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Le Sorelle d’Italia si sono prese la scena. Su 12 ori conquistati ai Giochi di Parigi, nove sono stati vinti dalle donne (considerando anche i due presi dalle coppie miste Banti-Tita e Bacosi-Rossetti). Le vie en rose dello sport italiano.
Nel 1924 ai Giochi di Parigi le donne erano il 4,4% del totale e il padre nobile dell’olimpismo De Coubertin fu costretto ad ammetterle contro la propria volontà. Un secolo dopo è cambiato tutti. Per la prima volta in questa edizione dei Giochi hanno rappresentato numericamente la metà degli atleti in gara. Nella spedizione azzurra la quota rosa era al 48% con 194 partecipanti su 402.
Abbiamo visto Alice Bellandi salire sul gradino più alto del podio nel judo e baciare la compagna, siamo rimasti estasiati da Alice D’Amato nella ginnastica artistica, ci siamo rotolati nella terra rossa con Sara Errani e Jasmine Paolini (un secolo dopo la tennista Rosetta Gagliardi, la prima a comparire in una spedizione azzurra, ai tempi dei Giochi di Anversa del 1920) e abbiamo surfato con Marta Maggetti. Nella corsa di ciclismo più pazza del mondo abbiamo sfrecciato insieme a Consonni e Guazzini.
alice d'amato
E poi le squadre: dalle spadiste alle ragazze dell’Italvolley, l’oro si è tinto di rosa. Appartengono ormai alla mitografia di Olympia le imprese della velista Caterina Banti, che ha confermato il titolo olimpico in coppia con Ruggero Tita nel Nacra 17, e Diana Bacosi, già vincitrice della medaglia d'Oro nello skeet ai Giochi olimpici di Rio, che stavolta è salita sul gradino più alto con Gabriele Rossetti.
Lo sport cambia. Le donne non solo partecipano ma vincono. L'amministrazione sportiva resta, invece, prevalentemente maschile. Il Cio, come il Coni, non ha mai avuto un presidente donna…
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