DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Luca Monticelli per “la Stampa”
maurizio leo giorgia meloni giancarlo giorgetti
Il dialogo al posto delle sanzioni. È il mantra che il vice ministro all'Economia Maurizio Leo ripete a ogni approvazione dei decreti legislativi della riforma fiscale. «Dobbiamo dare fiducia alle imprese, puntiamo a un rapporto nuovo e collaborativo con l'amministrazione finanziaria», ribadisce Leo dopo che ieri il Consiglio dei ministri ha varato altri due provvedimenti.
In 13 mesi di governo, però, il centrodestra ha approvato più di una sanatoria al mese. Dodici erano state quelle inserite nella manovra dello scorso anno, poi è arrivata la sanatoria sugli scontrini, lo scudo sui reati tributari come l'omesso versamento, l'abbuono sul riallineamento dei magazzini e ora ecco altre due sanatorie: gli sconti - fino all'azzeramento delle sanzioni - per chi aderisce all'adeguamento collaborativo, e il pagamento per chiudere la lite fiscale. Così siamo arrivati a diciassette sanatorie.
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I CONDONI DEL GOVERNO MELONI - LA STAMPA
Il governo è intervenuto sul processo tributario, spiega Leo in conferenza stampa, perché «un obiettivo del Pnrr è smaltire il contenzioso pendente davanti alla Giustizia e in Italia il carico in Cassazione è di 42 mila controversie pendenti con 10 mila nuovi ingressi». Se si prendono in considerazione anche le liti nelle commissioni tributarie le controversie pendenti arrivano a 100 mila (circa il 50% di tutto il civile) con un valore che si attesta addirittura intorno ai 40 miliardi di euro.
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L'altro decreto approvato dal Cdm abbassa la soglia di accesso della «cooperative compliance», ovvero l'adempimento collaborativo, una sorta di tutoraggio preventivo che fa dialogare «ex ante» l'Agenzia delle entrate con le imprese di grandi dimensioni. La compliance garantirà, grazie alle nuove norme, zero sanzioni amministrative al contribuente che comunica «in modo tempestivo ed esauriente, mediante l'interpello, i rischi fiscali» in cui può incappare la sua attività.
MAURIZIO LEO COMMERCIALISTA - FOTOMONTAGGIO
Le sanzioni sono invece dimezzate «se il contribuente adotta una condotta riconducibile a un rischio fiscale non significativo», recita la bozza. Restano escluse da sconti, precisa il testo, «le violazioni fiscali caratterizzate da condotte simulatorie o fraudolente».
Si diceva delle nuove soglie per aderire alla compliance, ebbene, nel 2024 il regime di collaborazione sarà rivolto alle imprese con volume d'affari o fatturato non inferiore a 750 milioni di euro (oggi è fissato in un miliardo), per poi scendere nel 2026 a 500 milioni e dal 2028 a 100 milioni.
Il Tesoro apre le porte della compliance anche alle imprese che in mancanza del requisito dimensionale presentano istanza di interpello sui nuovi investimenti. Potranno inoltre aderire le società che fanno parte di un gruppo nel quale almeno un soggetto possiede i requisiti dimensionali, ma devono essere dotate di un sistema di rilevazione e controllo del rischio fiscale chiamato «Tax Control Framework», certificato da professionisti altamente qualificati.
L'adozione di questo sistema di controllo è pensato per individuare preventivamente ogni operazione che possa aggirare le imposte. Leo garantisce di «non voler abbassare la guardia sull'evasione» e non si sbilancia sui risultati della rottamazione quater: «I primi dati ci fanno ben sperare».
giorgia meloni e il pizzo di stato - vignetta by emiliano carli
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