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    LE SVASTICHELLE TEDESCHE SI POSSONO ANCHE SACRIFICARE, MA MARINE LE PEN NO (E ALLORA TI ATTACCHI) – MATTEO SALVINI NON È DISPOSTO A FARE A MENO, IN EUROPA, DELLA LEADER DEL “RASSEMBLEMENT NATIONAL”, SUA STORICA ALLEATA. E COSÌ, SI AVVIA ALL’IRRILEVANZA: IL PPE NON ACCETTERÀ MAI IN MAGGIORANZA LA SOVRANISTA FRANCESE. E POI CHE FAREBBE MACRON? SENZA I LIBERALI, A OGGI, NON SEMBRA POSSIBILE AVERE UNA MAGGIORANZA – L’UNICA POSSIBILITÀ È UNA NUOVA “MAGGIORANZA URSULA” CON L’AGGIUNTA DEI CONSERVATORI (O DEI SOLI “FRATELLI D’ITALIA)


     
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    1. LA LEGA ALLA MELONI: “ALLEATI A LE PEN COME FRATELLI D’ITALIA CON VOX”

    Estratto dell’articolo di Antonio Bravetti per “la Stampa”

     

    matteo salvini e marine le pen matteo salvini e marine le pen

    Per Matteo Salvini l'alleanza con Marine Le Pen è «intoccabile», mentre per Forza Italia è «inconciliabile». Prosegue la guerriglia di posizionamenti nel centrodestra in vista del rinnovo del Parlamento europeo. Salvini stringe i bulloni del rapporto con la destra francese e al tempo stesso manda un segnale agli alleati di governo italiani: per costruire una nuova maggioranza in Europa è pronto a sacrificare l'AfD, ma del Front National «non se ne può fare a meno».

     

    Per Fi «Salvini è il benvenuto nel Ppe, ma diventa difficile se vuole con sé Le Pen. Servirebbe un miracolo per farla diventare europeista». […] «A Tajani risponderanno gli elettori», avverte il segretario leghista. Cresce la tensione tra Lega e Fi. Salvini prova a mettere al riparo il governo: «L'esecutivo non c'entra nulla, non è in discussione», garantisce. Parole che non scalfiscono le barricate di Forza Italia contro il Rassemblement National e AfD […] «Tajani non mette veti - spiega il capogruppo alla Camera Paolo Barelli - ma se Salvini vuole con sé Le Pen è difficile da accettare, a meno che i partiti dichiaratamente anti europei non trovino il modo di convertirsi».

     

    mateusz morawiecki e giorgia meloni a varsavia mateusz morawiecki e giorgia meloni a varsavia

    Salvini non ci sta e ribatte: «Cosa vuole dire antieuropei? Criticare la Banca centrale europea che con i suoi atti alza i mutui delle famiglie italiane significa essere antieuropei?

    Chiedere una politica comune contro l'immigrazione? Cosa vuol dire sovranisti?». Marco Zanni, eurodeputato leghista e capogruppo di Id, non ha dubbi sulla strada da seguire: «Le Pen guida il primo partito di Francia, AfD è secondo partito in Germania, in Spagna Vox va a gonfie vele. Ignorare questa tendenza è miope».

     

    MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI

    Salvini vuol presentare una Lega più «radicale», in patria e all'estero, forte della debolezza dei suoi competitor interni: Zaia punta al terzo mandato da governatore del Veneto, Fedriga e Giorgetti hanno il loro da fare. […] La novità è che il segretario della Lega non considera indispensabile un'alleanza con Alternative fur Deutschland ed è disposto a scaricare il partito dell'estrema destra tedesca per recuperare il confronto con Forza Italia e FdI. […]

     

    2. A BRUXELLES L’IPOTESI “URSULA PIÙ FDI” E LA LEGA VA A CACCIA DI CONSENSI A DESTRA

    Estratto dell’articolo di F. Mal. per “il Messaggero”

     

    marine le pen marine le pen

    […] in attesa che la situazione ai blocchi di partenza si assesti con i voti in Spagna e Polonia, è inevitabile che il più isolato tra i leader italiani a Strasburgo, Matteo Salvini, dia fuoco alle polveri con tanto anticipo.

     

    In primis perché ha così a disposizione 11 mesi per rendere "presentabile" la sua famiglia europea Identità e Democrazia facendo leva sui buoni risultati che si prospettano per Marine Le Pen. E in secondo luogo, per distinguersi da Meloni e avviare quella che tra le fila del Carroccio chiamano la «contro opa» su Forza Italia.

     

    giorgia meloni emmanuel macron 2 giorgia meloni emmanuel macron 2

    […] tra i più navigati esponenti comunitari della maggioranza, in pochi sono convinti che questa strategia possa funzionare. Anche perché, ragionano a Bruxelles, più che sulla maggioranza che andrà a crearsi all'Europarlamento bisogna concentrarsi su quella che esprimerà il presidente della Commissione Ue.

     

    E, pur volendo ipotizzare la possibilità di sceglierlo senza Francia e Germania, i sondaggi oggi dicono che è impossibile fare a meno dei socialisti (di cui fa parte Olaf Scholz) e dei macroniani di Renew. Anzi, mostrano anche come per forza di cose cambierà molto meno di quanto vorrebbe la Lega, rimasta ancorata a quel progetto di "destra europea" che con il patto Ppe-Ecr sognava di strappare la maggioranza e imporre Roberta Metsola a rue de Berlaymont.

     

    MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI MATTEO SALVINI CON MARINE LE PEN A PARIGI

    […] con buona probabilità si dovrà puntare ad un'intesa paragonabile a quella che ha portato Ursula von der Leyen a rue de Berlaymont. Un patto tra Ppe, S&D e Liberali che se però la volta scorsa si forgiò grazie alla stampella di gruppi più piccoli come il M5S, stavolta conterebbe sul sostegno solido dei conservatori.

     

    Meloni è infatti convinta che per l'intero centrodestra italiano la vera sfida è proprio questa, governare anche a Bruxelles. Tant'è che, chi le è molto vicino, spiega già che Salvini, alla fine, dovrà convergere, tradendo il "purismo" elettorale. Una lettura subodorata dai leghisti che quindi aprono già un nuovo fronte dello scontro con il senatore Gian Marco Centinaio. «Non ci interessano le poltrone della Commissione, ma una vera svolta nelle politiche Ue».

    giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia. 3 giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia. 3 giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia. giorgia meloni e mateusz morawiecki a varsavia.

     

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