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Estratto dell'articolo di Simona Siri per “la Stampa”
La tentazione è stata forte, racconta Charlie Brooker – creatore di Black Mirror – alla rivista Empire. Nel progettare la sesta stagione – ora su Netflix – racconta di aver giocato un po' con ChatGPT. «[…]Tutto ciò che ChatGPT ha fatto è stato cercare tutte le sinossi degli episodi dii Black Mirror e farne una specie di poltiglia, senza nessun vero pensiero originale».
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Essendo una serie che racconta il nostro rapporto con la tecnologia, era inevitabile che il tema dell'intelligenza artificiale venisse in qualche modo affrontato. Alla fine Brooker lo fa a modo suo, […] nel primo episodio – Joan Is Awful – dove la tendenza verso l'automazione è raccontata nel suo rapporto con l'industria dell'intrattenimento, proprio mentre il sindacato degli sceneggiatori americani – la Writers Guild of America – celebra più di un mese di sciopero e protesta contro i salari troppo bassi e contro la paura di essere rimpiazzati da un tipo di intrattenimento automatizzato, generato dalla intelligenza artificiale.
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Non a caso Netflix, il servizio di streaming che trasmette Black Mirror, è uno dei maggiori obiettivi […] In Joan Is Awful si chiama Streamberry, […] Sfruttando una clausola nascosta sepolta in profondità nei termini e nelle condizioni che ci accettano al momento della sottoscrizione, Streamberry/Netflix trasforma la vita vera di una spettatrice – Joan, appunto – in intrattenimento, in una meta-serie in cui Joan è interpretata da Salma Hayek, o almeno così sembra.
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In realtà, come si scopre più avanti, quella sullo schermo non è Hayek, ma una versione digitale che l'attrice ha concesso in licenza per l'uso a Streamberry. L'intera storia è un'opera di CGI animata da un supercomputer, […] «Quello che succede al personaggio del titolo è assolutamente ridicolo – ha scritto Salon – o lo sarebbe, se il deepfake di Tom Cruise non avesse già conquistato Internet».
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Come a dire che non stiamo parlando di futuro, ma di presente, ci stiamo già vivendo dentro. Ulteriore dimostrazione: le polemiche nate attorno alla serie Secret Invasion (su Disney+) […] diretto da Ali Selim: è stato lui, in un'intervista, a svelare l'utilizzo dell'Intelligenza artificiale per la creazione dei titoli di testa, ammettendo di non aver neanche capito bene come funzionava.
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[…] Una decisione che molti, tra fan e operatori del settore hanno attaccato, considerando anche che lo sciopero degli sceneggiatori in corso a Hollywood ha fra i punti di lotta proprio la difesa del lavoro umano. Travolta dalle critiche dei fan Marvel, la società che ha curato le sequenze iniziali – Method Studios, candidata agli Oscar per gli effetti speciali in Top Gun: Maverick – è dovuta correre ai ripari.
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[…] ha dovuto aggiungere in fretta e furia che «l'intelligenza artificiale è stata solo uno strumento tra la gamma di set di strumenti utilizzati dai nostri artisti. Nessun lavoro di artista è stato sostituito incorporando questi nuovi strumenti, che hanno completato e assistito i nostri team creativi». Come a dire: non abbiamo licenziato nessuno. Per ora l'uomo è ancora necessario. Sì, ma fino a quando?
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