hanoun e Jabalia, i tre centri abitati minori che proteggono la metropoli di Gaza City, cuore del potere di Hamas con i suoi quartieri densi e il suo sottosuolo attraversato da un reticolo profondo di tunnel, sempre nella metà Nord della Striscia.

     

    incursione forze israeliane a nord di gaza 4 incursione forze israeliane a nord di gaza 4

    […] Il portavoce dell’Idf, Daniel Hagari, annuncia l’operazione come una semplice espansione delle attività di terra, come a dire: questa non è l’invasione che da settimane riempie le pagine dei giornali. Dal punto di vista pratico mette paura, ma permette al governo israeliano di prendere decisioni con molta più flessibilità. Un’invasione non la puoi fermare fino a quando non ottiene qualche risultato, una “espansione delle attività di terra” può essere modulata a seconda di quel che conviene – nel mezzo di una trattativa internazionale per liberare centinaia di ostaggi.

     

     

    attacco israeliano su gaza 1 attacco israeliano su gaza 1

    Può essere che questa manovra aggressiva riporti l’iniziativa nelle mani di Israele, metta pressione su Hamas e favorisca le trattative. Viene il sospetto che lo scopo dei due grandi raid israeliani non annunciati delle notti scorse, con soldati e carri che però alla fine lasciavano il territorio di Gaza, fosse proprio questo: costruire la narrazione di una mera espansione di operazioni già in corso e non dell’invasione che ormai si era caricata di troppi strati di significati politici. Questa volta però i soldati israeliani resteranno dove sono arrivati nella Striscia, è quasi certo.

     

     

     

    la possibile escalation tra israele e gaza la possibile escalation tra israele e gaza

    L’Amministrazione Biden aveva chiesto al premier Netanyahu di rimandare l’invasione […] e il governo dell’Iran aveva minacciato ritorsioni […], ma almeno dal punto di vista formale la situazione è ancora ambigua […]. I generali israeliani da giorni chiedevano a Netanyahu il contrario, e quindi di ordinare l’attacco di terra, perché come ha detto una fonte anonima dell’esercito alla stampa «non possiamo stare seduti sui pollici per sempre».

     

    […] Il piano potrebbe essere fermarsi ai primi centri abitati senza muovere verso il bersaglio più ambizioso e difficile, Gaza City. Mark Regev, portavoce del primo ministro Netanyahu, dice che «stasera comincia la svolta, Hamas sentirà la nostra rabbia. E Gaza sarà diversa». Per oggi il presidente turco Erdogan ha convocato una manifestazione di massa nelle strade del Paese a sostegno dei palestinesi.

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