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    LE PERLE-PIRLA DI PIRLO – SCONCERTI: "È STATA UNA JUVE NORMALE DENTRO UNA PARTITA NORMALE E CONTRO UN NORMALE AVVERSARIO.  PERÒ NOVITÀ SÌ, CI SONO STATE. LA PRIMA, LA PIÙ EVIDENTE, È STATA QUELLA DI RABIOT REGISTA. LA SECONDA NOVITÀ È L'ASSENZA DI BENTANCUR, SOSTITUITO SIA DA MCKENNIE CHE DA CUADRADO E RAMSEY. E POI, FORSE LA  NOVITÀ PIÙ VICINA AL FUTURO, LA PRESENZA DI KULUSEVSKI…" - VIDEO


     
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    MARIO SCONCERTI per il Corriere della Sera

     

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    È stata una Juve normale dentro una partita normale e contro un normale avversario. Il calcio può dormire per ora tranquillo, la prima di Pirlo non ha portato scosse alla sua geometria. Però novità sì, ci sono state. La prima, la più evidente, è stata quella di Rabiot regista.

     

    A Sarri non sarebbe mai piaciuto perché ha il passo di Pjanic, cioè sembra lento di pensiero, ma ha classe. Per Sarri Rabiot era un centrocampista da percussioni, un verticale che spostava lo spazio col fisico. In regia è ordinato, non geniale, ancora da guardare.

     

    La seconda novità è l'assenza di Bentancur, sostituito sia da McKennie che da Cuadrado e Ramsey, uno sul largo e l'altro più avanti, quasi dietro le due punte. Cuadrado era quello di sempre, solo centrocampista totale.

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    McKennie ha i sintomi del buon giocatore, più vecchio mediano che modernità, però anche col piede lieve, intelligente. Ramsey ha giocato dove ha voluto, un ruolo che gli sta un po' largo, non è un finissimo, ma resta un giocatore insistente che sa fare cose diverse, non è facile capirlo. Suo il tocco per il terzo gol di Ronaldo.

     

    Quarta novità, forse la più vicina al futuro, la presenza di Kulusevski. Ha qualcosa di davvero diverso questo ragazzo che ancora è quasi a livello di inconscio. Con quel fisico il pallone nei piedi è un oggetto lontano, difficile averci confidenza.

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    Kulusevski è uno dei pochissimi che usa il fisico come fosse tecnica di campo, come fosse gioco. È un'interpretazione nuova anche per il nord Europa, da noi latini e in Inghilterra è quai sconosciuta. È l'ispirazione che ha fatto di Ibrahimovic quel che è rimasto dopo venti anni di prime divisioni. Il peso è lo stesso.

     

    Mi è piaciuto anche Frabotta che dava via sempre il pallone di prima per liberarsene come fosse fuoco, ma lo ha fatto con stile. Non ho visto la Samp, questo è il vero complimento per la Juve, che era però solita, vagamente anni ottanta. Per battere la Samp all'esordio non serviva una rivoluzione e non c'è stata. Una buona Juve, molto semplice, poco aritmetica, questo sì. Per cominciare basta e avanza.

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