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    LE MOSSE DI MACRON PER RECUPERARE CONSENSI: RIPORTARE ORDINE E DISCIPLINA - IL PRESIDENTE HA DISPIEGATO 10MILA AGENTI DI POLIZIA (ANCHE SE FIN’ORA E’ ARRIVATO A 6.200), CREANDO 62 "ZONE DI RICONQUISTA REPUBBLICANA’’ NELLE BANLIEUE - NEI SONDAGGI LE PEN E' A UN'INCOLLATURA MENTRE IL PORTAGIOIE DI BRIGITTE HA GIA’ PERSO 18 PUNTI NELL’ELETTORATO DI DESTRA E PARIGI HA SUPERATO MARSIGLIA PER CRIMINI COMMESSI IN RAPPORTO ALLA POPOLAZIONE...


     
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    Francesco De Remigis per "il Giornale"

     

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    Neppure il tempo di arrivare fisicamente a Montpellier, per il primo déplacement di Emmanuel Macron dall' inizio dal neo confinamento, che i canali all news già battevano la notizia di un pedone gravemente ferito da un'arma da fuoco e di un'auto in fuga nella cittadina, proiettando su tutto l'Esagono quel sentore d'insicurezza registrato già nei sondaggi nazionali.

     

    In questa cornice il presidente francese è arrivato ieri nella cittadina del sud a metà strada tra Spagna e Italia. Viaggio programmato, strategico, con visita al commissariato e una tavola rotonda per tracciare la nuova via dell'Eliseo: riportare la sicurezza nelle città.

    MARINE LE PEN MARINE LE PEN

     

    Troppi gli episodi di violenza urbana negli ultimi mesi, con Marine Le Pen pronta a ripetere in tv: «I francesi non sono più al sicuro con Macron». Pura percezione in certi casi, realtà consolidata nelle statistiche che vedono ad esempio Parigi superare Marsiglia per crimini commessi (314.530 nel 2019) in rapporto alla popolazione: secondo CNews è diventata la città più pericolosa di Francia.

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    Perché, dunque, Macron ha scelto di andare a Montpellier, dove ieri ha annunciato una «scuola di guerra» per agenti di polizia? Né così grande per dirsi metropoli, né piccola al punto da chiamarsi villaggio, Montpellier rappresenta nell' agenda elettorale il perfetto equilibrio tra la Francia rurale e quell' élite parigina ultimamente invisa ai più, facendo sterzare a destra la sua campagna per la riconferma.

     

    POLIZIA FRANCESE POLIZIA FRANCESE

    Rischia, il presidente. Nei sondaggi Le Pen resta a un'incollatura dal 50-50. Di qui la mossa del fondatore di En Marche: imbracciare il manganello, dare un segnale politico (dopo la legge sulla sicurezza globale votata dal Parlamento) e un indirizzo chiaro alle forze dell'ordine (che si accontenterebbero di avere batterie sufficienti a filmare ciò che accade in azione, senza temere condanne dei media). Infine, parlare al Paese.

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    Su Le Figaro, l'inquilino dell'Eliseo ha quindi tracciato un perimetro d' azione che potrebbe segnare una svolta nel Quinquennato: trasferire sicurezza (di persona) anche laddove sembra impossibile farlo, nelle banlieues. Tempistica stretta: ha già perso 18 punti nell' elettorato di destra da dicembre. E ora anche il gollista Xavier Bertrand, che ha iniziato la corsa presidenziale con poche chance, comincia a pungolarlo. La presenza di agenti nelle periferie «è un totale fallimento» dice.

     

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    Il budget del ministero dell’Interno segna +1,7 miliardi, ma «solo» 6.200 poliziotti e gendarmi reclutati su 10 mila previsti. Così Macron torna alla carica, rispolverando slogan di Nicolas Sarkozy (vincenti nel 2007). «Manterremo il programma di 10 mila agenti in più entro fine mandato». Rilancia: creeremo 62 zone di riconquista repubblicana, «da più di trent' anni certi quartieri sono diventati invivibili, in particolare per i più fragili, gli anziani che fanno la spesa, la donna che torna a casa sola la sera dal lavoro. Voglio che la polizia vada dappertutto». Perciò ieri ha seguìto pure una pattuglia a caccia di spacciatori.

     

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    Tutto «legge e ordine» nelle periferie fu proprio l'allora ministro dell'Interno Sarkò, che poi ottenne la presidenza con una campagna da gendarme e gaffe incendiarie. Per Macron è una «prima». Il menù elettorale prevede anche 15 mila nuovi posti in carcere: il premier Castex oggi visiterà una prigione nell' Alto Reno assecondando la sua linea «securitaria». Ma la riconquista dei quartieri perduti della République, e della «polizia dappertutto», è un rebus.

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