ALESSIA SINATRA
(ANSA) - ROMA, 30 MAR - La sua condotta è "grave" anche perchè si è concretizzata in una "sorta di giustizia fai da te": "anzichè denunciare" chi l'aveva molestata sessualmente quattro anni prima, "si è fattivamente attivata con il dott. Palamara per condizionare" i componenti del Csm "affinchè esprimessero il loro voto contrario alla nomina del dott. Creazzo all'ufficio di procuratore della Repubblica di Roma". Lo scrive la Sezione disciplinare del Csm nelle motivazioni della condanna alla censura inflitta alla pm di Palermo Alessia Sinatra il 21 febbraio scorso. Una decisione che allora aveva suscitato un vespaio di polemiche.
ALESSIA SINATRA E LUCA PALAMARA
La "ferma volontà" di Sinatra di "condizionare negativamente" i consiglieri del Csm, "tentando di interferire" nella loro attività, "costituisce una grave violazione del dovere di correttezza e di equilibrio", si legge nella sentenza. E la sua condotta non può essere giustificata dall'esigenza "privata e personale" di "ottenere una rivincita morale per essere stata vittima quattro anni prima di condotte abusanti".
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Perchè agire come ha fatto lei per ottenere "una riparazione per l'abuso pur grave subito", si traduce in una "giustizia privata inammissibile per qualunque cittadino e ancor di più se chi vi fa ricorso è un magistrato". I rilievi nei confronti della pm non si fermano qui: anche se nell'immediatezza non aveva "ritenuto di denunciare le condotte abusanti del dott. Creazzo mediante formale querela, ben avrebbe potuto far valere comunque le sue ragioni nell'opportuna sede civile", sottolinea il "tribunale delle toghe".
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