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    LE ‘NDRINE SI METTONO A TAVOLA - SEQUESTRATI A ROMA I RISTORANTI “ER FACIOLARO” E “LA ROTONDA”: ERANO GESTITI DALLA ‘NDRANGHETA - I TITOLARI DICHIARAVANO AL FISCO REDDITO ZERO - 5 MILA LOCALI SONO NELLE MANI DELLE MAFIE


     
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    1 - AL PANTHEON I RISTORANTI DELLA ’NDRANGHETA

    Grazia Longo per “la Stampa”

     

    Se già nelle intercettazioni di Mafia Capitale emergeva che «con gli immigrati si fanno più soldi che con la droga», a quanto pare altre importanti fonte di reddito illegali sono la ristorazione e il commercio. La ’ndrangheta allunga i suoi tentacoli da Roma a Reggio Calabria.

     

    PANTHEON ROMA PANTHEON ROMA

    Nella prima le ‘ndrine gestivano due ristoranti vicino al Pantheon, sequestrati ieri dalla Direzione investigativa antimafia, che valgono 10 milioni di euro nonostante il reale proprietario avesse dichiarato al fisco 82 euro nel 2009 e 0 euro (avete letto bene, zero euro) nel 2008 e nel 2010 e 2011. Mentre a Gioia Tauro, la Guardia di Finanza ha sequestrato un impero economico di 210 milioni di euro che comprende quote di 12 società e il maxi entro commerciale Annunziata protetto dalla potente cosca dei Piromalli. Undici arresti in Calabria, 8 indagati e un arresto a Roma.

     

    «ER FACIOLARO»

    ristorante pantheon ristorante pantheon

    In manette è finito Salvatore Lania, 47 anni, nato a Seminara (Reggio Calabria), di fatto proprietario dei ristoranti «Er faciolaro» e «La rotonda» che aveva però intestato a presunti complici. Il nome di Lania era già emerso, nel 2009, nelle indagini che portarono al sequestro e alla successiva confisca del «Caffè de Paris», in via Veneto, simbolo della Dolce vita di felliniana memoria.

     

    L’inchiesta della Dia ha smascherato il sistema truffaldino con cui l’imprenditore calabrese, aveva costituito società di comodo, anch’esse sequestrate, intestate a parenti o suoi dipendenti (gli 8 indagati, appunto), per evitare eventuali provvedimenti di sequestro a suo carico.

     

    IN CALABRIA

    A Gioia Tauro, invece, le indagini delle Fiamme Gialle e della Dda hanno scoperto un’associazione a delinquere di stampo mafioso tra commercianti. Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore Federico Cafiero de Raho, c’è Alfonso Annunziata, noto imprenditore legato a doppio filo con i Piromalli. Protagonista di un paradosso che lo ha visto dismettere i panni della vittima per indossare quelli di presunto mafioso.

     

    RISTORANTE ER FACIOLARO RISTORANTE ER FACIOLARO

    È stato intercettato mentre raccontava ai suoi congiunti e al suo commercialista vari episodi del passato, che i suoi primi rapporti con l’allora capocosca latitante Giuseppe Piromalli, 94 anni, iniziarono a metà degli Anni ’80, quando l’imprenditore, da poco abbandonato il commercio ambulante di abbigliamento nei mercati rionali, aprì un negozio nel cuore della città di Gioia Tauro.

     

    Proprio in quegli anni si verificarono i primi attentati che costrinsero l’imprenditore ad allontanarsi da Gioia Tauro e a farvi rientro solo dopo aver chiesto personalmente il consenso al capocosca. Da quel momento, ottenuto il placet, Annunziata iniziò la sua interminabile scalata imprenditoriale. Fino all’arresto di ieri.

     

    BINDI SODDISFATTA

    GIRO D'AFFARI DELLA NDRANGHETA GIRO D'AFFARI DELLA NDRANGHETA

    Soddisfazione per le due operazioni, a Roma e in Calabria, esprime la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi: «Conferma che i tentativi di ripulire i capitali illeciti, investendoli in attività commerciali. Nel centro della capitale la ristorazione è un settore tra i più esposti alle infiltrazioni mafiose di cosche e territori diversi che, dalla ’ndrangheta alla camorra, si dividono affari e interessi illeciti».

     

    2 - «ECCO COME LA MAFIA RIESCE A RICICLARE I SOLDI ANCHE A TAVOLA»

    Grazia Longo per “la Stampa”

     

    Roberto Moncalvo, in qualità di presidente della Coldiretti, lancia l’allarme di 5 mila locali della ristorazione nelle mani delle diverse mafie. Come intervenite?

    «Insieme ad Eurispes e all’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, abbiamo redatto il terzo Rapporto Agromafie che fotografa una realtà monitorata grazie alla partecipazione delle forze dell’ordine e di magistrati impegnati contro il riciclaggio di denaro e le truffe in questi settori».

    MATRIMONI DELLA NDRANGHETA MATRIMONI DELLA NDRANGHETA

     

    Quanto guadagnano le mafie?

    «Dai campi alla tavola, le agromafie fatturano in Italia un importo di 15,4 miliardi. Il 10% in puù rispetto a un anno fa, perché si tratta di attività appetibili anche in tempi di crisi perché del cibo si ha comunque bisogno e perché consentono di infiltrarsi nel cuore della società».

     

    I ristoratori vicino al Pantheon lamentano prezzi di affitto troppo alti, sostenibili solo dalla mafia.

    «Nel centro di Roma si può arrivare a spendere 20 mila euro al mese per 200 metri quadri. Investigatori e inquirenti hanno intensificato i controlli contro speculazioni».

     

    L’Expo, ormai alle porte, è incentrata sulla nutrizione. Può essere anche l’occasione contro gli abusi e la contraffazione alimentare?

    «Questo è il nostro augurio: il made in Italy e la relativa ristorazione vanno tutelate anche attraverso manifestazioni importanti come, appunto, l’Expo».

     

     

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