schlein bonaccini
Bonaccini annuncia le dimissioni da governatore
(ANSA) Il presidente dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, eletto alle Europee, ha annunciato all'Assemblea legislativa regionale che tra due settimane rassegnerà le dimissioni dalla carica che ricopre dal 2014. "Sono stati dieci anni complicati", ha detto ricordando la ricostruzione dal terremoto, la pandemia e l'alluvione. "Eppure sono stati dieci anni che vedono questa Regione più forte di prima"
IL PD CI PRENDE GUSTO
Estratti da il Foglio
Elly Schlein è ben determinata a far fruttare la vittoria delle elezioni amministrative. La segretaria del Partito democratico dopo i ballottaggi è sempre più forte dentro il Pd. Ormai anche chi pensava di fare, se non la guerra, quanto meno la guerriglia, ha deposto le armi. È un dato di fatto incontrovertibile che le permetterà di agire come desidera anche in quel di Bruxelles.
stefano bonaccini bacia elly schlein
All’Europarlamento la leader del Pd farà ben poche concessioni alla minoranza interna. Stefano Bonaccini preferisce averlo come presidente di partito, visto che l’ex governatore dell’Emilia Romagna non le ha mai dato del filo da torcere. Perciò non è detto che gli affidi grandi incarichi. Forse la presidenza di una delle commissioni, ma non è detto.
Nella delegazione dell’Europarlamento farà affidamento principalmente sui suoi: Camilla Laureti e Alessandro Zan. E’ vero che avrebbe intenzione di affidare l’incarico di capogruppo del Pd a Nicola Zingaretti, ma sbaglierebbe chi pensasse che questa è un promozione. L’ex presidente della regione Lazio occupava già quel posto all’epoca del suo primo (e unico) mandato di europarlamentare.
zingaretti schlein
Quindi questa non si può certo definire un “avanzamento di carriera”, anzi. E infatti c’è chi racconta che Zingaretti non sia proprio entusiasta del ruolo che dovrebbe andare a ricoprire. Per quanto riguarda invece il fronte italiano, la segretaria del Partito democratico si è andata convincendo che sia veramente possibile per le forze di opposizione andare al governo tra tre anni. E forse anche prima se il governo Meloni non dovesse reggere all’urto della situazione economica, tanto più dopo i tagli impostigli da Bruxelles. E i fedelissimi della segretaria non sembrano nutrire alcun dubbio.
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