Federica Angeli per la Repubblica
(...)
L' ordinanza con cui il gip ha deciso per i domiciliari è di 9 pagine e sono sostanzialmente due i motivi che hanno fatto scaturire la misura cautelare: l' alta velocità e la guida in stato di ebbrezza alcolica. Il giudice ha escluso l' aggravante della guida sotto effetto di stupefacenti, pur essendo risultato il ventenne positivo sia alla cannabis che alla cocaina, in quanto «non si sa se l' assunzione dello stupefacente fosse recente».
gaia von freymann
Della droga infatti restano tracce anche se è stata assunta una settimana prima: il narcotest risponde solo alla positività della sostanza nel corpo ma non rivela in quale misura né dà contezza del tempo in cui è stata assunta. Discorso diverso invece per l' alcol, la cui presenza nel sangue era di 1,4 superiore al livello consentito, ovvero zero per un neopatentato. «Vi è la prova della sussistenza alcolica» si legge nell' ordinanza, non solo grazie alla relazione della polizia municipale intervenuta la notte dell' omicidio che di Pietro Genovese ha scritto: «Si palesava in visibile stato confusionale e alito vinoso», ma anche appunto per il referto ospedaliero.
Sulla velocità del suv la gip insiste molto nelle nove pagine in cui motiva la scelta degli arresti domiciliari. Riconosce infatti che seppure «le due vittime hanno tenuto una condotta vietata e incautamente spericolata (hanno attraversato col rosso, non sulle strisce, scavalcando il guard rail, di notte e con la pioggia, ndr ) così concorrendo alla causa del sinistro mortale, il conducente del suv ha guidato con imprudenza e imperizia».
«La velocità è uno specifico addebito di colpa», scrive, «un' andatura entro i limiti previsti e adeguata allo stato dei luoghi avrebbe verosimilmente evitato le tragiche conseguenze dell' impatto tra il suv e le due povere vittime». In quel tratto di corso Francia la velocità massima consentita è di 50 chilometri orari, secondo i vigili Genovese andava almeno a 80 all' ora. «Una velocità prudenziale» secondo il giudice per le indagini preliminari avrebbe evitato «l' impressionante forza dell' urto» che, a quanto raccontato dall' autopsia, ha ucciso all' istante Gaia e Camilla. Velocità che, sottolinea Bernadette Nicotra, più di un testimone ha descritto: «Ho visto il braccio volare in aria», ha messo a verbale uno di loro.
pietro genovese
Ma tra i rilievi del giudice c' è anche la condizione della strada: «Sull' incidente ha influito anche un' illuminazione "colposamente" insufficiente».
Infine: Genovese, che era in auto con due amici (notizia che si è appresa soltanto ieri), "paga" anche lo scotto dei suoi precedenti di assuntore e possessore di droga e di guidatore poco attento al rispetto delle regole. Il gip infatti sottolinea in un passaggio che le tre volte in cui fu fermato (seppur a piedi e non al volante) aveva droga per uso personale. E che le numerose violazioni al codice della strada (almeno quattro, tra cui anche passaggio con il rosso), che gli avevano fatto perdere punti sulla patente fino alla sospensione per 15 giorni a ottobre, sono elementi non di poco conto nel delineare la personalità del ventenne.
ARRESTATO PIETRO GENOVESE
Fiorenza Sarzanini per corriere.it
La notte di domenica scorsa Pietro Genovese correva e aveva bevuto. Guidava senza preoccuparsi di dover «scongiurare i rischi per sé e per gli altri». E «potrebbe farlo ancora», perché già in passato «gli era stata ritirata la patente di guida per violazione al codice della strada». Ecco perché il giudice ha ordinato il suo arresto. Sono quattro i testimoni dell’accusa.
gaia e camilla investite e uccise a corso francia
Quattro automobilisti che in quella maledetta sera erano su Corso Francia, a Roma, e hanno assistito allo schianto mortale. Hanno visto la tragica sequenza dell’incidente avvenuto poco dopo mezzanotte nel quale hanno perso la vita Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due amiche sedicenni che per tornare a casa hanno scavalcato il guardrail e attraversato con il rosso.
«Condotta incautamente spericolata delle ragazze»
«Condotta incautamente spericolata»: così il giudice definisce il comportamento delle due ragazze. Ma questo non attenua la responsabilità di Genovesi che «percorreva una strada all’interno di un agglomerato urbano in un punto caratterizzato dalla presenza di case e locali notturni a velocità elevata e con un tasso di alcol nel sangue superiore al limite consentito» e dunque «pur non avendo voluto cagionare l’incidente» ha violato le regole «di diligenza e prudenza che si richiede a ogni automobilista al fine di scongiurare situazioni di pericolo proprio e altrui».
camilla romagnoli gaia von freymann 1
Il racconto
Racconta Emiliano Annichirico: «Ero alla guida della mia autovettura, stavo procedendo su Corso Francia in direzione fuori città. Il semaforo veicolare di corso Francia era appena diventato verde per entrambe le carreggiate, pertanto l’impianto pedonale era diventato rosso da pochissimi istanti. Ho visto alla mia sinistra due ragazze giovani che procedevano di corsa sulle strisce cercando di attraversare la carreggiata opposta rispetto a quella dove stavo procedendo. Una piccola vettura di colore scuro, credo una smart, era ferma non so se fosse posteggiata o se si fosse arrestata per agevolare il transito dei due pedoni.
PIETRO GENOVESE
Rammento che una ragazza più alta era davanti e poco dietro vi era un’altra ragazza un po’ più minuta. Nello stesso momento mi sono accorto del sopraggiungere sulla corsia centrale di corso Francia, direzione centro città, di un’autovettura di grosse dimensioni, un Suv di colore chiaro. L’auto procedeva ad un’andatura esageratamente sostenuta, credo che il conducente abbia tentato di frenare nel momento in cui ha percepito la presenza dei pedoni in quanto la parte anteriore si è lievemente inclinata in basso, malgrado ciò l’impatto è stato inevitabile violentissimo». Versione confermata da altri tre testimoni che ai vigili hanno parlato di «due ragazze che attraversavano la corsia in maniera frettolosa senza avvalersi delle strisce pedonali» e di «un Suv che è arrivato a gran velocità e ha travolto le due ragazze». (...)
INCIDENTE A ROMA, PARLANO I GENITORI DI GAIA E CAMILLA
Fabrizio Caccia per corriere.it
gaia von freymann 1
La notizia dell’arresto di Pietro Genovese si sparge nella chiesa del Preziosissimo Sangue, alla Collina Fleming, alle sette di sera, quando è appena finita la veglia di preghiera per Gaia e Camilla. La mamma di Gaia, la signora Gabriella, circondata dall’affetto di tanta gente, ha come un sussulto: «Gli hanno dato i domiciliari? Meritava sicuramente qualcosa di più, ci ha portato via due angeli, comunque è una buona notizia...». La signora Gabriella dice pure che in tutti questi giorni la famiglia dell’investitore non si è mai fatta viva con lei: «Ma va bene così — taglia corto con dignità — quel ragazzo rimane un disperato».
La chiesa gremita per la veglia serale
Anche il papà di Camilla, il signor Marino, riesce a dire qualcosa mentre la moglie Cristina, la mamma di Camilla, piange tra le braccia dei familiari: «Non mi cambia niente che l’abbiano arrestato — dice Marino Romagnoli —. La verità è che Camilla aveva ancora tanto da darmi e invece adesso siamo ridotti così, non m’importa niente lui, il mio cuore è tutto con Camilla e con Gaia, cosa posso dire? La giustizia va avanti...».
PAOLO GENOVESE
La chiesa del Preziosissimo Sangue, dove questa mattina alle 10. 30, verranno celebrati i funerali congiunti di Camilla Romagnoli e Gaia von Freymann, è gremita. Dentro ci sono almeno 300 persone. Il coro canta: «Tu sei bellezza, tu sei purezza, misericordia Gesù». Ci sono tutti i compagni di classe delle due ragazze, gli studenti della Terza C del liceo linguistico De Sanctis. Quando sanno dell’arresto di Genovese, Benedetta e Isabella, le amiche del cuore di Gaia e Camilla, scoppiano a piangere. Sembra, il loro, un pianto di rabbia mista a consolazione.
É una notizia che non s’aspettavano: sono arrivate in chiesa dopo aver finito di preparare i due cartelloni, con le foto e le firme di tutta la classe, che questa mattina sistemeranno accanto alle bare per poi lasciarli in ricordo ai genitori delle due amiche di scuola. «La tua risata che riempiva la stanza ora ci rimbomba nel cuore», è la dedica per Gaia. Quella per Camilla recita così: «E voglio ricordarti come’eri, pensare che ancora sorridi».
Oggi funerali senza autorità
PIETRO GENOVESE
Hanno riempito i cartelloni di foto fatte insieme, di pensieri: «Dolcezza infinita», «Per sempre con noi nei nostri cuori». Don Marco Zaccaretti, il viceparroco, durante la veglia invoca la Madonna: «Anche tu Maria perdesti un figlio sulla Croce, ora intervieni, porta subito Gaia e Camilla in Paradiso, le loro mamme sono sconvolte, la loro fede sta vacillando. Aiutale, Maria, a ritrovare il dono della fede».
Oggi, per i funerali, le due famiglie hanno chiesto rispetto: non vogliono in chiesa telecamere nè autorità. Le due ragazze, dice don Marco, saranno sepolte nel cimitero di Prima Porta.
gaia von freymann 2
«A Capodanno tutta la classe insieme»
Al rientro a scuola, dopo la Befana, ci saranno degli psicologi a supportare i ragazzi della Terza C. «Siamo rimasti in 17, 6 maschi e 11 femmine», dicono Benedetta e Isabella che da domenica scorsa passano la maggior parte del tempo a Corso Francia vicino al luogo dell’incidente, dove fiori e peluche non si contano più. Per l’ultimo dell’anno i compagni della Terza C hanno deciso una cosa: lo passeranno tutti insieme a casa di Cristina, una di loro, alla Collina Fleming. Perché questo, più di ogni altro, è il momento di stare uniti, di non perdersi, di darsi una mano per andare avanti.
camilla romagnoli gaia von freymann gaia von freymann con il padre GAIA VON FREYMANN 2 la macchina di pietro genovese2 Gaia Von Freymann , una delle due sedicenni morte a corso francia GAIA VON FREYMANN 1 gaia von freymann la macchina di pietro genovese 3 GAIA VON FREYMANN Gaia Von Freymann , una delle due ragazze morte a corso francia 1 paolo genovese paolo genovese la macchina di pietro genovese 1 paolo genovese foto di bacco la macchina di pietro genovese