Antonio Massari e Valeria Pacelli per il “Fatto quotidiano”
Palamara
Si doveva spiegare a Francesco Lo Voi che era meglio fare un passo indietro, nella corsa per la Procura di Roma, perché non avrebbe avuto i voti delle diverse correnti e correntine del Consiglio superiore della magistratura per poter vincere sugli altri candidati. È questo il contenuto di una delle conversazioni che emergono dalle carte della Procura di Perugia che indaga su Luca Palamara, l'ex presidente dell' Associazione nazionale magistrati (Anm) e sostituto procuratore a Roma, ora accusato di corruzione.
francesco lo voi 1
Le mire di Palamara (con magistrati e politici) potevano restare nel buio pesto delle trame delle nomine - come avvenuto peraltro finora - se non fosse per il trojan (un software capace di intercettare anche le conversazioni ambientali) installato dalla Procura di Perugia sul cellulare di Palamara. "Dobbiamo dire a Lo Voi che non ha i voti, quindi è meglio se si ritira", è la sostanza di una delle conversazioni captate. Non sappiamo se la pressione sia mai arrivata. Di certo, Lo Voi non si è ritirato. Quella su Lo Voi è una delle conversazioni contenute nelle carte dei pm perugini ora inviate al Csm, che da questa storia ne esce azzoppato.
PAOLO IELO
Si è già dimesso Luigi Spina (indagato per favoreggiamento e rivelazione di segreto a Perugia), mentre altri quattro consiglieri si sono autosospesi perché - anche se non indagati - avrebbero partecipato a riunioni in cui si discuteva della nomina del futuro procuratore capo di Roma. Era un argomento di interesse anche della politica. Agli atti ci sono pure incontri tra Palamara, l'ex sottosegretario Luca Lotti e Cosimo Maria Ferri, storico ras della corrente di Magistratura indipendente e parlamentare Pd.
Tutti interessati a ciò che doveva avvenire a Roma, dove Lotti ha avuto qualche guaio: per lui infatti è stato chiesto il rinvio a giudizio nell'ambito di un filone dell' indagine Consip in cui è accusato di favoreggiamento. E il pm titolare di questa inchiesta è Paolo Ielo. Lo stesso contro il quale si scagliava Palamara per quelle carte inviate a Perugia in cui si raccontavano i suoi rapporti con l'imprenditore Fabrizio Centofanti e i weekend da quest' ultimo pagati. Palamara contro Ielo usa un esposto scritto dal pm Stefano Rocco Fava in cui "venivano segnalate 'asserite' anomalie commesse" da Ielo ma anche da Pignatone.
luca palamara
È l'esposto rivelato dal Fatto e da La Verità che riguarda presunte ragioni di astensione in una particolare indagine in capo a Pignatone e Ielo per gli incarichi che sarebbero stati assunti dai due fratelli dei magistrati. Accuse che i pm di Perugia bollano così: "Circostanze allo stato smentite dalla documentazione sin qui acquisita".
Anche Fava è indagato a Perugia, ma per favoreggiamento e rivelazione di segreto. In ogni modo, proprio "l'esposto di Fava - scrive la Procura di Perugia - nell'intendimento di Palamara sarà suo strumento per screditare" Ielo. Dell' esposto si parla anche il 9 maggio. Ci sono Spina, Ferri, Lotti e Palamara. Spina, è scritto negli atti, "comunica che all' esposto di Fava è allegato un cd che sarebbe stato secretato".
FABRIZIO CENTOFANTI
Ieri Palamara ha consegnato ai pm perugini una memoria, con allegato "ogni movimento bancario": "Intendo prima dimostrare che non sono un corrotto - ha detto ieri il magistrato -. Poi chiarirò i miei rapporti con Cosimo Ferri, Luca Lotti e altre persone con le quali, viste le cariche che ho ricoperto dal 2008 in poi, ho avuto frequentazioni. Non sono mai stato eterodiretto da nessuno nelle mie scelte".
Ma Palamara non manca di mandare un avviso ai naviganti: dice d' aver "avuto rapporti di amicizia e frequentazione esclusivamente con Fabrizio Centofanti". Amicizia - continua il pm - che l' imprenditore "peraltro ha anche con importanti figure di vertice della magistratura ordinaria e amministrativa".
LUCA LOTTI MATTEO RENZI