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    "PROFESSORE, MA CHE FA? MI HA TOCCATO IL SENO, GLI HO DETTO MENTRE LO SPINGEVO VIA. E LUI HA RISPOSTO: PERCHÉ NON POSSO?" – IN TRIBUNALE DUE STUDENTESSE DI MEDICINA DELLA SAPIENZA DI ROMA RACCONTANO I PRESUNTI ABUSI SUBITI DAL PROFESSORE VINCENZO ALEANDRI, PER ANNI TITOLARE DELLA CATTEDRA DI GINECOLOGIA E OSTETRICIA E ORA RINVIATO A GIUDIZIO PER VIOLENZA SESSUALE – IL RACCONTO DI UNA RAGAZZA: "UNA VOLTA AVEVO BISOGNO CHE FIRMASSE IL FOGLIO DELLE PRESENZE, PER IL TIROCINIO. LA FIRMA ERA TROPPO LUNGA E GLIEL'HO FATTO NOTARE. MI HA RISPOSTO: TI STAI RIFERENDO ALLA FIRMA O ALLA GRANDEZZA DEL MIO PISELLO?"


     
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    MOLESTA DUE STUDENTESSE IL PROF: «PERCHÉ NON POSSO?»

    Estratto dell’articolo di Erika Chilelli per “il Messaggero”

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    «Professore, ma che fa? Mi ha toccato il seno, gli ho detto mentre lo spingevo via. E lui ha risposto: Perché non posso?». Sono le parole di una delle studentesse di Vincenzo Aleandri, 68 anni, ex titolare della cattedra di Ginecologia e Ostetricia della Sapienza, accusato di violenza sessuale per aver molestato e palpeggiato, nel 2018, due alunne del corso.

     

    Il docente, ormai in pensione, è a processo insieme a una dipendente dell'università, Franca Silvestri, 55 anni, accusata di favoreggiamento perché avrebbe mentito all'autorità giudiziaria per proteggere Aleandri, sostenendo di aver assistito a dei semplici colloqui tra studente e insegnante. […]

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    La seconda ragazza, anche lei al secondo anno, durante un turno di tirocinio, il 10 ottobre del 2018, viene avvicinata dal professore in un corridoio dell'ospedale Umberto I, con la scusa di vedere insieme gli argomenti delle lezioni. «Mi ha messo una mano sulla guancia - ha riferito al giudice - ha detto che ero bella, poi mi ha palpato il seno. Ero pietrificata, ma l'ho spinto via».

     

    Nel corso dell'udienza sono emersi ulteriori dettagli sulla condotta del docente. «Una volta avevo bisogno che firmasse il foglio delle presenze, per il tirocinio - ha raccontato la stessa ragazza - La firma era troppo lunga e gliel'ho fatto notare. Mi ha risposto: Ti stai riferendo alla firma o alla grandezza del mio p..?». Entrambe le ragazze hanno dichiarato di aver avuto problemi psicologici in seguito alle molestie: una ha assunto tranquillanti; l'altra ha evitato le lezioni e seguito una terapia psicologica. […]

     

    Giulio De Santis per https://roma.corriere.it

     

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    «Al termine dell’esame mi ha portato in uno stanzino con la scusa di non aver ascoltato bene la mia domanda. Chiusa la porta, mi messo le mani sotto la maglietta. Da quel momento, per settimane, ho avuto la ribrezzo a tornare all’università. Non riuscivo nemmeno a uscire di casa. Mi ha fatto sentire una persona sbagliata, colpevole».

     

    Il suo calvario Sara (nome di fantasia), 25 anni, laureata in medicina, l’ha raccontato ai giudici con voce chiara, mai rotta dal pianto. La ragazza, secondo la Procura, è una delle due vittime del professore Vincenzo Aleandri, 69 anni, ora in pensione ma per anni titolare della cattedra di Ginecologia e Ostetricia alla Sapienza, rinviato a giudizio con l’accusa di violenza sessuale .

     

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    L’altra studentessa coinvolta, secondo l’accusa, nelle attenzioni moleste del docente è Laura (nome di fantasia), 27 anni, anche lei laureata. «Mi ha toccato il seno nel mezzo di una conversazione. Dare gli esami è stata una sofferenza – ha raccontato la giovane in Tribunale, riesumando a fatica quei momenti tra le lacrime -. Ancora adesso devo farmi aiutare da uno psicologo. Ho protestato con l’università all’epoca».

     

    L’udienza di lunedì si è chiusa con la testimonianza di Sara - assistita dall’avvocato Patrizio Leopardo - determinata nel far riaffiorare i ricordi di quanto accaduto il 24 settembre di tre anni fa.

    Vincenzo Aleandri Vincenzo Aleandri

     

     

    «Nel corso di un esame, mi viene domandato se durante l’allattamento si può prendere un contraccettivo. Dico no. La risposta è sbagliata ma chiedo spiegazioni. Il professore mi dice di seguirlo in una stanza. Perché? Mi dice di non sentire bene. Entriamo. Pongo la questione. Non faccio quasi in tempo a terminare di parlare che mi infila le mani sotto la maglietta e poi sotto il reggiseno. Davanti agli occhi mi è sceso un velo nero. Sono tornata a casa e non sono uscita per settimane. Ho creduto di essere sbagliata. Ho avuto sensi di colpa».

     

    Se Sara è stata decisa durante la sua deposizione, nonostante il dolore, Laura ha più volte interrotto la sua testimonianza travolta dalle lacrime nel raccontare quanto accaduto l’11 ottobre del 2018.

     

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    «Sto camminando per i corridoi di Ostetricia. Mi sento chiamare, riconosco la voce del professore. Mi invita a entrare in uno stanzino per parlare di qualche argomento legato alla sua materia. D’un tratto mi dice che sono bella. Poi mi sfiora i capelli e mi tocca il seno – rammenta scoppiando in lacrime, la giovane costituitasi parte civile con l’avvocato Luigi Ferrante –. Da allora vengo seguita da uno psicologo».

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