“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
Stefano Lorenzetto
Carla Ferrante su Libero fa parlare Marco Franco, legale di Gianluigi Torzi, il broker molisano raggiunto da un ordine di arresto dei magistrati romani per la vicenda del palazzo londinese di Sloane Avenue venduto al Vaticano.
Scrive la giornalista: «Per la procura vi è di più: un giro di false fatture che Torzi avrebbe costruito e portato avanti con altri soggetti per frodare il Fisco. “Nulla di più vero – commenta il legale Franco – infatti la sentenza inglese, non ravvedendo alcun reato, ha di fatto sbloccato i conti».
GIANLUIGI TORZI
I casi sono quattro: o Franco voleva dire «Nulla di più falso», o voleva dire «Nulla di meno vero», o Torzi deve cambiare avvocato, o Libero deve cambiare cronista.
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Sergio Carli su Blitzquotidiano.it riferisce che «le vendite dei giornali del mese di gennaio 2021 hanno perso per strada altre 300 mila copie». E precisa: «Grazie al lockdown, la Gazzetta dello Sport, per fare un esempio, ha perso più o meno metà dei ricavi dall’edicola». Prego, non c’è di che.
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Alma Shalabayeva e Mukhtar Ablyazov con la figlia
Intervistato da Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera, don Riccardo Ceccobelli, il prete umbro che ha chiesto di essere dispensato dall’obbligo del celibato per sposarsi con una giovane infermiera e catechista, dichiara di avere «pensato molto a certe coincidenze: l’11 aprile, cioè la data della mia ultima messa, nell’anno 1123 si chiuse il concilio lateranense con la dichiarazione dell’obbligo del celibato per i sacerdoti.
E il 12 aprile, quando si è aperto il mio processo canonico, 388 anni prima fu processato Galileo Galilei. Voglio dire che forse dietro tutto questo c’è il disegno di Dio».
principi andrea, carlo, filippo, anna, edoardo
Non lo mettiamo in dubbio, reverendo, ma quale sarebbe la prima coincidenza? Il concilio Lateranense I – ve ne furono altri quattro fino al 1517 – iniziò il 18 marzo «e si concluse in due sole sessioni tenute prima del 6 aprile, o più probabilmente il 27 marzo», come si legge nei Conciliorum oecumenicorum decreta.
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principe filippo lady diana
A. Mass. si occupa sul Fatto Quotidiano del caso di Alma Shalabayeva: «Le difese di Cortese e Improta chiedono al tribunale di sentire come testi Pignatone e Albamonte. E sarebbe davvero interessante sapere la loro versione.
alma shalabayeva
Ma il tribunale non ci sta». La spiegazione? «Avrebbero potuto confermare le “pressioni” citate da Olivo, spiegare se davvero sotto “pressione” cambiarono idea e soprattutto: perché non vi si opposero?
E ancora: se firmarono quel nulla osta – che avrebbe potuto impedire “sequestro” – a prescindere dalle “pressioni”, in assenza di “pressioni”, o perché davvero indotti in errore da Cortese e Improta».Beh, forse parlare di spiegazione è eccessivo.
principe filippo, principe carlo e lady diana
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Sommario da Domani: «Questa asimetria si riflette anche nella paura di perdere il posto di lavoro o nella paura di non trovarne un altro». Per il posto da redattore la paura pare giustificata.
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Incipit di un articolo dell’Osservatore Romano, a firma di Nicoletta Capozza: «Sono passati 66 anni da quando il teologo luterano Dietrich Bonhoeffer è stato giustiziato nel campo di concentramento di Folossenbürg».
stefano lorenzetto
A parte che si scrive Flossenbürg, per l’uso del passato remoto aspetteranno che ne siano passati 100? Nello stesso numero, la notizia della morte del principe Filippo di Edimburgo: «Nato nel 1921 a Villa Mon Repos, sull’isola di Corfù, Filippo crebbe in Francia e, dal 1928, nel Regno Unito.
Ha prestato servizio nella marina inglese durante la seconda guerra mondiale». Crebbe nel passato remoto, fu militare nel passato prossimo. Non male per un signore di 99 anni.
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luciana lamorgese
Titolo dalla Verità: «Sommergibile russo nel depliant Usa. La gaffe che imbarazza Washington». Due francesismi in due righe, sbagliati al 50 per cento: si scrive dépliant. Qualche giorno dopo, in un articolo sul ministro Luciana Lamorgese: «Poi, alla domanda se sia possibile che dietro alla protesta ci possa essere un’unica regia (fascista, ca va sans dire) il ministro risponde chiaramente». Si scrive ça.
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Isabel Diaz Ayuso
È un vero e proprio cimitero di errori, fin dal sommario e in una didascalia, l’articolo da Madrid di Anna Bonalume pubblicato dall’Espresso. Eccoli, in ordine di apparizione: Sanchez invece di Sánchez; la foto di un paso (scultura a soggetto sacro tipica della Settimana santa) nella chiesa del Cristo di Medinaceli «durante le messe pasquali», delle quali nell’immagine non c’è però nemmeno l’ombra;
Diaz invece di Díaz (e Ayuso invece di Díaz Ayuso, anche se la cattiva abitudine d’indicare solo il secondo cognome invece di entrambi s’incontra talvolta anche nei Paesi di lingua spagnola); Monica Garcia invece di García; il movimento politico Mas Madrid invece di Más Madrid; Maria invece di María;
Stefano Lorenzetto
il quartiere di Lavapiès invece di Lavapiés; e infine Sofia invece di Sofía. Insomma a Madrid deve andare qualcuno che sappia lo spagnolo, o in redazione qualcuno dovrebbe preoccuparsi di correggerlo (magari dando un’occhiata anche al tedesco, visto che alla fine dello sfortunato articolo la città bavarese di Augsburg diventa Ausburg).
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Dal sito della Repubblica: «La morte del principe Filippo pone interrogativi sul futuro di Elisabetta e dei suoi figli e nipoti: ma pochi credono che la regina potrebbe abdicare». Piangesi la dipartita del duca di Edimburgo e del congiuntivo. Pochi credono che la stampa possa emendarsi.