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Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera - Roma”
L’ultima volta per incastrare i ladri c’è voluto l’esame del Dna. Sono stati traditi dalle tracce di saliva rilevate dalla polizia scientifica sulle bottigliette d’acqua che si erano portati nei cunicoli sotto viale Europa, all’Eur, dove avevano rubato sette quintali e mezzo di rame della fibra ottica, causando un danno alla telefonia cellulare nel quartiere che ha coinvolto più di 3.500 residenti.
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Disservizi quantificati in oltre 100 mila euro, molto di più di quanto i tre malviventi, poi bloccati dalla polizia, avrebbero incassato rivendendo l’oro rosso. Ed è proprio questo l’aspetto peggiore dell’ondata di furti di rame che dal gennaio 2021 affligge di nuovo la Capitale.
Non solo quelli commessi nelle diramazioni ferroviarie, ma quelli che colpiscono i gestori telefonici: solo Tim ha registrato 24 eventi in un anno e mezzo, con la sparizione di oltre cinque chilometri di cavi.
Fra le centrali più colpite ci sono quelle di Prati con sette episodi, Ponte Lungo e Belle Arti con cinque più cinque. Ma ce ne sono stati altri quattro all’Aventino, e poi ancora a Marconi, sull’Appia, a Marconi e Isola Sacra, fra Ostia e Fiumicino.
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Il fenomeno è sentito al punto che l’azienda ha messo in campo apparecchiature altamente tecnologiche rinforzando allo stesso tempo la vigilanza per contrastare i raid. Ma il quadro è comunque complesso e rispetto al passato i numeri sono in aumento.
E i danni non coinvolgono solo le telco, ovvero le aziende di telecomunicazioni, ma anche quelle di contorno, a cominciare dal settore trasporti e manutenzione, per colpire infine gli utenti, che siano singoli, privati o società, e anche enti pubblici.
Insomma, un disastro, causato da bande di ladri che fino a qualche tempo fa erano soprattutto composte da persone provenienti dall’Est Europa, ma che adesso sono sempre più spesso italiane, come dimostra proprio quanto accaduto all’Eur nelle settimane scorse.
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I gestori sono corsi ai ripari, come Tim che ha affidato la prevenzione e il contrasto di atti illeciti alla direzione Chief Public Affairs & Security office, mentre, vista la rilevanza del fenomeno, già da anni è attivo presso il ministero dell’Interno l’Osservatorio nazionale sui furti di rame, al quale hanno aderito il Dipartimento di Pubblica sicurezza, l’Agenzia delle Dogane e le principali società di telecomunicazioni, proprio come la Tim.
Che con il suo personale di sicurezza ha fatto scoprire due ladri in un tombino in via Appia Nuova il 4 giugno scorso, poi fermati in auto dalla polizia a Decima-Malafede, e prima ancora – a marzo – altri due a Belle Arti, bloccati dagli agenti in via della Maglianella: in totale avevano rubato oltre sei quintali di rame.
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