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    FINE SMART WORKING MAI – LE REGOLE PER IL LAVORO DA REMOTO NON CAMBIANO, MA ORLANDO E BRUNETTA FIRMANO UNA CIRCOLARE PER METTERE LE MANI AVANTI, RACCOMANDANDOLO IN VISTA DEL PICCO DEI CONTAGI PREVISTO PER LE PROSSIME SETTIMANE – LE AZIENDE PRIVATE POTRANNO LASCIARE A CASA I LAVORATORI CHE SVOLGONO ATTIVITÀ CHE POSSONO ESSERE ESEGUITE DA REMOTO, SENZA DOVER SOTTOSCRIVERE UN ACCORDO INDIVIDUALE, MENTRE NEL PUBBLICO SARANNO LE…


     
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    Andrea Bassi per "Il Messaggero"

     

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    Sullo smart working, sia nel pubblico impiego che nel privato, le regole non cambieranno. Ma il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e quello del lavoro, Andrea Orlando, hanno firmato una circolare per raccomandare nell'ambito delle attuali regole, il ricorso al lavoro da remoto in vista del picco dei contagi previsto per le prossime settimane, utilizzando proprio quella flessibilità che le attuali regole consentono.

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    Nel privato la proroga dello stato di emergenza fino al 31 marzo del 2022 ha automaticamente allungato fino a quella data anche le regole emergenziali per il lavoro da remoto. Le aziende potranno lasciare a casa i lavoratori che svolgono attività che possono essere eseguite da remoto, senza la necessità di dover sottoscrivere con ciascuno di loro l'accordo individuale previsto dalla legge 81 del 2017. Nei mesi scorsi, quando l'ondata pandemica sembrava, anche grazie all'utilizzo dei vaccini, essersi placata, molte aziende avevano fatto rientrare i propri dipendenti negli uffici.

     

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    I diversi casi, però, è stata mantenuta una quota di smart working, soprattutto nelle grandi imprese. Anche nel pubblico il ministro Brunetta già da ottobre aveva decretato il ritorno in presenza degli statali, nel contempo regolando attraverso decreti ministeriali e linee guida, lo smart working a regime, definitivamente disciplinato dal contratto firmato proprio ieri dal presidente dell'Aran, Antonio Naddeo, con i sindacati.

     

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    LE REGOLE Nel pubblico impiego le direttive di Brunetta prevedono una «prevalenza» del lavoro in presenza rispetto a quello da remoto. Proprio questa previsione aveva suscitato dei dubbi tra le amministrazione e anche tra i sindacati che, ormai da giorni, chiedono che fino a marzo si torni nel pubblico impiego totalmente in smart working. Il punto, tuttavia, era già stato chiarito dal Dipartimento della Funzione pubblica in una serie di Faq (domande frequenti), pubblicate sul sito del ministero.

     

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    Una di queste Faq spiega che «ogni amministrazione può programmare il lavoro agile con una rotazione del personale settimanale, mensile o plurimensile». Questo consente, spiega il ministero, di «prevedere l'utilizzo dello smart working con ampia flessibilità, anche modulandolo, se necessario, sulla base dell'andamento dei contagi, tenuto conto che la prevalenza del lavoro in presenza contenuta nelle linee guida potrà essere raggiunta anche al termine della programmazione». Insomma, è la linea di Brunetta, «ciascuna amministrazione potrà equilibrare lavoro agile e in presenza secondo le modalità organizzative più congeniali alla propria situazione, anche considerando l'andamento epidemiologico nel breve e nel medio periodo».

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    Concetti questi, che verranno ribaditi nella circolare sullo smart working in preparazione. La nuova spinta al lavoro da remoto non è l'unica novità che riguarda i pubblici dipendenti. Il decreto Covid approvato ieri dal governo introduce il Green pass anche per gli utenti degli uffici pubblici che, fino ad oggi, erano stati esclusi dall'obbligo. Intanto sempre ieri, Brunetta e il presidente dell'Inps Pasquale Tridico, hanno inviato una lettera a tutte le amministrazioni pubbliche sull'introduzione dell'assegno unico per i figli.

     

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    Si tratta, hanno scritto nella missiva di «una grande innovazione per tutte le famiglie italiane» e «una drastica semplificazione». Con la lettera poi, hanno invitato le amministrazioni a comunicare ai dipendenti «l'importante opportunità» dell'assegno unico e universale per i figli e a pianificare «prontamente gli adeguamenti procedurali necessari a far decollare con celerità questo nuovo strumento».

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