Dagonews
FRIEDKIN
Per volontà della società, i dipendenti della Roma stanno sfilando uno ad uno da un noto penalista romano. Il principio è quello del processo all’americana, di recente introdotto dal codice penale, che permette alla parte in giudizio di fare un’indagine a scopo investigativo in autonomia. La cosa che non torna è che in questo caso non c’è per ora alcun reato da indagare (i due ragazzi non hanno ancora sporto denuncia).
Quindi, da una parte la Roma si stupisce della convocazione presso la giustizia sportiva perché trattasi di "una questione che attiene meramente il giudice del lavoro" (come riportato oggi dal Messaggero), e dall'altra incarica un noto avvocato penalista di indagare. Qualcosa non torna.
Che sia il tentativo di far tacere le numerosi voci che si levano da Trigoria?
P.s. La linea scelta è comunicata dalla Roma è quella del solito gomblotto ("il gol di Turone era bono").
SEXY-GATE, LA ROMA IN PROCURA FIGC
Alessia Marani per il Messaggero - Estratti
video hot dipendente as roma licenziata - trigoria
Un complotto. Nient'altro che una manovra ordita per creare un danno alla società. L'avvocato Lorenzo Vitali, il legale che ha preparato e firmato per la Roma la lettera di licenziamento alla dipendente e al suo fidanzato dopo che un loro video hard privato era stato diffuso (senza che lo sapessero) tra i giocatori e lo staff del centro sportivo di Trigoria, ieri è stato ascoltato dalla Procura della Figc, la Federazione gioco calcio. Un colloquio con il procuratore capo Giuseppe Chiné che non è durato molto. Accompagnato a sua volta da Antonio Conte, legale del club, Vitali, infatti, si è limitato a ribadire punto dopo punto, comunicato stampa alla mano, quanto già sostenuto pubblicamente dalla società nei giorni scorsi senza aggiungere molto altro. Anzi.
DAN FRIEDKIN
INCREDULO Mostrandosi particolarmente incredulo rispetto al fatto che «di fronte a una questione che attiene meramente al giudice del lavoro» si sia mossa la giustizia sportiva.
Insomma: una sorta di ingerenza.
Non solo. Al procuratore avrebbe mosso i suoi dubbi su un'altra circostanza: perché la coppia, se davvero ha subito un'ingiustizia così grande, non ha presentato anche una denuncia penale, aspettando lo scadere degli ultimi giorni utili per farlo? Come a dire: forse è solo un escamotage per ottenere un vantaggio. Accuse, veleni e illazioni reciproche animano il sexy-gate della squadra giallorossa.
Se la Roma si dice intenzionata ad andare fino in fondo davanti al giudice del lavoro (avrebbe rifiutato anche una proposta d'accordo dietro un risarcimento proposto dalla coppia subito dopo il provvedimento, a novembre), la dipendente e il suo compagno si dicono altrettanto decisi a non cedere il passo. Respingendo con forza il teorema del complotto, come già spiegato allo stesso Chiné nell'incontro in Figc di lunedì scorso, quando hanno ripercorso la loro vicenda facendo perno su due aspetti principali: il furto del video estratto di nascosto dal telefonino della ragazza e la «lampante» violazione della privacy patita, in particolare, dalla donna che si dice vittima di un comportamento discriminatorio nei suoi confronti.
as roma trigoria
Non un complotto, dunque, ma semplicemente una richiesta di aiuto tramite un primo approccio con i sindacalisti della Filcams Cgil, presenti come anche Cisl e Uil in maniera radicata tra i lavoratori del team capitolino rispetto a quello che viene ritenuto un licenziamento «ingiusto» e quindi «nullo». La coppia, al contrario, replica di essere l'unica vittima nella vicenda e di non avere ricevuto alcun beneficio dalla bomba mediatica, anzi solo una maggiore fonte di stress psicologico.
Ma davvero la giustizia sportiva poco o nulla può rispetto all'affaire che sta scuotendo Trigoria, dalla Primavera alla prima squadra? Secondo uno dei massimi esperti in diritto sportivo, l'avvocato Mattia Grassani, non esiste una normativa specifica ma viene genericamente richiamato l'articolo 4 del codice di giustizia sportiva che riguarda i principi della lealtà e della correttezza.
friedkin
L'ESPERTO «L'episodio - sostiene - a prima vista non sembrerebbe inerente all'attività sportiva e quindi non di competenza della Figc, tuttavia il pronunciamento della Procura del Coni su un calciatore condannato in primo grado per uno stupro ai danni di una non tesserata Figc ha aperto, a mio avviso in maniera probabilmente eccessiva, le maglie dell'ordinamento sportivo anche alla sfera privata dei consociati». Secondo questa decisione «è fatto obbligo a tutti i soggetti e agli organismi sottoposti all'osservanza delle norme federali di mantenere una condotta conforme ai principi di lealtà, probità e rettitudine morale in ogni rapporto anche non agonistico».
(...)