Estratto dell'articolo di Fed.Mon. per “la Stampa”
Lissner - SanCarlo
Il sovrintendente Stéphane Lissner che annuncia fuoco e fiamme in tribunale. Un decreto tutto da scrivere sul filo del rasoio delle costituzionalità. Un consiglio di indirizzo a Napoli diviso al suo interno. Ecco perché la strada che doveva portare Carlo Fuortes al Teatro di San Carlo nelle ultime ore si è fatta più ingarbugliata. Così ingarbugliata che il dimissionario amministratore delegato della Rai ha fatto sapere di non essere interessato alla guida del più antico teatro lirico d'Europa. Una mossa da molti interpretata, in realtà, come l'ennesimo tentativo di alzare il prezzo con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e con il governo Meloni.
Nelle prossime ore Lissner metterà a punto con i suoi due avvocati una linea difensiva che annuncia «senza sconti».
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«Abbiamo molte carte in mano» che verranno rese note in «una conferenza stampa il giorno dopo la pubblicazione del decreto. Ci sarà da divertirsi». Sia sul fronte risarcimento danni, grazie a un "contratto blindato" da 240 mila euro all'anno (Lissner è sia sovrintendente sia direttore artistico) più un appartamento di rappresentanza nel centro storico, sia sul fronte della «palese – ne è convinto Lissner - incostituzionalità» che potrebbe portare non solo a sospendere la decadenza ma anche a bloccare il suo successore con il risultato di paralizzare l'attività del San Carlo.
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Fuortes, da manager di lunga esperienza e approfondite conoscenze giuridiche, ha manifestato in queste ore a Sangiuliano tutti i suoi dubbi sulla possibilità di scrivere un testo a prova di legulei, a partire dalla retroattività del decreto che vuole impedire a chi ha superato i 70 anni di ricoprire l'incarico di sovrintendente nei teatri lirici italiani.
L'ad Rai, infine, conosce bene da tempo l'ambiente politico attorno al San Carlo dove tra i grandi azionisti sono all'ordine del giorno sgambetti, veleni, ripicche. Non è un mistero che il governatore De Luca, maggior finanziatore ma senza potere di veto, non veda l'ora, sono parole sue, di «prendere a pedate Lissner».
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«Se qualcuno immagina di concepire il Teatro San Carlo come bottega privata si sbaglia. Il tempo dei ricatti è finito». È questo il clima tra Regione e sovrintendente. Non è altrettanto certo però che il governatore abbia altre mire per quella poltrona. Il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi - che invece, statuto alla mano, è il dominus della nomina - ha sempre sostenuto Lissner, convinto dai buoni risultati economici e di immagine soprattutto tra il pubblico internazionale. «Certo, di fronte a una legge il Comune non può fare nulla e Fuortes sarebbe un'ottima alternativa» è il suo commento di questi giorni.
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