Riccardo Crivelli per gazzetta.it
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La terra rossa non è la sabbia di Ocean Drive delle mille stories su Instagram e il cielo non è quello di Aruba che illuminò lo shooting fotografico per il numero sui costumi di Sports Illustrated. Dentro il campo numero uno, alle cinque della sera, Eugenie Bouchard deve tornare dopo più di due mesi a fare quella cosa che ormai le riesce piuttosto difficile: giocare a tennis. Non la si vedeva con una racchetta in mano dal 19 marzo, quando perse al primo turno delle qualificazioni di Miami.
Qualche giorno dopo, la canadese annunciò che si prendeva una pausa indeterminata dall’agonismo per guarire da un infortunio serio agli addominali, ma in molti lo interpretarono come il segnale di un ritiro imminente.
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E invece rieccola di nuovo, Genie, maltrattata dall’ucraina Tsurenko eppure convinta di poter recuperare un posto al sole dopo quattro anni di stenti sostanzialmente autoimposti: «Sto per vedere la fine del tunnel dopo tanti guai fisici, devo lavorare molto sul servizio che mi ha completamente abbandonato in questo match, però dato il contesto sono felice. E poi è stato meraviglioso riprovare le sensazioni della gente che tifava per me».
Eccolo, il centro del mondo della Bouchard che ha finito per inghiottirla, trasformandola da superba promessa a pin up con la carriera da giocatrice in fondo ai pensieri: la ricerca continua della popolarità, i social trasformati nella grancassa di una vita da star sbattuta in faccia ai follower (sono due milioni, su Instagram) 24 ore su 24.
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Vita da film Eppure nel 2014, mica un secolo fa, la ventenne Eugenie giocava la finale di Wimbledon (persa con la Kvitova) e saliva al numero 5 della classifica, confortando i vaticini di chi, vedendola da junior, le aveva pronosticato le vette del ranking. Ma quell’ascesa vertiginosa, accompagnata ovviamente da sponsorizzazioni milionarie, è stata anche la sua condanna: bella come una miss, si è ritrovata come la Kournikova dieci anni prima a dover gestire una carriera duale, sportiva e glamour allo stesso tempo. Solo che la russa, ai tempi, non aveva la Rete per amplificare l’appeal. Invece la Bouchard (e chi la affianca) in quel mare ci ha subito sguazzato benissimo.
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TWEET E SUPER BOWL— Nel 2017, grazie a un semplice tweet, rende celeberrimo il nerd John Goehrke, con cui aveva scambiato opinioni sul Super Bowl: il loro primo appuntamento a cena, ovviamente combinato, diventa un evento di portata mondiale, supportato dai consiglieri di lei che vogliono cavalcare la storia della tennista famosa che frequenta un ragazzo del popolo. E poi ci sono le voci di una liason con l’altro celebre canadese Justin Bieber e i servizi di moda, mentre la classifica precipita (crolla fino al numero 194, adesso è tornata 77). Eppure i tornei continuano a pagarla per averla in tabellone (a Monterrey la accolgono con i fiori all’aeroporto) perché comunque fa vendere i biglietti. I battutisti, sulla presenza a Parigi, si sono scatenati: è qui per i 46.000 euro del primo turno, così si compra un altro bikini. Semplicemente, Genie ha voluto far vedere che esiste ancora. Da tennista o da modella, ancora non si sa.
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