Lorenzo Mottola per “Libero quotidiano”
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Era un sindaco abbastanza apprezzato, ma due mesi di pandemia lo hanno reso popolare quanto un venditore di pipistrelli cinese. A Milano è sempre più facile incontrare persone che, piuttosto di Giuseppe Sala, sarebbero pronte a votare un militante di Al-Shabaab alle prossime Comunali. E guarda caso il sindaco nei giorni scorsi ha rivelato di non aver più tanta voglia di ricandidarsi l' anno prossimo. Carriera politica finita?
Pochi mesi fa parlavano di lui come leader nazionale della sinistra, come si può cadere così in fretta? Semplice: basta sbagliare tutto lo sbagliabile. Basta trovarsi alla guida della città modello d' Italia e gestire la crisi peggio di Barletta. Gareggiava con una Ferrari, è arrivato dietro le Fiat Ritmo. E così si è ritrovato a girare video in cima al Duomo per invocare la grazia della Madonnina. Si affida al "cuore immacolato di Maria" come Salvini, insomma. Anche se siamo certi che nel suo caso nessuno oserà parlare di blasfemia.
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LA CADUTA Tutto è iniziato con gli aperitivi. Glielo hanno già rinfacciato migliaia di milanesi ma, purtroppo per il nostro city-manager, nessuno scorderà che mentre la città di Wuhan rivelava di avere un enorme problema con una nuova malattia, Beppe si precipitava a Chinatown a spiegare che «l' isolamento per chi torna da Oriente è eccessivo, evitiamo di cadere in falsi sogni autarchici».
Tutto aperto, abbracciamoci.
Una strategia che difficilmente gli varrà il Nobel per la medicina 2020. A marzo il virus ha iniziato a mietere vittime, ma lui ha continuato a suggerire come cura il Gin tonic, ignorando i menagramo che parlavano di pandemia. La campagna "Milano non si ferma" rimarrà sul suo curriculum come una patacca indelebile.
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Avrà imparato la lezione?
Neanche per idea. Dopo averci invitato a tornare tutti in piazza per contagiarsi, il sindaco ha chiuso la metropoli per la quarantena. Intendiamoci: il primo cittadino non gestisce gli ospedali, a lui erano richieste poche semplici cose. Il problema è che è riuscito a farle male tutte. Condendo il disastro con una serie inquietante di video evitabilissimi. Un fiume di annunci roboanti. «Faremo controlli rigidi». Poi però ha mandato in vacanza il 70% dei vigili: nelle strade non si sono viste pattuglie per molto tempo. «Bisogna far viaggiare la gente sui mezzi in sicurezza». Poi, però, ha diminuito il numero di tram, bus e treni della metropolitana in circolazione, costringendo la gente a viaggiare su veicoli stracolmi nelle ore di punta. Praticamente un banchetto per virus. «Distribuiremo buoni spesa per aiutare i più deboli». Ma migliaia di famiglie sono rimaste a bocca asciutta perché i soldi stanziati dal governo erano pochi. «Aiuteremo i bar togliendogli le tasse comunali». Poi si è scoperto che era tutto un bluff: i locali pagheranno perfino per la spazzatura che non hanno prodotto in questi mesi di chiusura. «Per la ripartenza l' unica via è quella milanese», ha infine spiegato. Cosa sarebbe? «Riapriremo i cimiteri».
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Tocchiamo ferro. «Faremo i test sierologici a tutti i tranvieri grazie all' ospedale Sacco». Poi la direzione sanitaria ha smentito tutto. Ha bisticciato perfino con i cinesi, offesi per la fredda accoglienza ricevuta a Palazzo Marino durante la consegna di un pacco-dono pieno di mascherine arrivato da Pechino.
ATTIVI E PASSIVI In poche parole, il bilancio della Fase Uno è agghiacciante. E le premesse per la Fase Due non sono migliori. I progetti della giunta sono una farsa. «ll Comune sta lavorando su diversi fronti per ridisegnare una mobilità più sostenibile nella ripresa». Come? Rilanciando l' utilizzo delle biciclette, dei monopattini e delle piste ciclabili. Forse l' intenzione è quella di spaventare il virus con un esercito di cretini su due ruote.
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Peraltro, anche volendo seguire il piano verde, i negozi di bici sono in gran parte chiusi: dove la compro la Graziella per sfrecciare tra i vicoli? E cosa cambia per la lotta al Corona? Le vie sono già tornate al solito traffico, peraltro, come quelle sui Navigli. L' ex amministratore delegato di Expo ha giudicato "scandaloso" che all' ora dell' aperitivo ci fossero tante persone a ciondolare nelle strade. Probabilmente sarebbe bastato spedire lì un vigile, invece di fare un video il giorno dopo. Ma Sala ormai non riesce a star lontano dalla telecamera: si è messo pure a girare uno spot alla Piero Angela per decantare le meraviglie dell' Idroscalo. E non è stato neanche fortunato con i tempi.
Finalmente Milano sembra vedere la luce in fondo al tunnel e cosa accade? Diluvio universale: il peggiore da anni.
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Mercoledì la città è finita sott' acqua per l' ennesima esondazione del Seveso. E Giuseppe ci spiega: «Tutta colpa dei Comuni a nord che bloccano i lavori per i canali di laminazione». Vero, ma c' è una figura istituzionale che avrebbe il compito di trovare un accordo: il sindaco della Città Metropolitana. Che poi sarebbe sempre Sala. E non è l' unica questione che non torna. Gli assessori di Giuseppe erano in Consiglio ai tempi della Moratti e contestavano la giunta a ogni allagamento, ritenendola responsabile. Ora le cose sono cambiate? Non si direbbe. Letizia durò un solo mandato. Chi è pronto scommettere che Sala (suo ex braccio destro) riesca a superarla? A sinistra non tutti: dopo dieci anni di governo il rischio è di perdere di nuovo il capoluogo.
P.s. Le piaghe non sono finite qui. La città si prepari alle cavallette, o meglio, alle zanzare formato elicottero, visto che durante l' epidemia le disinfestazioni in vista dell' estate sono state sospese per qualche tempo. Palazzo Marino ora giura: ora tutto è ripreso, non ci saranno problemi. Speriamo ma se il buon giorno si vede dal mattino...
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