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Siamo in semifinale. Voliamo a Yokohama, dopo una partita incredibile, dagli altissimi contenuti emotivi, contro un Giappone che ha opposto, davanti al suo pubblico, una strenua resistenza, ha lottato palla su palla opponendo alle nostre tutta la propria carica agonistica e la propria capacità difensiva per non uscire dal 'suo' mondiale. Forse non è stata l’Italia brillante delle partite precedenti, forse la componente psicologica ha pesato sui giovani cuori azzurri, ma alla fine il successo è arrivato, sofferto e per questo capace di regalare una grande, grandissima gioia. Andiamo avanti due volte, ci facciamo rimontare, poi la spuntiamo al termine di un tie break al cardiopalma. I 34 punti di Egonu ci portano in cielo. Domani con la Serbia ci giochiamo il primo posto. Ma andiamo avanti e questo è quello che conta.
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Concentrate e determinate le azzurre partono con il piede giusto mettendo subito in difficoltà le nipponiche in ricezione. Malinov gestisce magistralmente il gioco chiamando in causa tutte le sue attaccanti. Mettiamo subito un gruzzoletto di punti da parte. 8-4 al primo time out tecnico. Le giapponesi, sostenute dal pubblico lottano cercando di sfruttare l’arma della difesa e del contrattacco. Recuperano qualcosa, al secondo time out il nostro vantaggio è di tre (16-13). In questa fase siamo più forti della formazione di Kumi Nakada che, nonostante l’impegno e la voglia di stupire i tanti tifosi che hanno riempito il palazzetto di Nagoya, devono arrendersi ai nostri precisi attacchi e ai nostri muri (quattro vincenti nel parziale). Voliamo via, non servono i cambi dalla panchina, non basta la volontà per fermarci. Il primo set lo chiudiamo in surplace. Un perfetto attacco di Lucia Bosetti ci porta avanti.
L’orgoglio nipponico viene fuori prepotente all’inizio del secondo set. In questa fase Ishii e socie difendono l’impossibile. Andiamo sotto di quattro (3-7), anche per qualche sbavatura in attacco. Il parziale va avanti per inerzia con le giapponesi che mantengono un certo margine fino al time out tecnico (11-16). L’Italia non riesce a riavvicinarsi. La grande reazione azzurra al ritorno in campo. Una serie di Bosetti al servizio ci riporta ad un punto. Paola Egonu scalda la mano in prima linea ma non basta. Il Giappone tiene ed un errore a rete di Danesi riporta le squadre in parità. Tutto da rifare.
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La ripartenza dell’Italia è condizionato dalla paura e dal nervosismo. Troppe sbavature in ricezione e in attacco. Loro continuano a difendere tutto o quasi. Andiamo sotto 0-3. Poi ci scuotiamo. Un muro di Danesi annulla il gap. Ci sblocchiamo, usciamo dalla buca. Il gioco d’incanto torna fluido. 8-6 per noi al time out tecnico. Arachi tiene in quota le sue ma in questa fase abbiamo una marcia in più, dalle mani di Paola Egonu escono fuori dei missili imprendibili. Anna Danesi firma il suo 31° muro del Mondiale e ci porta avanti di quattro (14-10). Egonu non si ferma più. Risolve Sylla con un perentorio attacco sul quale nulla possono neanche le formidabili difese del Giappone.
Si lotta palla su palla nel quarto e decisivo set. Mazzanti chiama il time out con l’Italia due punti sotto che diventano subito tre (4-7). Ma ritorniamo sotto e pareggiamo i conti. Come nel secondo set le giapponesi nella parte centrale del parziale prendono il largo. Ishii al servizio ci mette in diffcoltà. 10-16 per le nostre avversarie che danno tutto, gasate dal pubblico. Tanti errori nella metà campo azzurra che sentono vicino il traguardo e per questo perdono lucidità. Molliamo. Non servono i gli ingressi di Pietrini, Parrocchiale e Cambi, pure positive. Non riusciamo più a riprenderle. Il Mondiale ce lo giochiamo in un tie break.
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Nel quinto set ogni pallone scotta. Malinov si affida a Paola Egonu che non si fa pregare. Un ace di Arachi porta il Giappone avanti di due (5-7). Si gira 6-8. Dalla parte giapponese si sbaglia pochissimo. Ma siamo lì, lottiamo. Un muro di Anna Danesi ci riporta avanti (10-9). Muro e bordata di Sylla 14-11. Battono forte i cuori, da una parte e dall’altra. Ci annullano due match point. Bomba di Egonu, suspance per il Challenge chiesto dal Giappone, fino alla fine. E’ buooona. Siamo a Yokohama.
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