Rita Querzè per il “Corriere della Sera”
LAVORATORI CON MASCHERINE
Mascherine ancora obbligatorie sui luoghi di lavoro nel settore privato, almeno fino a fine giugno. La decisione dopo che sindacati, Inail, organizzazioni delle imprese e i ministeri del Lavoro, della Salute e dello Sviluppo Economico hanno confermato il protocollo di sicurezza anti-Covid del 6 aprile 2021. Un protocollo rigoroso, anche perché definito in una fase buia della pandemia. Il testo dice infatti che la mascherina va tenuta in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all'aperto.
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L'intesa ha natura pattizia, non sono previste sanzioni per chi non la rispetta. Ma le organizzazioni delle imprese, Confindustria in testa, stanno consigliando agli associati di allinearsi. Per un motivo molto semplice. Il ministero della Salute ha fortemente raccomandato la mascherina in fabbriche e uffici.
E il contagio da Covid può essere considerato infortunio sul lavoro. Il titolare dell'attività, poi, è responsabile della salute e sicurezza dei dipendenti (articolo 2087 del Codice Civile). L'impresa che recepisce e rispetta il protocollo può dimostrare in giudizio di avere fatto tutto il possibile per tutelare i suoi lavoratori. Fino a quando esattamente il protocollo resterà in vigore non si sa. L'unica certezza è che le parti hanno preso l'impegno a rivedersi entro il 30 giugno per aggiornare il protocollo stesso.
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La riunione ieri avrebbe dovuto chiudersi con un verbale firmato dalle organizzazioni presenti all'incontro (tutti collegati via computer). Ma alla fine si è optato per un nota congiunta dei tre ministeri, che però nella serata di ieri non era ancora stata diffusa.
Da notare: in questo momento nel pubblico impiego c'è qualche possibilità in più di togliere la mascherina.
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Una circolare del ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta, infatti, dice che va tenuta solo quando si lavora allo sportello, negli open space salvo che si possano escludere affollamenti; nelle riunioni in presenza; nelle file per accesso a spazi comuni come la mensa; quando si condivide l'ufficio con persone fragili; negli ascensori.
Ovviamente soddisfatti del prolungamento dell'uso della mascherina i sindacati. Mentre all'interno delle organizzazioni d'impresa non sono mancate diversità di vedute.
Confindustria aveva già raccomandato agli associati di mantenere le protezioni dal Primo Maggio, quando l'obbligo di legge è venuto meno.
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Confapi, altra organizzazione dell'industria, è convinta dell'utilità di prorogare i protocolli anche a tutela della produzione, ma non trova logica la disparità di trattamento con il settore pubblico. Anche il settore del commercio - da Confesercenti a Confcommercio - si è allineato (d'altra parte si tratta soltanto di un paio di mesi di proroga). Ma qui sono più frequenti i dubbi e i distinguo.
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Fipe, la federazione dei pubblici esercizi di Confcommercio, per esempio, aveva chiesto la revisione dei protocolli e la libertà per bar e ristoranti di organizzarsi a propria discrezione. Federdistribuzione, associazione delle insegne di super e ipermercati, è «favorevole alla linea della prudenza». Ma auspica un confronto più approfondito a giugno per aggiornare il protocollo. Certo che oggi a essere più esposti sono proprio gli addetti di negozi, supermercati, bar, ristoranti: ormai ai clienti non è più richiesto il green pass. E nemmeno la mascherina.
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