Estratto dell’articolo di Domenico Agasso per www.lastampa.it
missili israeliani colpiscono ospedale a gaza city 2
La guerra è una sconfitta, la soluzione per il conflitto in Israele è quella dei due Stati. L'antisemitismo c'è, la Shoah non è bastata. «Non dobbiamo abituarci alle guerre». C’è una «possibile escalation, sarebbe la fine di tante cose». È l'ora più buia, il problema è l'industria delle armi. «Chiamo i religiosi a Gaza ogni giorno. Ci sono 563 persone nella parrocchia». E poi, l’Ucraina, dove il popolo è martire: bisogna cercare un accordo di pace. «Volevo andare a Kiev e Mosca. Ho fatto liberare prigionieri». «Sarò a Dubai per la Cop 28». Maradona e Messi «due campioni, ma io preferisco Pelè». Papa Francesco lo afferma nella lunga intervista al direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, andata in onda al termine del telegiornale.
gaza distrutta dagli attacchi israeliani 3
«Ogni guerra è una sconfitta - afferma il Pontefice - Non si risolve nulla con la guerra. Niente. Tutto si guadagna con la pace, con il dialogo. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso qualcuno. E poi la reazione. Gli israeliani andare a prendere quegli ostaggi, a salvarli. Nella guerra uno schiaffo provoca l'altro. […]. La guerra è una sconfitta. Io l'ho sentita come una sconfitta in più». Due popoli «che devono vivere insieme. Con quella soluzione saggia: due popoli due Stati. L'accordo di Oslo: due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale».
attacco missilistico israeliano a gaza 5
Il Vescovo di Roma telefona ai religiosi a Gaza quotidianamente: «Li chiamo tutti i giorni e c'è anche una suora argentina lì e il parroco era a Betlemme nel momento che è scoppiato tutto, non è riuscito a tornare perché era andato a Betlemme ad acquistare medicine. Adesso è a Gerusalemme ma non può entrare».
E il «viceparroco egiziano, padre Yussuf, lo chiamo tutti i giorni e mi dice “ma questo è terribile, adesso l'ultima cosa è che hanno bombardato l’ospedale, ma a noi in parrocchia ci rispettano, in parrocchia abbiamo 563 persone, tutti cristiani e anche qualche musulmano. […]».
Alla domanda se teme un rigurgito dell’antisemitismo Bergoglio risponde che «purtroppo l'antisemitismo rimane nascosto. Lo si vede, giovani per esempio, di qua e di là che fanno qualche cosa. […] Purtroppo, non è passato. Non saprò spiegarlo e non ho spiegazioni è un dato di fatto che io vedo e non mi piace».
ISRAELE GAZA
Scandisce con amarezza il Papa: «L’ora è molto buia. Non si trova la capacità di riflettere con chiarezza e all'ora più buia io aggiungerò: una sconfitta in più. È così dall'ultima guerra mondiale, dal '45 fino adesso, una sconfitta dopo l'altra perché le guerre non si sono fermate. Ma il problema più grave ancora sono le industrie delle armi - aggiunge - Mi dice una persona che capisce di investimenti, che ho conosciuto in una riunione, che oggi gli investimenti con più reddito sono le fabbriche delle armi».
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Francesco ricorda «il momento più duro del pontificato», all’inizio, «quando scoppiò con tanta forza la guerra in Siria e ho fatto in piazza un atto di preghiera, dove pregavano cristiani e anche musulmani che hanno portato il tappeto per pregare. Questo momento molto duro. Per me è una cosa brutta, ma poi, questo non è bello dirlo, uno si abitua, purtroppo uno si abitua. Non dobbiamo abituarci».
Il Pontefice si sofferma sul pericolo escalation militare: «Sarebbe la fine di tante cose e di tante vite. Io penso che la saggezza umana fermi queste cose. Sì, c'è la possibilità ma… e a noi questa guerra ci tocca per quello che significa Israele, Palestina, la Terra Santa, Gerusalemme ma anche l'Ucraina ci tocca perché è vicina. Ma ci sono tante altre guerre che a noi non toccano: Kivu, lo Yemen, il Myanmar con i Rohingya che sono dei martiri. Il mondo è in guerra ma c'è l'industria delle armi dietro».
PUTIN BERGOGLIO
La questione guerra in Ucraina e i tentativi del Vaticano in favore della pace: «Penso al popolo ucraino, non dobbiamo giudicarlo oggi. Il popolo ucraino è un popolo martire, ha avuto persecuzioni al tempo di Stalin, molto forti. […] Ho letto un libro commemorativo su questo e sul martirio terribile, è stato terribile, Siberia… È stato un popolo che soffre tanto e adesso qualsiasi cosa gli fa rivivere quello, io li capisco e ho ricevuto il presidente Zelensky, capisco, ma ci vuole la pace. Fermatevi! Fermatevi un po' e cercate un accordo di pace, gli accordi sono la vera soluzione di questo. Per ambedue».
IL RISIKO DI BERGOGLIO CON ZELENSKY - MEME BY EMILIANO CARLI
Il secondo giorno «della guerra in Ucraina sono andato all'ambasciata russa, ho sentito che dovevo andare lì e ho detto che ero disposto ad andare da Putin se serviva a qualcosa. L'ambasciatore bravo - ha finito adesso - un funzionario della Russia. E da quel momento ho avuto un buon colloquio con l'ambasciata russa. Quando io presentavo dei prigionieri, io andavo lì e loro liberavano, hanno liberato anche da Azov. Insomma l'ambasciata si è comportata molto bene nel liberare le persone che si potevano liberare. Ma il dialogo si è fermato lì. In quel momento mi scrisse Lavrov: “Grazie se vuole venire, ma non è necessario”. Io volevo andare da entrambe le parti».
BERGOGLIO PUTIN PADRE GEORG
Jorge Mario Bergoglio conferma che «sì, andrò a Dubai per la Cop28 sul clima. Credo che partirò il primo dicembre fino al 3 dicembre. Starò tre giorni lì».
Maradona o Messi? «Io dirò un terzo, Pelé. Maradona come giocatore un grande, un grande. Ma come uomo è fallito. Poveretto è scivolato con la corte di quelli che lo lodavano e non lo aiutavano. È venuto a trovarmi qui il primo anno di pontificato e poi poveretto ha avuto la fine. È curioso: tanti sportivi finiscono male. Anche della boxe. Messi è correttissimo. È un signore. Ma per me di questi tre il grande signore è Pelé. Un uomo di un cuore. Ho parlato con Pelé, una volta l'ho incontrato su un aereo quando ero a Buenos Aires, abbiamo parlato. Un uomo di una umanità così grande. I tre sono grandi. Ognuno con la sua specialità. Messi è bravo in questo momento. E Pelé era bravo».
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Il tema migrazioni: «L’Europa deve essere solidale» con i paesi dove sbarcano i migranti - Cipro, Grecia, Italia, Malta e Spagna - «non possono questi cinque paesi prendere tutti e i governi dell'Europa devono entrare in dialogo». Le donne nella Chiesa: il Papa assicura che ci sarà sempre più spazio per loro, ma sulle ordinazioni «c’è un problema teologico».
Il celibato sacerdotale? «È una legge che può essere tolta, non c'è problema», ma «non credo che aiuti. Perché il problema è un altro. Non aiuta» a sconfiggere la crisi delle vocazioni.
Putin e il Papa lo scorso novembre
Argomento accoglienza dei gay: «La Chiesa riceve le persone, tutti e non si domanda come sei. Un'altra cosa è quando ci sono delle organizzazioni che vogliono entrare. Il principio è questo: la Chiesa riceve tutti coloro che possono essere battezzati. Le organizzazioni non possono essere battezzate. Le persone sì».
[…] Il Pontefice dice di non essere «un Papa di sinistra: le vere qualifiche sono: è coerente, non è coerente?». E poi, il Bergoglio privato: l’ultima volta che è stato al mare era «il 1975». La sua fidanzata di prima di prendere i voti? «Una ragazza molto buona. Lavorava nel cinema. Era buona. Poi l'ha ritrovata l'arcivescovo di Rosario in una parrocchia con il marito, i figli». All’interrogativo sulla salute del Papa dice: «Ancora vivo. Adesso sto benissimo».
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