Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
attacco alla sinagoga di pittsburgh 4
«Gli ebrei sono figli di Satana», ha scritto Robert Bowers prima di massacrare 11 persone nella Sinagoga «Tree of life» di Pittsburgh, sabato 27 ottobre. «Gli ebrei non sono semiti, ma discendono da Satana», si legge nel programma elettorale di Russell Walker, suprematista bianco in lizza per un seggio nella Camera statale in North Carolina.
Il 6 novembre, nelle elezioni di midterm, nelle fila del partito repubblicano si presenteranno diversi candidati «estremi». Nessuno di loro sembra avere una concreta possibilità di vittoria, ma l' esperienza insegna che è meglio aspettare i risultati delle urne.
donald trump
In Virginia corre per un seggio al Senato il «confederale» Corey Stewart, 50 anni.Nell' agosto del 2017 era stato tra gli animatori della marcia di «Unite the Right» a Charlottesville: un raduno di militanti «alt-right», l' ultra destra; di antisemiti, anti-musulmani, neo nazisti, affiliati al Ku Klux Klan.
In un tripudio di bandiere dei confederati sudisti, svastiche, croci di ferro. Ci furono scontri con attivisti di segno opposto e un amico di Stuart, James Alex Fields, si lanciò con la sua auto nella folla degli avversari, uccidendo una giovane donna, Heather Heyer.
corey stewart
Esattamente un anno dopo Stewart ha vinto le primarie repubblicane, battendo il moderato Nick Freitas. Donald Trump commentò con questo tweet: «Congratulazioni a Corey Stewart per la sua grande vittoria...Non sottovalutate Corey, ha grandi possibilità di vincere». Su questo punto il presidente ha ragione: sarebbe sbagliato sottovalutare l' ascesa di figure come Stewart nel giorno in cui il Paese conosce i nomi delle vittime di Pittsburgh, (c' è anche una donna di 97 anni), e la comunità ebraica americana teme altri attacchi.
neo nazisti in america
Il giorno della strage il presidente degli Stati Uniti non ha rinunciato al comizio fissato a Murphysboro, nell' Illinois. Trump ha condannato l' attacco alla sinagoga definendolo «il male allo stato puro». Poi si è rivolto ai supporter: «Se non vi dispiace oggi abbasserò un pochino i toni». Reazione della folla: «Noooo...». «Me l' aspettavo che rispondeste così», e ha ripreso con l' aggressività di sempre.
corey stewart con la bandiera confederale
Il leader della Casa Bianca ormai controlla in pieno il partito, anche nelle sue articolazioni più periferiche. Nel giro di un anno l' ala moderata ha abbandonato il campo. Lo speaker della Camera Paul Ryan, per esempio, o il senatore dell' Arizona Jeff Flake, hanno rinunciato a ripresentarsi. Altri, iper critici in passato, si sono perfettamente allineati al nuovo boss.
arthur jones 2
Nello stesso tempo Trump non ha mai rinnegato i simpatizzanti della prima ora, e ha mantenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti delle figure più controverse o semplicemente impresentabili. A livello locale c' è il caso di Arthur Jones, in lista per un posto nel Congresso dell' Illinois. Sul suo sito campeggia una domanda: «Olocausto?».
arthur jones
Jones è un negazionista e un aperto sostenitore del Partito nazista americano. Sul piano nazionale ecco Steve King, 69 anni, deputato dell' Iowa da più di venti. La sua visione del mondo: «Dobbiamo fermare il nostro declino culturale dovuto alla demografia. Non possiamo preservare la nostra civilizzazione con i bambini degli altri». Non è un caso allora se, poche settimane fa, il 2 ottobre 2018, King abbia potuto twittare: «Sto lasciando la Casa Bianca dopo un incontro privato, di 75 minuti, nello Studio Ovale con il Presidente dell' America. Abbiamo esaminato un' intera sfilza di nostri temi». Un' ora e un quarto di colloquio: il tempo riservato a un capo di Stato.
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