Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”
BIDEN SANDERS
Tenace, ostinato, tignoso, Bernie Sanders è un politico che in Senato è sempre rimasto fuori da tutti i cori. Ma, con ogni probabilità, non è il suo temperamento a spingerlo a rinviare l' inevitabile presa d' atto dei numeri della sua sconfitta. Il rammarico di Sanders è che, mentre gli elettori non lo premiano nelle urne, le proposte della sua piattaforma sono le più popolari.
Prima fra tutte, la sanità pubblica universale, respinta non sono dai conservatori ma anche da Joe Biden.
Secondo un sondaggio pubblicato dalla Reuters, il suo piano Medicare for All piace al 70 per cento degli americani: l' 85 per cento dei democratici e, a sorpresa, anche una maggioranza (52 per cento) di repubblicani. Stessa cosa su altri fronti, dalla pubblica istruzione all' aumento delle imposte su ricchi e corporation.
Sanders è ostinato, ma è anche un politico capace di valutazioni pragmatiche che ha sempre avuto un buon rapporto umano con Biden, per alcuni anni suo «compagno di banco» al Senato prima di trasferirsi alla Casa Bianca come vice di Obama. È verosimile che il leader della sinistra radicale prenda tempo - visto anche il rinvio di tutte le prossime scadenze elettorali causa coronavirus - per cercare di far convergere il più possibile Biden verso la sua piattaforma, prima di passare dal ruolo di avversario a quello di suo supporter nella battaglia contro Trump.
bernie sanders joe biden
Del resto l' ex vicepresidente già gli è andato incontro adottando alcune delle sue proposte e spiegando agli elettori - soprattutto l' esercito dei fan di Bernie, decisi a cambiare radicalmente l' America - che le differenze tra lui e Sanders sono di tattica politica, mentre gli obiettivi strategici sono gli stessi.Ovviamente è vero solo in parte e qui sta il problema principale: il movimento radicale che ha fin qui spalleggiato Sanders è in fermento.
Molti, nelle discussioni in corso sui social, si dicono indisponibili a votare Biden, che non considerano molto migliore di Trump e invitano Bernie ad andare avanti nella battaglia delle primarie per tentare l' impossibile o, comunque, incalzare fino all' ultimo «l' alfiere dell' establishment». C' è anche chi, avendo in mente solo l' obiettivo di lungo termine di cambiare la società, vuole che Sanders si candidi comunque, lasciando il fronte democratico e tornando a indossare i panni dell' indipendente.
elizabeth warren bernie sanders joe biden
Ecco, dunque, il vero problema di Biden: non solo riunificare il partito e spingere i giovani progressisti a non disertare le urne come fecero nel novembre 2016 quando non andarono a votare per Hillary Clinton, ma evitare scissioni di fazioni anche limitate del fronte progressista che potrebbero risultare fatali nella già difficilissima sfida a Trump.
È verosimile che, tornato sconfitto a casa, nel Vermont, Sanders stia meditando anche su come evitare che, come accadde quattro anni fa, le sue indicazioni di volto vengano disattese dal suo movimento. Che, come è facile capire visitando le basi dei volontari della sua campagna elettorale, non lo venerano ma lo considerano, piuttosto, un mezzo: il conducente del convoglio rivoluzionario.
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