Stefano Lorenzetto
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
In una paginata su Libero, incentrata su papa Francesco abbandonato dai propri sostenitori, Antonio Socci, fra i maggiori esperti di vicende ecclesiastiche, esamina la sorprendente «requisitoria» uscita sulla Repubblica a firma di Alberto Melloni, «simbolo della “Scuola di Bologna” e dell’ala “progressista” della Chiesa», fino a ieri fan sfegatato del pontefice argentino.
antonio socci
A un certo punto Socci scrive, riferendosi al professore: «Attacca inoltre l’ispezione ordinata da Bergoglio alla Congregazione del clero, “gesto” dice Melloni “inedito e inutile… che dice della ruvidità con cui viene trattato anche chi – ad esempio il prefetto uscente cardinale Stella – ha servito il Papa lealmente”».
Socci annota: «Va ricordato che il card. Stella è ritenuto uno degli strateghi dell’elezione di Bergoglio, nel 2013, perciò questa è un’altra rottura pesante del pontefice con il suo mondo». Non è così. Beniamino Stella non ebbe alcuna influenza su quel conclave, essendo all’epoca lo sconosciuto presidente della Pontificia accademia ecclesiastica.
alberto melloni
Semmai è vero il contrario: fu proprio Francesco a crearlo cardinale il 22 febbraio 2014, quindi l’anno successivo alla propria elezione al soglio di Pietro.
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Sempre nell’editoriale commentato su Libero da Antonio Socci, il professor Alberto Melloni scrive a proposito del caso Becciu: «La polizia giudiziaria italiana e vaticana ha perquisito la diocesi di Ozieri». Non sapevamo che le polizie dei due Stati fossero state unificate.
bergoglio con i fedeli brasiliani 4
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In tema di concordanza fra soggetto e verbo, La Repubblica concede il bis. Ecco Anna Lombardi in un articolo da Tulsa: «Ma il clima di tensione in cui si è svolta la commemorazione dimostra quanto l’orrore di quel massacro è solo una delle ferite aperte», con tanti saluti al congiuntivo sia.
E subito aggiunge: «Minacce suprematiste e una polemica su come spendere i fondi per i discendenti delle vittime, ha spinto il musicista John Legend...», con tanti saluti al verbo plurale, hanno, per non parlare della virgola che separa il soggetto dal predicato verbale.
La Stampa in tandem col morto
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Tweet della Stampa: «La storia di Maurizio, l’ex calciatore che ha perso la vita e ora viaggia in tandem». Il proverbiale peso morto.
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Sommario della Verità per l’editoriale del direttore Maurizio Belpietro: «L’unica cosa certa è che Palazzo dei Marescialli è compromesso dagli scandali: adesso bisogna scioglierlo». Allora, più che l’acido, serviranno le ruspe.
Tesla per Sole 24 Ore traina 2,5 chili
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Nell’editoriale di prima pagina, dal titolo «La sinistra e il deficit del leader forte», Mauro Calise sul Mattino di Napoli ci regala il seguente periodo: «Mettetevi per un momento nei panni dello stato maggiore – si fa per dire – demogrillino, cosa possono provare a inciarmare almeno per contenere le perdite?».
Inciarmare sul Mattino
Noi ci mettiamo nei panni nostri, cioè dei lettori che non inciarmano epperò inciampano in questo misterioso verbo. («Inciarmare, in napoletano “spettegolare, inciuciare, architettare qualcosa”, deriva dal francese (en)charmer, “affascinare, incantare, stregare”, con un evidente allargamento di significato in senso negativo».
Fonte: ’O Napulitano, «blog sul corretto uso del dialetto napoletano». Molto consultato da ’O Mattino, evidentemente).
alessandro sallusti ph massimo sestini 2
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«Tesla Model X traino fino a 2,5 kg», annuncia il sito del Sole 24 Ore. Praticamente potete attaccarci dietro la borsa della spesa.
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Alla quarta riga del suo editoriale di prima pagina su Libero, Alessandro Sallusti infila la frase «nel corso del G7 in corso in Cornovaglia». Ecco un direttore che scrive di corsa.
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In un pezzo dal titolo «Milano, sparatoria alle Colonne di San Lorenzo: carabinieri aggrediti con pitbull e bottiglie», sul sito del Corriere della Sera, Cesare Giuzzi riferisce: «L’animale non è stato ferito o almeno è riuscito a fuggire ed è stato rintracciato in una clinica veterinaria, ferito ma in buone condizioni». Non è stato ferito, anzi è stato, però è come se non fosse stato.
Stefano Lorenzetto
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Dalla Gazzetta di Mantova: «Nel 1948 Dino Villani, uno dei padri della pubblicità in Italia, sostenuto dal sindaco di allora, Tebe Mignoni, e dallo scrittore, poeta e cineasta Matteo Zavattini, fondò il Premio Suzzara». Trattasi, invero, di Cesare Zavattini. Quanto a Matteo Zavattini, nessuno sa chi sia.