Estratto dell’articolo di Rosario Di Raimondo per “la Repubblica”
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«Quella mattina mi sono svegliato presto per andare a lavorare, come sempre. Ero sotto la doccia, mia figlia è arrivata e ha urlato: “Papà, papà, Sara (nome di fantasia, ndr ), non si sveglia più. Sono corso in camera sua, le ho fatto il massaggio cardiaco per dodici minuti mentre ero al telefono con il 118, ho cercato di salvarle la vita...».
Ma non è bastato. Adesso non si dà pace A., 62 anni, professionista di Monza. Lascia il reparto di neuropsichiatria infantile dov’è ricoverata sua figlia, raggiunge il parcheggio, sale in macchina ma prima di partire si sfoga. […]
Che cosa ricorda di quella domenica sera?
«Abbiamo cenato insieme: io, mia figlia e la sua amica, che si era fermata da noi già da venerdì. Ricordo che abbiamo mangiato le lasagne. Alle dieci di sera loro sono andate in camera».
L’indomani mattina, lunedì, sua figlia le chiede aiuto.
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«Mi sono svegliato alle 5,30 per andare a lavorare, sono andato a fare la doccia. Arriva mia figlia e mi dice: “Papà, papà, Sara non si sveglia più».
Lei cos’ha fatto in quel momento?
«Dopo che mia figlia mi ha chiamato sono corso dalla ragazza. Ho sentito che era ancora calda, l’abbiamo sfilata dal letto e mi sono messo a farle dodici minuti di massaggio cardiaco mentre chiamavo il 118. Ho cercato di salvarle la vita. Ho fatto il possibile ma non ci sono riuscito».
Perché avevate degli psicofarmaci in casa?
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«Mia figlia ha perso la mamma di recente. È seguita da uno psichiatra. Io avevo dei farmaci in casa, erano di mia moglie, tutti prescritti e acquistati regolarmente. I farmaci che stava usando mia figlia, invece, erano custoditi nel suo cassetto. Ma quelli che usava lei erano roba blanda, un prodotto banale che si usa per dormire».
Secondo lei cosa è successo?
«Forse la ragazza ha bevuto quei farmaci. Ma lo stesso psichiatra di mia figlia ha detto: neanche se beveva tre boccette, mischiate all’alcol, moriva. Io non lo so cos’è successo, magari aveva altri problemi e non lo sapevo. L’autopsia chiarirà tutto».
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Adesso anche sua figlia è ricoverata.
«Viene fuori da una situazione particolare di dolore, stava iniziando a stare meglio. Ora è un casino. Lunedì mattina siamo corsi in ospedale prima di tutto per vedere come stava la sua amica. Quando ho saputo che era morta, ho chiamato la psichiatra che segue mia figlia. Mi ha detto: “La faccia ricoverare subito”. […]».
[…] Cosa è stato detto di non vero?
«Che c’è stato una sorta di “festino”. Mia figlia in corpo non ha cannabis né alcol, niente. Quando esce con gli amici una birretta se la fa ma finisce lì. Chiedete in ospedale, non c’è un parametro che non vada bene nel sangue. […]».
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