Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Il 2024 metterà alla prova l’impegno dell’Unione europea a sostenere l’Ucraina […] Perché l’esercito di Kiev ha una necessità impellente: servono munizioni, milioni di pezzi di artiglieria per sostenere un’intensità di fuoco che in Europa non si vedeva dalla seconda guerra mondiale […] L’esercito ucraino sta consumando ogni giorno fra 6mila e 8mila pezzi di artiglieria da 155 millimetri (15,5 centimetri) di diametro, quelli lanciati tipicamente da carri armati come i Leopard, da cannoni mobili come gli obici di fabbricazione europea, britannica o statunitense.
PEZZI DI ARTIGLIERIA DA 155 MILLIMETRI
Ognuno di quei proiettili ha un costo di fabbricazione medio di quattromila euro in Occidente e senza di essi la guerra di trincea lungo gli oltre mille chilometri del fronte, semplicemente, non è sostenibile. Ma, per una lunga serie di esitazioni, avarizie ed errori di calcolo, i governi europei sono sul punto di venir meno all’impegno di fornire a Kiev un milione di pezzi da 155 millimetri entro marzo prossimo.
[…] Per sostenere la guerra, l’Ucraina ha bisogno di circa due milioni di pezzi di artiglieria l’anno a un costo di produzione in Occidente di circa 8 miliardi di euro. Eppure la capacità produttiva statunitense dei proiettili da 155 millimetri, pur aumentata, non supera le 300 mila unità all’anno; e l’Unione europea ha fornito a Kiev negli ultimi nove mesi appena la metà del milione di colpi che si è impegnata a inviare entro marzo prossimo.
PEZZI DI ARTIGLIERIA DA 155 MILLIMETRI
Nel frattempo la Russia ha fortemente aumentato la sua capacità nell’industria di guerra riconvertendo i suoi impianti industriali con turni di 24 ore su sette giorni, anche perché dispone direttamente di materie prime a basso costo quali l’energia o l’acciaio. E la Corea del Nord ha venduto a Mosca una partita di artiglieria da 350 mila pezzi — una quantità superiore alla capacità produttiva di un anno degli Stati Uniti — suscitando domande sul ruolo della Cina nel fornire armi a Mosca dietro la copertura del regime di Pyongyang.
Il ritardo dell’Europa nella forniture sembra avere varie spiegazioni. La più sconcertante è nel fatto che […] le imprese europee della difesa continuano a vendere la loro produzione di artiglieria verso Paesi terzi diversi dall’Ucraina. Da prima della guerra, vari grossi operatori dell’industria europea avevano già ordinativi preesistenti con l’Arabia Saudita, con gli Stati Uniti e altri committenti.
PEZZI DI ARTIGLIERIA DA 155 MILLIMETRI
E ora quelle forniture non vengono sospese, in modo da dare priorità all’Ucraina, perché i governi del continente non si offrono di coprire le penali a carico delle imprese in caso di mancato rispetto dei contratti. Nessuno sa con certezza quante munizioni defluiscano per questo fuori dall’Europa, ma si stima circa la metà di una capacità produttiva da un milione di pezzi da 155 millimetri all’anno.
[…] dall’inizio della guerra, l’industria europea ha aumentato la produzione di artiglieria di circa il 30%. Ma per un’ulteriore crescita ormai servirebbero nuovi impianti e le imprese non investiranno per aprirli fino a quando non avranno certezze sugli ordinativi per vari anni a venire, dopo il conflitto ucraino. Un nuovo stabilimento costa almeno 40 milioni di euro e rischia di restare inutilizzato non appena le armi taceranno nel Donbass. […]
PEZZI DI ARTIGLIERIA DA 155 MILLIMETRI