Estratto dell’articolo di Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”
OMAR - BAMBINO ISRAELIANO UCCISO DA HAMAS
L’alba della sua morte, il 7 ottobre, Omer probabilmente stava ancora dormendo nel kibbutz di Nir Oz. Chissà che cos’ha visto, sentito, patito: è scappato nel rifugio e forse i terroristi di Hamas hanno ammazzato Yoanatan e Tamar — «papà, mamma!...» — e le due sorelline, «Shachar, Arbe!...», prima che toccasse a lui. A 4 anni, non capisci che cosa ti sta succedendo: il bunker è stato incendiato, il corpo di Omer era totalmente bruciato e ci sono voluti giorni, per identificarlo.
Quattro giorni dopo e 23 km in là, dentro Gaza, è toccata a un altro bambino: la stessa età di Omer e quasi lo stesso nome, Omar, che giocava davanti alla casetta di Zeitoun quando gli aerei israeliani l’hanno sepolto sotto le macerie. Suo fratello Majd era con lui: sotto choc, ha raccontato al papà d’aver solo visto esplodere la casa dei vicini ed essere stato investito, senza riuscire a far nulla per il piccolo.
OMAR - BAMBINO PALESTINESE UCCISO A GAZA
Non basta ucciderli, i bambini di questa guerra. Li torturano, li bombardano, li polverizzano, li sventrano, li ustionano, qualcuno ha raccontato che li hanno pure decapitati. E dopo, nemmeno questo basta: si dice che ne sono morti più di quattromila? L’ordine è minimizzare, dubitare delle cifre, nascondere.
Si mostrano le loro ferite, i loro sguardi inebetiti, le loro facce sbiancate dalla polvere e dal terrore? Ma no, controlliamo bene, chi l’ha detto che sono immagini vere… A Omer e Omar, il bimbo israeliano e il bimbo palestinese, è andata anche peggio. Non cercate le loro tombe: i becchini dei social hanno stabilito che quei due bambini non esistono. Che non sono mai morti. E che le loro foto con le zazzere, no, sono tutta un’invenzione.
Quand’è uscita l’immagine di Omar morto in braccio al babbo, che si chiama Al Banna, su X è arrivato subito il commento velenoso d’un account israeliano: «Non cadete nell’imbroglio. Non è un bambino vero, è una bambola!». Si sa com’è la diceria dell’untore d’Internet: dalla Francia all’Austria, fino in India, il tam tam ha replicato la balla all’infinito, facendo credere davvero che Omar fosse un’invenzione della propaganda di Hamas.
incursione forze israeliane a nord di gaza 3
La stessa cosa, in parallelo, per Omer: troppo struggente la foto di quella famiglia felice, i Siman-Tov, troppo perfetto quel bimbo biondo, «sembra una foto pubblicitaria — ha commentato qualche arabo — è di sicuro un attore pagato!». E perché? «Perché Hamas non uccide i bambini», «non ci sono prove», «la propaganda ebraica dà il suo meglio»… C’è qualcosa di peggio d’aver un figlio morto: che te ne uccidano anche il ricordo. […]
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