1. IL BATTAGLIONE SAMMARCO
Massimo Gramellini per “la Stampa”
La cosa grave non è tanto che la sindaca Raggi abbia nominato assessore al Bilancio un ex magistrato economico che dice «sprid» invece di spread e «down ground» invece di downgrade.
RAFFAELE DE DOMINICIS
E non è neanche che i conti depressi della Capitale siano finiti nelle mani di un signore che chiese, inascoltato, 351 miliardi di euro alle agenzie di rating per avere complottato contro Berlusconi e che ha dato alle stampe un saggio, ingiustamente passato sotto silenzio, dal titolo «Giulio Andreotti, Paolo Conte e Tinto Brass».
Non è neppure che questo portento, il dottor De Dominicis, le sia stato segnalato dall' avvocato Sammarco, socio del berlusconiano di estrema destra Cesare Previti. Né che la Raggi, in campagna elettorale, si sia dimenticata di avere fatto pratica nel loro studio per poi minimizzare quella frequentazione imbarazzante riducendola a fugace struscio (a giudicare dalle ultime mosse, non così fugace).
GRILLO RAGGI
La cosa grave è che la sindaca dei Cinquestelle sia salita al Campidoglio senza uno straccio di classe dirigente, mentre il principale scopo di un movimento politico dovrebbe essere quello di selezionare le personalità da inserire nelle istituzioni.
Così la Raggi ha dovuto affidarsi al bricolage, mettendo insieme pezzi della destra romana e figure discusse come quell' assessora all' Ambiente che ha tenuto nascosto per mesi un avviso di garanzia. Ricordate quando Grillo arringava i grulli profetando che in una politica liberata dall' infame presenza dei partiti avrebbe fatto gestire i bilanci dalle casalinghe di Voghera? Evidentemente le casalinghe sono finite. O non sono mai cominciate.
2. DE DOMINICIS GIA’ TRAVOLTO DALLO SPRID
Fabrizio Boschi per “il Giornale”
RAFFAELE DE DOMINICIS
«Un magistrato che ha sempre combattuto per la legalità e la trasparenza», dice sicura di sé il sindaco di Roma Virginia Raggi. Un magistrato che, però, ha qualche problemino con l' inglese. Non che questa sia una novità tra i politici (il premier Matteo Renzi ne è un degno esempio), ma tanto è bastato a esporre il nuovo assessore al Bilancio del Comune di Roma, Angelo Raffaele De Dominicis, agli sfottò di quei malefici del web.
Tutta colpa di un' intervista del 2014 al Corriere della Sera, nella quale De Dominicis si attribuiva il merito del calo dello spread, da lui pronunciato sprid: «Guardi che se lo sprid sta calando». Lo spread, intende. «Sì, insomma, se scende è perché dopo che noi ci siamo mossi quelli si sono dati una calmata con i down ground». I downgrade.
«Ecco, quelli».
Errori veniali, soprattutto per un anziano signore napoletano. Ma i social non perdonano e ancor prima di entrare nel suo nuovo ufficio in Campidoglio, è stato bersagliato da tutte le parti per la sua presunta ignoranza linguistica. I più accaniti sono quelli del Pd.
BEPPE GRILLO E VIRGINIA RAGGI
L' attacco arriva dal deputato ultra renziano Ernesto Carbone: «Ecco il partito-movimento, che voleva dare insegnamenti di democrazia diretta e trasparenza». «È opportuno che un super pensionato, come il neo assessore De Dominicis, cumuli la sua ricca pensione da 150-200mila euro, con un nuovo stipendio? Non sarebbe più giusto un incarico a titolo gratuito?», scrive invece su Facebook il deputato Pd Michele Anzaldi.
«Mr. Sprid, magistrato in pensione, è il secondo assessore al Bilancio di Roma in due mesi. Tocca sempre a noi nonni salvare i regazzini nei guai», scherza su Twitter il giornalista Vittorio Zucconi. E poi una valanga di beffe: «Roma da sprid a spritz è un attimo. Il pressappoco che si fa classe dirigente»; «Altro che mafia capitale, De Dominicis è quello del complotto dello sprid»; «Leggendo st' intervista, questo dura meno de' du' mesi»; «Un genio che ha fermato lo sprid e diventa assessore è un colpo di mercato!»; «Apprendiamo solo ora che l' aperitivo di moda a Roma è lo sprid con una spruzzatina di down ground».
RAGGI 2
Un paio di strafalcioni, insomma, sono bastati per cancellare di colpo una carriera ammirevole come quella di De Dominicis: laureato in giurisprudenza a Napoli e proveniente dall' amministrazione civile dell' Interno, è in magistratura contabile dal 1985.
Nel curriculum ha anche 30 pubblicazioni scientifiche, un libro di poesie e un saggio che intreccia le vite di Giulio Andreotti, Paolo Conte e Tinto Brass. Procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio nel 2011, è in pensione dal giugno scorso.
RAGGI
Si è occupato di Mafia Capitale, delle leggi sui finanziamenti ai partiti, di affittopoli, di Metro C, ma di lui si ricorda soprattutto la lotta contro le agenzie di rating, responsabili, secondo De Dominicis, di aver ordito il complotto dello spread ai danni dell' Italia, con le dimissioni di Berlusconi e l' arrivo di Monti.
Alla fine di quella famosa intervista del 2014 il magistrato diceva: «Io in politica? Scherza? Non accetterei mai». E invece ha accettato. Purtroppo per lui. A proposito: a quanto sta adesso lo sprid?