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    LE RELAZIONI PERICOLOSE DEL CAPO ULTRÀ DEL MILAN LUCA LUCCI, L’UOMO DELLA STRETTA DI MANO A SALVINI - IL BUSINESS CON UNO DEI PIÙ IMPORTANTI PADRINI DELLE COSCHE CALABRESI, ESPRESSIONE DELLA POTENTISSIMA COSCA BARBARO-PAPALIA - IL TRAFFICO DI COCA E IL GIALLO DEI CONTI A MALTA...


     
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    Cesare Giuzzi per “il Corriere della sera - Edizione Milano”

     

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    Gli abiti da lavoro non li ha mai indossati. Lui, ufficialmente elettricista, il suo stipendio l' ha sempre preso dalla moglie Valeria Bonomelli. O meglio dall' intestataria della associazione «1899», ufficialmente club dei tifosi rossoneri, in realtà come sostiene il Tribunale schermo non solo delle ricchezze di famiglia, ma del finanziamento del traffico di droga.

     

    Eccoli gli affari del «toro» Luca Lucci, capo ultrà del Milan e protagonista della stretta di mano con il ministro Matteo Salvini. Affari che vengono svelati e ricostruiti nel dettaglio nelle 73 pagine del provvedimento del Tribunale delle misure di prevenzione con il quale i giudici, guidati da Fabio Roia, gli hanno sequestrato beni per un milione di euro.

     

    Nel decreto emergono le relazioni pericolose del capo della Curva rossonera. Conoscenze, amicizie e frequentazioni che, come mette in luce la polizia nelle indagini patrimoniali che hanno fatto seguito al patteggiamento a un anno e sei mesi per spaccio di droga, spaziano dalla malavita locale agli uomini delle cosche più importanti della 'ndrangheta.

     

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    Su questo fronte uno dei legami più significativi è quello con Rosario Calabria, 30 anni e Antonio Rosario Trimboli, 37 anni. È lo stesso Lucci a rivelarlo ai poliziotti del commissariato Centro dopo il suo arresto un anno fa. Nell' occasione il capo ultrà del Milan diceva di essere proprietario del ristorante «I Malacarne» di via Lombardia 102 a Cologno Monzese. Un' attività nella quale compaiono anche Calabria, Trimboli e Antonio Gullì, soggetti - scrivono i giudici - «legati alle famiglie della 'ndrangheta jonica e con precedenti penali per sostanze stupefacenti e altro».

     

    In particolare Trimboli e Calabria sono stati arrestati il 28 agosto 2007 per un pestaggio avvenuto davanti alla stazione di Bianco, in Calabria, insieme al 35enne Domenico Papalia. Non un personaggio qualsiasi visto che Micu Papalia, pur non avendo riportato condanne per associazione mafiosa, è il figlio del boss ergastolano Antonio di Buccinasco. Uno dei più importanti padrini delle cosche calabresi, ed espressione della potentissima cosca Barbaro-Papalia.

     

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    Trimboli, nel 2008, viene fotografato dai carabinieri mentre insieme al pregiudicato Domenico Sergi (classe 1957) si presenta al mobilificio di Corisco di Bruno Longo, il vecchio boss arrestato e condannato in Infinito come «capo del locale di Corsico». Cosa ci fanno personaggi legati a un clan tanto potente in affari con l' uomo della stretta di mano a Salvini?

     

    Storico amico di Lucci, come già emerso nelle indagini sull' omicidio dell' avvocatessa Marianna Spinella, è il pregiudicato Daniele Cataldo. Con lui trafficava coca con Lucci già nel 2007. Nel marzo 2015 la polizia gli ha sequestrato un box con hashish pistole e fucili. L' amico di sempre Giancarlo «Sandokan» Lombardi, pregiudicato ex capo della Curva Sud, e Michele Cilla, interessi nei locali notturni di Milano e prestanome del clan Fidanzati (Cosa Nostra), sono invece soci con Lucci nella Kobayashi di viale Abruzzi.

    Azienda di abbigliamento, ufficialmente inattiva. Nei conti della famiglia Lucci compaiono bonifici per 67 mila euro dalla maltese Centurion bet.

     

     

    Ufficialmente si occupa di scommesse online, ma per la Dda di Catanzaro è controllata dalla cosca Arena di Isola Capo Rizzuto. Dalla quale era utilizzata per finanziare i traffici di cocaina. Quanti affari misteriosi per l' amico di Salvini.

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