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    IL VENTENNIO È FINITO (FORSE) - LE PATURNIE DEL CAINANO CONDANNATO FANNO TRABALLARE I PIANI DI LETTANIPOTE, RE GIORGIO E BRUXELLES


     
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    Marco Galluzzo per il "Corriere della Sera"

    VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI E BERLUSCONIVIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO RENZI E BERLUSCONI

    Con molto rispetto osserva l'evoluzione del dibattito nel Pdl, nel quale non vuole entrare. La sua certezza, lo ripete qui nella capitale belga, è che dal 2 ottobre esiste una rinnovata maggioranza, dove per il Pdl l'interlocutore in qualche modo unico, garante dell'equilibrio raggiunto, è Angelino Alfano. Sia che resti formalmente a capo del suo partito sia venga in qualche modo retrocesso. Al termine del Consiglio europeo, Enrico Letta dedica alla situazione politica italiana solo poche parole e molto distacco: «Non è un tema del Consiglio, mi sono concentrato sui lavori di questo vertice».

    VIGNETTA ALTAN DA REPUBBLICA DUDU E BERLUSCONIVIGNETTA ALTAN DA REPUBBLICA DUDU E BERLUSCONI

    Il sorriso è eloquente, come la determinazione nel non aggiungere un solo concetto in più. Le nuove fibrillazioni del partito del Cavaliere sono per il presidente del Consiglio atti interni di un partito che non è il suo, che sta conoscendo una naturale evoluzione dopo la spaccatura del Senato di qualche settimana fa: «Non entro minimamente nelle discussioni di queste ore».

    L'unica cosa che preme in questo momento, e in questa sede, al capo del governo è che la maggioranza resti con le stesse qualità che ha ora, profondamente europeista nel senso migliore del termine: «È importante che arrivi alle prossime elezioni con una piattaforma pienamente europea».

    Una constatazione, un auspicio ma anche una sorta di avvertimento. Letta guida oggi un governo di coalizione che ha in Bruxelles, comunque, un punto di riferimento; se nel Pdl cambiassero le cose la condizione del premier è che oltre ai numeri non si mettano in discussione i capisaldi dell'attuale quadro dell'Unione.

    Con Roma i contatti avvengono nel viaggio fra la capitale belga e quella francese, dove il premier si sposta nel pomeriggio, per discutere con il primo ministro Jean-Marc Ayrault dei dossier bilaterali e in primo luogo di Alitalia, della possibilità, più concreta ieri pomeriggio, che la nostra compagnia venga cooptata nell'alleanza internazionale che vede Air France come capofila.

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    Ed è la stessa giornata di Letta a scandire la distanza dalle fibrillazioni del Pdl: al Consiglio europeo ha ottenuto, senza trionfalismo, «un risultato importante sul dramma dell'immigrazione clandestina, l'Europa ha accettato pienamente il concetto di solidarietà, da oggi il tema è di tutta la Ue e a dicembre arriveranno delle decisioni concrete».

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    E poi Datagate, dove si schiera a fianco di Hollande e Merkel senza sfumature, ma rimarca che occorrono «forme di pulizia a tutti i livelli, anche dentro l'Europa», dunque fra alleati. Unione bancaria discussa nella notte alla presenza di Mario Draghi. Oggi un intervento alla Sorbona di Parigi, dopo il dibattito in Consiglio sull'evoluzione delle Tlc in Europa, che «forse produrrà atti concreti, come la fine del roaming e della frammentazione degli operatori nella Ue, entro la fine di questa legislatura europea». Fin troppo forse, o sicuramente, per non mostrarsi assolutamente sereno e distaccato rispetto alla spaccatura del Pdl.

    VIGNETTA ALTAN BERLUSCONI OMBRELLO DELLA BILANCIAVIGNETTA ALTAN BERLUSCONI OMBRELLO DELLA BILANCIA

    Dal 2 ottobre Letta è convinto che Alfano gli garantisca i numeri sufficienti e un quadro politico stabile, per andare avanti. «E lo sa anche Berlusconi» si ascolta nel suo staff, convinti che il Cavaliere non abbia più carte sufficienti per la partita del governo, semmai solo per mandare segnali politici che non dovrebbero mettere a repentaglio il prossimo anno di legislatura.

    VIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO SCALPO DI BERLUSCONIVIGNETTA VINCINO DAL FOGLIO SCALPO DI BERLUSCONI

    Del resto Letta ha già detto due volte che il ventennio di Berlusconi è concluso, lo ha ribadito pochi giorni fa, convinto evidentemente che i numeri del Senato, sui quali può contare la compagine governativa del Pdl, non cambieranno più. Con un corollario: «Le prossime elezioni europee saranno un bel confronto fra chi vuole un'Europa dei popoli, noi, e chi una dei populismo. Il Ppe è pienamente nella prima logica». Un altro messaggio a chi è tentato in Italia di scommettere contro questo governo pur restando ancorato al Ppe.

     

     

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