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    CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - “QUELLE CHE PROVANO A GODERSELA, VENGONO STECCHITE DALLA PUNIZIONE DIVINA: IL VAIOLO SI PORTA VIA LA CORTIGIANA BALZACHIANA NANÀ E ANCHE LA MARCHESA DE MERTEUIL NE ‘LE RELAZIONI PERICOLOSE’”, SCRIVE CHIARA TAGLIAFERRI SU “DOMANI”. DUOLE DELUDERLA, MA HONORÉ DE BALZAC NON C’ENTRA NULLA, ESSENDO NANÀ L’INFELICE PROTAGONISTA DELL’OMONIMO ROMANZO DI ÉMILE ZOLA - LO SFONDONE STORICO DI MATTIA FELTRI SUGLI ARMENI


     
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    Stefano Lorenzetto Stefano Lorenzetto

    “Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

    (http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

     

     

    In un’intervista (peraltro nobilissima) rilasciata al Corriere della Sera in occasione dell’arresto in Francia del latitante Giorgio Pietrostefani, mandante dell’uccisione di Luigi Calabresi, il figlio del commissario di polizia assassinato nel 1972 da Lotta continua ricorda: «Il giorno dopo l’omicidio di mio padre, sul Corriere della Sera apparve un solo necrologio firmato da un privato cittadino.

     

     

    mario calabresi direttore de la repubblica (3) mario calabresi direttore de la repubblica (3)

     

     

    Fatico a pensare alla solitudine che lo circondò anche da morto. Era tanto tempo fa, erano tempi feroci».

     

     

    Trattandosi di un giornalista, cioè di quel Mario Calabresi che ha diretto La Stampa e La Repubblica, ci saremmo aspettati più precisione.

     

    omicidio luigi calabresi a milano 17 maggio 1972 omicidio luigi calabresi a milano 17 maggio 1972

     

    Magari dipende dal fatto che all’epoca aveva appena 2 anni, e quindi non può ricordare, ma il 18 maggio 1972 sul Corriere, oltre ai necrologi della famiglia, dei parenti, di molte questure d’Italia e di due aziende, apparvero quelli di 14 privati cittadini, comprendenti le partecipazioni al lutto di 111 persone.

     

    Tra i firmatari di tali necrologi figuravano condomini e amministratore del centro residenziale milanese Cherubini 6, davanti al quale il commissario Calabresi venne assassinato, l’imprenditore Antonio Lanfranchi, l’ingegner Orazio Bagnasco e la Lega internazionale per i diritti dell’uomo.

     

    il commissario luigi calabresi il commissario luigi calabresi

    Fra l’altro, Mario Calabresi contraddice sé stesso, perché nel libro Spingendo la notte più in là (Mondadori), in cui racconta la storia della sua famiglia, scrive: «Luigi Calabresi, padre di due bambini con un terzo in arrivo, ucciso con due colpi sparati alle spalle, vittima di un pubblico linciaggio furioso, ebbe solo quattro necrologi spontanei e non dovuti».

     

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    MARIO CALABRESI SPINGENDO LA NOTTE PIU IN LA MARIO CALABRESI SPINGENDO LA NOTTE PIU IN LA

    Nel titolo d’apertura di prima pagina, dedicato al caso del presunto stupro di gruppo che vede fra gli indagati il figlio di Beppe Grillo, La Verità specifica: «I giudici dovranno capire qual’era lo stato psicofisico della ragazza alle prese con i tre giovani».

     

    Quale si può troncare in qual, ma non si apostrofa mai dinanzi a parola che inizi per vocale (qual è, non qual’è).

     

     

    Ove non bastasse la conoscenza della grammatica, dovrebbe sopperire l’incipit della Divina Commedia, soprattutto a 700 anni dalla morte di Dante Alighieri: «Nel mezzo del cammin di nostra vita / mi ritrovai per una selva oscura, / ché la diritta via era smarrita. / Ahi quanto a dir qual era è cosa dura / esta selva selvaggia e aspra e forte / che nel pensier rinova la paura!».

    CIRO GRILLO CIRO GRILLO

     

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    «Giallo nel Reggiano: fermato il figlio dell’uomo uomo trovato col cranio sfondato in casa con la moglie ferita», titola il sito della Repubblica.

     

    Ricapitolando: 1) l’uomo è davvero un uomo, e non una donna; 2) l’assassino gli ha sfondato il cranio in casa usando la moglie ferita come arma contundente. La famosa analisi illogica.

     

    VANESSA FERRARI VANESSA FERRARI

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    Sul medesimo sito: «Il ritorno su un podio degli Europei dopo 7 anni sulle note di “Bella Ciao”, e proprio nel giorno della Liberazione. Vanessa Ferrari conquista la medaglia di bronzo nel corpo libero alla rassegna di continentale (sic) di Basilea».

     

     

    Ma allenarsi per 7 anni con Bella ciao nelle orecchie non sarà troppo anche per i più resistenti della Resistenza?

     

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    mattia vittorio feltri mattia vittorio feltri

    Nella sua rubrica Buongiorno sulla prima pagina della Stampa, Mattia Feltri incappa in uno sfondone storico: «Gli armeni furono spazzati via in particolare negli anni della Seconda guerra mondiale, il novanta per cento fu ammazzato o cacciato dalla Turchia e più dei numeri potrà il testo di un telegramma spedito dal governo centrale alla prefettura di Aleppo – oggi in Siria, allora nell’Impero Ottomano. “Il governo ha deciso di eliminare completamente tutti gli armeni... senza riguardo per le donne, i bambini, i malati.

     

    genocidio armeno 2 genocidio armeno 2

    Per quanto possano essere tragici i mezzi di sterminio... bisogna mettere fine alla loro esistenza”». Il genocidio armeno a opera dei turchi iniziò nel 1894, culminò nel 1915 e proseguì fino al 1922. Infatti il telegramma citato da Feltri fu spedito il 16 settembre 1915 da Mehmed Talat Pascià, l’architetto del Metz Yeghérn (Grande Crimine), come documentano le ricercatrici Flavia Lattanzi ed Emanuela Pistoia in The Armenian Massacres of 1915-1916 a hundred years later open. Questions and tentative answers in international law (Springer).

    chiara tagliaferri 2 chiara tagliaferri 2

     

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    «Quelle che provano a godersela, vengono stecchite dalla punizione divina: il vaiolo si porta via la cortigiana balzachiana Nanà e anche la marchesa de Merteuil ne Le relazioni pericolose», scrive Chiara Tagliaferri su Domani.

     

    Duole deluderla, ma Honoré de Balzac non c’entra nulla, essendo Nanà l’infelice protagonista dell’omonimo romanzo di Émile Zola (come Tagliaferri dovrebbe ben sapere, visto che è una scrittrice).

     

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    Didascalia sotto una foto a corredo di un servizio del Corriere della Sera su Fernande Grudet (1923-2015), meglio nota come Madame Claude, che in Francia arrivò ad arruolare 500 prostitute: «Madame Claude fu anche una potente “protettrice”. Insisteva che le “sue” ragazze imparavano i modi dell’alta società».

     

    Ci sfugge il significato dell’anche, avendo costei fatto soltanto la maîtresse. E per l’agghiacciante imperfetto al posto del congiuntivo ci appelliamo a san Francesco di Sales, protettore dei giornalisti.

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