Valeria Di Corrato e Andrea Ossino per “Il Tempo”
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«Mi ha morso il labbro fino a farmi uscire il sangue nonostante avesse l’herpes». «Quando sono rimasta incinta diceva che adesso potevamo farlo senza preservativo». «Mi ha deriso quando ho chiesto se fosse malato».
«Il totale menefreghismo» e «l’indole sfrenatamente egoistica» di Valentino, emergono con forza nella seconda ordinanza di custodia cautelare. Nelle pagine inviate in carcere al ragazzo che ha contagiato con il virus dell’hiv 31 persone, tra cui un neonato, vengono riportati anche i drammatici racconti delle vittime. Ragazze la cui vita è stata stravolta dall’uomo accusato di epidemia dolosa e lesioni aggravate.
«SEI INCINTA? ALLORA POSSIAMO FARLO SENZA»
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Valentino non ha mostrato disprezzo solo nei confronti della salute delle sue partner, ma anche verso nuove vite. Sonia (nome di fantasia, ndr) ha raccontato agli inquirenti: «Ho ripensato con schifo al fatto che lui, quando sono rimasta incinta, insisteva ancor di più per farlo senza protezione, dicendomi: "A questo punto possiamo farlo tranquillamente", riferendosi al fatto che lui potesse eiacularmi dentro senza il rischio di restare incinta. Io non ho voluto per paura e forse questo mi ha salvata».
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Un’altra ragazza ha confessato di aver avuto con l’indagato alcuni rapporti privi di protezione «addirittura finalizzati ad avere un figlio», senza informarla ovviamente di essere sieropositivo. La bestialità dei comportamenti contestati dalla procura e la volontà di contagiare le donne emerge dalla testimonianza resa da Cristina (nome di fantasia, ndr):
«Una volta aveva un taglio al labbro superiore che poteva essere da herpes e io mi sono rifiutata di baciarlo sulla bocca (...) A questo punto lui mi ha bloccato e mi ha dato un morso sulle labbra ferendomi, tanto che ho cominciato a sanguinare e lui rideva della mia reazione di rabbia». Cristina risulta affetta da hiv.
«ERA MALATO DI SESSO, UN CHIODO FISSO»
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Una delle ragazze contagiate da Valentino lo ha descritto così: «Ha avuto veramente tante donne, era un dongiovanni, praticamente il sesso per lui era un chiodo fisso, ci stava sempre a provare con tutte. Lo definirei quasi un malato di sesso, lo cercava in maniera ossessiva».
In effetti, dalle indagini è emerso che, quando si trattava di avere rapporti sessuali, l'indagato non disdegnava nemmeno gli uomini. Flaminia (nome di fantasia, ndr) ha spiegato agli inquirenti: «Mi parlava di fare sesso di scambio con altre coppie o sesso a tre con un suo amico. Una volta mi ha raccontato che in uno di questi locali aveva avuto un rapporto orale con un uomo. (...) In un modo o nell’altro con lui si finiva a parlare di sesso, era praticamente fissato con questo argomento».
«UN MAGHEGGIO ARCHITETTATO PER AVERE I SOLDI»
Nonostante Valentino sapesse dal 2006 di aver contratto il virus, continuava a trovare scuse per tranquillizzare le sue partner: «Mi diceva di non preoccuparmi perché si controllava periodicamente e donava il sangue», ha raccontato una ragazza.
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«Aveva detto di non poter usare preservativi perché era allergico al lattice», ha spiegato un’altra vittima. «A me ha anche mostrato un foglio in cui si vedeva l'esito negativo», si legge tra le testimonianze. Il mantra di Valentino era sempre lo stesso: «Io non uso il preservativo. Secondo te sento qualcosa mettendomi della plastica?».
E quando le sue vittime gli riferivano di avere l’hiv «negava tutto, diceva che non poteva dipendere da lui». «Mi ha parlato di una ragazza innamorata di lui che lo ha denunciato – si legge nei verbali - Diceva che con la complicità della madre che lavora al pronto soccorso aveva fatto qualche magheggio sui referti dell’ospedale per ottenere i soldi di risarcimento».
«NON AVEVO UNA FAMIGLIA. HO SBAGLIATO»
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«Purtroppo ero giovane, incosciente, non avevo una famiglia dietro quindi ho sbagliato». Rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, Valentino prova a giustificare le sue azioni. Ma le sue parole non sono bastate per convincere il giudice per le indagini preliminari, Francesco Patrone.
Riferendosi all’episodio in cui l’indagato avrebbe cercato di convincere una donna incinta ad avere un rapporto senza precauzioni, il gip scrive: «Appare particolarmente significativo del totale menefreghismo da parte dell’indagato l’avere addotto come scusa, per convincere la donna ad omettere le precauzioni del caso, che lo stato di gravidanza avrebbe reso sicuro il rapporto».
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E ancora il giudice sottolinea «l’indole quantomeno sfrenatamente egoistica» e «l’assoluta indifferenza da parte dello stesso indagato alle eventuali conseguenze negative che le persone con cui aveva rapporti sessuali non protetti avrebbero potuto patire». Del resto, conclude il gip: «A nessuna delle predette partner Valentino aveva confidato di essere sieropositivo, così impedendo loro di poter scegliere se affrontare complessivamente il rischio di avere con lui rapporti sessuali non protetti»