Valentina Errante per "il Messaggero"
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«Madonna, lo Stato italiano è incredibile, praticamente vuole essere fregato». Era questo il manifesto dell'associazione a delinquere scoperta a Rimini dalla Guardia di Finanza, un'organizzazione che in sei mesi, attraverso una galassia di società fantasma intestate a prestanome, era riuscita a ottenere con i bonus edilizi e i Ristori Covid, 440 milioni di euro in crediti di imposta.
Soldi finiti all'estero, in Germania, Regno Unito, Portogallo e poi a Dubai, o reinvestiti in cripto valute, lingotti d'oro e orologi. La regia della maxitruffa, sui soldi stanziati dallo Stato per aiutare le imprese in difficoltà dopo la pandemia, era a Rimini e il veicolo erano le agevolazioni dei bonus locazione, sismabonus e il bonus facciate, ma le filiali erano in tutt' Italia.
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Le indagini sono ancora in corso, sono 38 le misure cautelari notificate ieri su richiesta dal sostituto procuratore di Rimini Paolo Gengarelli, 78 gli indagati. Le verifiche lampo, partite nel luglio 2021 dal fallimento di un'azienda, hanno spinto i militari in tutt' Italia, dal Trentino alla Sicilia, passando per il Lazio.
L'ORDINANZA
Le intercettazioni lasciano pochi margini ai dubbi e tornano alla memoria le parole pronunciate da Francesco De Vito Piscicelli la notte del terremoto dell'Aquila: questa volta è il Covid ad avere portato vantaggi economici.
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«Quelli Milano, oggi si mettono a Dubai..Non ne hai idea di quanti c..di soldi hanno fatto, non sanno più dove andare ad aprire i conti correnti in giro per il mondo per mettere i soldi, ma noi ci stiamo dietro.... ci stiamo dietro, a ruota stiamo andando, però dobbiamo stare attenti».
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Con l'impiego di «cashdog», cani che fiutano il denaro contante, ieri, durante le perquisizioni i militari hanno trovato trolley pieni di banconote. L'associazione, finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, al reimpiego e autoriciclaggio, ha portato otto persone in carcere e quattro ai domiciliari. Un sistema che il gip Manuel Bianchi definisce «ludopatia da reato».
Per i pm Nicola Bonfrate era promotore e capo dell'associazione, al suo fianco Imane Mounsiff, cittadina di origine marocchina, quindi il commercialista riminese, Stefano Francioni e altre cinque persone considerate dagli investigatori i «piazzisti e venditori» nelle varie Regioni, che recuperavano società in difficoltà economica per la creazione di falsi crediti di imposta. In tutto, finora, sono 116 quelle individuate.
PERSONE ANZIANE
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«Mi servono società, anche società al lacero, anzi meglio, che sono al lacero - dice Bonfrate in un'intercettazione - bisogna avere persone fidate, persone anziane». E un altro indagato parlando delle procedure per ottenere i crediti: «Noi in quanto tempo lo facciamo? In una mangiata di un panzerotto. Nello studio, la scrivania è enorme. Lavorando, lavorando, panzerotti, panzerotti e abbiamo finito insieme».
Lo scorso 11 ottobre, Bonfrate avvertiva che bisognava impiegare anche la notte: «In quindici giorni amma' carica' cinquanta milioni, tre persone che ci lavorano..si mettono pizza, panini, birra patatine, sul tavolo. Quando diventa un business diventa un lavoro, o si fa o si fa».
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Bonfrate gestiva e incoraggiava i suoi soci parlando dei profili delle aziende da caricare sulla piattaforma dell'Agenzia delle entrate: «Sono società, sono sei, sette e sono tutti generati su fabbricati e condomini, sono tutti condomini che si fa presto, perché si moltiplicano le particelle velocemente. Ora ne abbiamo altre quattro, queste quattro le fermo... caricheranno un milione. Un milione e due a testa e carico le altre fino al 12 novembre, poi faremo 11 dicembre».
IL MECCANISMO
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Una volta individuate le società si sceglievano i bonus: con la simulazione dell'esistenza di crediti di imposta generati tramite inserimento della comunicazione nel portale dell'Agenzia delle Entrate per interventi di natura sismica o edilizia mai effettuati su unità immobiliari esistenti. Allo stesso modo si riscuotevano i crediti per locazioni, inesistenti, di immobili adibiti ad aziende.