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    CALDO A CAPODANNO, CALDO TUTTO L’ANNO – LE TEMPERATURE RECORD DI QUEST’ANNO STANNO COSTRINGENDO DECINE DI IMPIANTI SCIISTICI IN TUTTA ITALIA A CHIUDERE - LE PREVISIONI METEOROLOGICHE INDICANO CHE LA NEVE DOVREBBE ARRIVARE DOPO L'EPIFANIA, MA FINO ALLA BEFANA SI REGISTRERANNO TEMPERATURE DI CIRCA 10 GRADI AL NORD E ADDIRITTURA SOPRA I 20 IN SICILIA E SARDEGNA - GLI ALBERGATORI E I RISTORATORI HANNO LANCIATO L'ALLARME PER LA RAFFICA DI DISDETTE...


     
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    Enrico Martinet per “la Stampa”

    caldo in montagna caldo in montagna

     

    «Vedere sciogliere la neve adesso ha dell'incredibile», dice Paolo Comune, guida alpina. È a Staffal, Gressoney-La-Trinité, a 1.700 metri di altitudine, ai piedi del massiccio del Monte Rosa. Aggiunge: «Mi sembra di essere all'Abetone, quando andavo da ventenne e per me era inaudito vedere piovere sulla neve». Natale con la neve che scioglie sotto la pioggia fino a 1.800 metri e Capodanno che si annuncia caldo, con temperature autunnali. Dai 2.000 in su le Alpi sono innevate, gli Appennini, come l'Abetone, sono spogli di bianco e senza sci. 

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    Situazione disastrosa. La colpa è della persistenza dell'anticiclone africano che alimenta correnti miti. Le previsioni indicano un primo dell'anno con 10 gradi al Nord, da Milano a Cortina d'Ampezzo,18 a Roma, tra i 21 e i 23 in Sicilia e Sardegna dove si parla perfino di "coda estiva". Il freddo è risucchiato in alto, tanto che lo zero termico è sui 3.000 metri. Il 2022 si chiude con la certezza definitiva di essere il più caldo di sempre.

     

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    Ad Ayas, su uno dei due versanti valdostani del Monte Rosa, si ricorda che «quando il sorbo ha tante bacche, ci sarà un gennaio di neve». Un detto che suona come speranza, il rosso delle bacche è ancora vistoso. Secondo le previsioni meteorologiche la neve dovrebbe arrivare dopo l'Epifania. Ma fino alla Befana, neppure il freddo darà volto di normalità all'inverno. Dal 6 gennaio invece, l'Italia sarà in una morsa di venti freddi, da Est e Ovest che dovrebbero portare neve. 

     

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    Proprio le temperature alte hanno impedito ai cannoni dei comprensori sciistici dell'Appennino di preparare le piste. E pensare che quest' anno al Monte Amiata, per evitare i prezzi proibitivi dell'energia necessaria per sparare neve, si voleva evitare di utilizzare i cannoni sperando nelle nevicate. Tutto chiuso, come all'Abetone o al Monte Cimone, sulle piste di Alberto Tomba e dove Lucio Dalla era presente all'inaugurazione delle seggiovie. Il freddo è tutto nel Palaghiaccio di Fanano (Modena), impianto aperto che a Santo Stefano ha avuto 800 ingressi. In decine di località gli albergatori e i ristoratori hanno lanciato l'allarme per la raffica di disdette.

     

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    La situazione disastrosa per gli impianti di sci dell'Appennino ha anche scatenato una polemica politica dopo le dichiarazioni del sindaco di Lizzano in Belvedere Sergio Polmonari: «Il cambiamento climatico? Io credo poco a questi scienziati che guardano al futuro. Quella che è in atto è una vera e propria guerra alla montagna, questa è la verità. Con tutta questa propaganda vogliono soltanto spopolarla sempre di più». Critiche dal Pd e Fratelli d'Italia chiede interventi al presidente della Regione Emila-Romagna Stefano Bonaccini.

     

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    Anche il massiccio del Gran Sasso ha una velatura di neve e le piste abruzzesi sono chiuse. Una situazione, secondo i meteorologi, che riporta a immagini di fine maggio. In tutto l'arco alpino i grandi comprensori sciistici sono aperti, con piste che s' infilano fra prati brulli al di sotto dei 1.800 metri. Il ponte di Sant' Ambrogio aveva aperto la stagione alla grande, facendo sperare in un inverno di sci, dopo anni di difficoltà. 

     

    CALDO DA RECORD CALDO DA RECORD

    L'altalena delle temperature e la pioggia ha rovinato le piste a bassa quota e costretto la chiusura degli impianti minori. Ma San Silvestro porterà le tradizionali fiaccolate dei maestri di sci (la più grande nella piemontese Sestrière) su tutte le Alpi, dalle Marittime alle Giulie. Il numero delle piste è ridotto in attesa che l'inverno ritorni secondo il non scientifico proverbio delle bacche rosse del sorbo.

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