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    ULTIME DA FARSA ITALIA – L’ASTRO NASCENTE SARDONE È PROPRIO UN BEL TIPINO - ALL’AGENZIA DELLA PROVINCIA DI MILANO CHE PRESIEDE, LA VISPA RAGAZZA SI È DATA UNA CONSULENZA DA 25MILA EURO E PRETENDEVA CHE NON FOSSE VERBALIZZATA DAL CDA


     
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    Emilio Randacio per “la Repubblica - Milano

     

    Oggi la indicano come l’astro nascente del «cerchio magico» intorno a Silvio Berlusconi. Silvia Serafina Sardone, classe 1982, milanese doc, di strada all’interno di Forza Italia ne ha già fatta molta. E’ componente della segreteria regionale forzista, oltre ad aver già inanellato una serie di incarichi pubblici di nomina politica. Attualmente lavora per la società Serravalle, ma in passato ha coperto, nonostante la giovane età, anche incarichi importanti in Afol, l’Agenzia per la formazione lavoro creata dalla giunta provinciale del presidente ex forzista, Guido Podestà, sui cui risultati, in passato, è sorto più di un interrogativo.

    silvia sardone con berlusconi silvia sardone con berlusconi

     

    É proprio appena seduta sulla poltrona del cda Afol che Sardone inizia a imbattersi nei primi guai. Nel giugno 2011 viene ascoltata come testimone in procura per la nomina del direttore generale dell’agenzia, Luigi Degan. Il pm Paolo Filippini scopre che Degan non ha i titoli per quel posto. Sardone, a verbale, sostiene di non averlo favorito in alcun modo e afferma di conoscere Degan solo per i suoi meriti accademici. Il pm a quel punto estrae una serie di tabulati telefonici in cui emergono contatti anche nel cuore della notte con Degan, e la testimone Sardone è costretta ad ammettere di conoscerlo da tempo.

     

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    Un comprensibile inciampo? Nel 2013 a puntare direttamente il dito contro colei che nel frattempo è diventata il presidente del cda, è il collegio dei revisori dei conti di Afol. Analizzando quelle che battezzano come «criticità contabili ». Nel mirino, questa volta, finisce una consulenza «di 25mila euro lordi», percepita dalla stessa esponente di Forza Italia. Un contratto, ulteriore rispetto a quanto otteneva Sardone per il suo ruolo di manager.

     

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    «Il collegio esprimeva le proprie riserve in merito a tale operazioni». Anche questa una svista? Così non sembra scorrendo ancora l’atto di denuncia dei revisori. «La Sardone - scrivono ancora - a partire da agosto 2012 esercitava ripetute pressioni, in privato e fuori dalle sedi proprie istituzionali, nei confronti di un membro del Collegio e volte a che fosse omessa la verbalizzazione del suo contratto». Non basta. Secondo la denuncia dei revisori, «il 29 ottobre 2012, in Afol e in apertura del consiglio di amministrazione, il presidente Sardone proponeva “fuori verbale”, ai revisori presenti di rimuovere le loro riserve sul suo contratto con Afol offrendo di modificare il verbale del Cd Afol del 10 ottobre, sul compenso dei revisori».

     

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    La conclusione del Collegio è al veleno contro la presidente Sardone, che per «le illegittime modalità con le quali svolge e fa svolgere i consigli di amministrazione Afol, denota scarsa conoscenza delle regole che presiedono al corretto funzionamento del primario organo di governo di un’azienda».

     

    La conclusione di quelli che sono i «custodi» dei bilanci di una società», nell’aprile del 2013, è perentoria e significativa: «A nostro giudizio Afol è gestita male ed è amministrata peggio».

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