“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima.La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
stefano lorenzetto
Titolo d’apertura sulla prima pagina del Domani: «Una stretta oggi per evitare un nuovo lockdown domani». Spiega Davide Maria De Luca: «Nel testo approvato ieri, il governo ha scritto che le ragioni che hanno provocato i nuovi obblighi sulle mascherine e la proroga dello stato di emergenza sono l’aumento dei contagi da coronavirus». Ma va?
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conte meme
Titolo dalla Stampa: «Boom di contagi, governo in allarme. Conte: “Rigore o ci sarà una stretta”». Perché, quella appena annunciata che cos’è, una larga?
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Titolo della Verità per l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro: «Conte e soci fanno ammuina perché non sanno che cosa fare». Beh, ma allora sanno benissimo che cosa fare: ammuina.
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ANGELO BECCIU E PAPA BERGOGLIO
Giacomo Amadori sulla Verità: «Becciu, secondo i suoi difensori, il denaro dato alla donna doveva servire per operazioni segrete per la liberazione di missionari rapiti in Asia a Africa». Tutto chiaro.
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Titolo da Libero: «Caos sulle bollette elettriche. Nessuno sa come funzionerà». C’è anche un caos che funziona?
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bollette 2
Secondo quanto riferito su Repubblica dalle inviate Gabriella De Matteis e Brunella Giovara, il killer Antonio De Marco, che a Lecce ha ucciso due fidanzati, «alla domanda del pm “Ti rendi conto di aver fatto una cavolata?”, risponde sì».
Prendiamo atto con sollievo che per i magistrati pugliesi ammazzare due amici è meno grave che trucidare due genitori. Infatti, agli interrogativi del perito incaricato di sottoporlo a perizia psichiatrica, Pietro Maso in carcere replicò con tono spazientito: «Professore, avrò fatto una cazzata, ma lei non può venire tutti i giorni».
ANTONIO DE MARCO
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Sulla Gazzetta di Mantova, in un inserto a cura di Antonio Simeoli sul Giro d’Italia 2020, si legge: «Il record di successi di tappa è di Mario Cipollini con 41 nel Giro 2003». Un primato che nemmeno Fausto Coppi e Gino Bartali sarebbero riusciti a battere, visto che il Giro d’Italia 2003 si concluse dopo 21 tappe.
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IL DESIDERIO DI VENDETTA DI ANTONIO DE MARCO
Il Corriere della Sera informa che «la Bundeswehr, l’esercito federale tedesco, si appresta a declinare al femminile i suoi gradi gerarchici». Secondo le prime indiscrezioni, «a una Feldwebel, sergente, ci si dovrà rivolgere con il termine Feldwebelin». Per fortuna Genova non si trova in Germania.
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In un italiano alquanto barcollante, Gianni Gennari racconta su Avvenire che in questa rubrica me la sono presa con uno scritto di Mariolina Ceriotti Migliarese apparso sul medesimo quotidiano. Egli sostiene – parlando di «sfondone» – che lo avrei presentato «come un servizio (di cronaca)». Falso. L’aggiunta fra parentesi è di Gennari. Il termine usato da me era «servizio», senza ulteriori specificazioni.
Gianni Gennari
Orbene, la definizione di «servizio» (“Zingarelli” 2021) è «incarico particolare conferito a un inviato o collaboratore di giornale, ente radiofonico, televisivo e sim.; l’articolo o il reportage preparati in base a tale incarico» e quella di «articolo» è «scritto che in un giornale, una rivista, un bollettino e sim. tratta un determinato argomento».
L’argomento trattato nell’incipit dalla collaboratrice di cui sopra era il seguente: «Si stanno moltiplicando in modo allarmante episodi difficili da definire, che segnalano una situazione di crescente e diffusa erotizzazione dei nostri bambini. Masturbazione davanti ai/alle compagne, richiesta di sesso orale, esibizione dei genitali».
Stefano Lorenzetto
Conclude Gennari: «Amico Lorenzetto, cui sono personalmente anche grato, ma più amico ancora della realtà delle persone e dei fatti. Stavolta la... testata, o meglio la capocciata, è toccata a lui». Amico Gennari, mi sa che a battere in testa sei tu. Soprattutto dovresti – se non da giornalista, almeno da ex prete – dire la verità, senza aggiungervi suggestioni fuorvianti per compiacere il tuo direttore. (Che poi, anche se avessi scritto «articolo» o «analisi» o «commento», al posto di «servizio», sarebbe cambiato qualcosa rispetto al crudo linguaggio usato dal giornale dei vescovi?).