Gruber:"Chi sceglierebbe tra Macron e Le Pen se fosse leader di un partito francese?"#Conte:"Non partecipo alle elezioni francesi... Siamo distanti da Le Pen, ma i temi che pone vanno affrontati".
— Pietro Raffa (@pietroraffa) April 21, 2022
Gruber:"Mi scusi, ma lei è totalmente ambiguo".
Che siparietto#ottoemezzo pic.twitter.com/HivGv3uZ94
1 - GIUSEPPI IL DOROTEO
Niccolò Carratelli per “La Stampa”
giuseppe conte a otto e mezzo 1
E dire che non era una domanda difficile. Non per un aspirante leader progressista, per il presidente del M5S saldamente ancorato nel centrosinistra, per un ex premier con profilo istituzionale. Eppure Giuseppe Conte, sulla sfida tra Macron e Le Pen, è riuscito a non rispondere.
Nessuna indicazione di voto, mica sono il leader di un partito francese. Se è per questo, non lo sono nemmeno Letta, Renzi o Salvini, che pure hanno dichiarato per chi tifano. Non ci fermiamo ai nomi, contano le idee: «Le nostre sono molto distanti da Le Pen», ha assicurato Conte, ma i temi sollevati da Marine «sono importanti».
lilli gruber
Hai visto mai che alla fine vince lei. Siamo oltre l'arte democristiana. Vedi tu se dobbiamo rimpiangere Di Maio a braccetto coi gilet gialli francesi: lui ancora se ne vergogna (giustamente), ma almeno all'epoca i 5 stelle avevano il coraggio di prendere una posizione chiara, per quanto ridicola. Ora ci tocca indovinarla.
2 - CONTE: "RUSSIAGATE, ACCUSE INFAMI E TRA MACRON E LE PEN NON SCELGO"
Federico Capurso per “la Stampa”
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«Conte ha mentito al Copasir e agli italiani» - «Ho sempre perseguito l'interesse nazionale. È un'infamità metterlo in discussione». Matteo Renzi e Giuseppe Conte tornano a scontrarsi, stavolta in un duello televisivo a distanza. Il primo a "Porta a porta", il secondo a "Otto e mezzo", entrambi tornano sul Russiagate e sugli incontri tra l'ex ministro della Giustizia americano Bill Barr e il capo dei servizi segreti italiani Gennaro Vecchione nell'estate del 2019.
E oltre il polverone di polemiche, sembra restare il sospetto, in Conte, che a questa vicenda sia legata anche la fine del suo secondo governo, anche se, dice alla Stampa, «non ho elementi per poter affermare una cosa del genere».
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Tre anni fa, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si era infatti convinto che l'Italia fosse coinvolta nel Russiagate, un presunto complotto ordito contro di lui tre anni prima - quando a palazzo Chigi sedeva Renzi -, mirato a danneggiarlo divulgando la notizia delle ingerenze russe nelle elezioni presidenziali vinte dal tycoon contro Hillary Clinton, e dei rapporti tra lo staff di Trump e dei funzionari vicini al Cremlino.
L'ex presidente Usa aveva mandato, per questo, Barr a raccogliere informazioni a Roma, trovando la collaborazione di Conte e dei servizi segreti italiani. «Ma Barr non ha mai messo in discussione o chiesto informazioni sulle nostre autorità politiche e istituzionali o su nostri ex presidenti del Consiglio come Renzi - sottolinea Conte, ospite di Lilli Gruber -. Nessuno lo ha tirato in ballo».
lilli gruber infastidita da conte
Eppure l'irritazione del leader di Italia viva è implacabile. Non crede alle ragioni di Conte e replica: «È un anno che gli dico di fare un confronto all'americana. Se vuole venire, si fa un dibattito». Lui però non ne vuole sapere: «Può parlare al Copasir o in televisione, non mi interessa», replica. Renzi però non ha alcuna intenzione di presentarsi al Comitato parlamentare per la sicurezza. O quantomeno, non di sua spontanea volontà: «Non ne vedo il motivo».
La distanza tra i due resta siderale. Anche sulle presidenziali francesi, si direbbe. Renzi apertamente schierato con Emmanuel Macron e Conte perfettamente allineato alle storiche ambiguità grilline, né con Macron né con Le Pen: «Se fossi il leader di un partito francese, darei una chiara indicazione di voto, ma non lo sono».
macron le pen
Incalzato, tenta di far notare come «le nostre idee siano molto distanti da quelle di Le Pen», ma solo per sottolineare, un attimo più tardi, l'importanza «dei temi» sollevati dalla candidata della destra francese. Chiusa con qualche imbarazzo la parentesi sul voto in Francia, Conte può quindi volare all'hotel Forum, dove è arrivato poche ore prima Beppe Grillo.
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Lo raggiungeranno poco più tardi anche il presidente della Camera Roberto Fico e il tesoriere del Movimento Claudio Cominardi per limare i dettagli di un accordo che dovrebbe riportare il blog di Grillo ad essere una voce ufficiale del partito. Il fondatore dei Cinque stelle dovrebbe fermarsi ancora «un paio di giorni», fanno sapere dal M5S, e con l'occasione potrebbe riuscire a incontrare i parlamentari, sempre in subbuglio per le difficoltà che stanno incontrando in vista delle elezioni amministrative di giugno. E magari, per allontanare le voci che iniziano a circolare in Parlamento, tra le truppe, su un suo possibile nuovo passo indietro.
GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI WILLIAM BARR JOHN DURHAM MACRON LE PEN 33 LE PEN MACRON 11
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