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La difesa di Alberto Genovese sta valutando se risarcire la vittima del presunto stupro che l’imprenditore del web avrebbe commesso tra il 10 e l’11 ottobre 2020 nell’attico in centro a Milano noto come «Terrazza sentimento».
È quanto emerge dall’udienza preliminare in cui il 44enne è imputato per violenza sessuale e cessione di stupefacenti per l’episodio dell’ottobre 2020 e di un altro precedente ai danni di un’altra ragazza nel luglio 2020 a Villa Lolita, sull’isola di Ibiza.
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Da quanto appreso con la seconda vittima non vi sarebbe al momento alcuna interlocuzione con al centro una proposta risarcitoria. Nell’udienza odierna davanti al gup Chiara Valori si sono costituite e sono state ammesse come parte civile le due giovani parti offese e anche l’associazione nazionale D.i.Re (Donne in Rete contro la violenza).
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Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 28 gennaio quando Genovese, difeso dai legali Luigi Isolabella e Davide Ferrari, dovrà sciogliere la riserva se essere giudicato con il rito abbreviato o con quello ordinario.
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L’avvocato della 18enne
«La mia assistita non sta ancora bene, ha subito danni importanti sia fisici che psicologici, valutati da un medico molto stimato, danni sia patrimoniali che non patrimoniali», ha chiarito l’avvocato Luigi Liguori, legale della giovane che sarebbe stata violentata quando aveva da poco compiuto 18 anni.
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Fino all’udienza del 28 gennaio i difensori dell’ex «mago» delle start up digitali avranno la possibilità di proseguire le trattative con quelli della ragazza per arrivare ad un risarcimento (quantificato nell’atto di costituzione come parte civile per centinaia di migliaia di euro).
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«La difesa deve valutare se c’è la possibilità di aderire alle richieste», ha spiegato l’avvocato Liguori. Mentre la possibilità di versare una somma anche all’altra ragazza pare sfumata perché le trattative si sarebbero subito interrotte.
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L’interrogatorio di Alberto Genovese
Dopo la chiusura a luglio dell’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Mannella e dai pm Stagnaro e Filippini e condotta dalla Squadra mobile, Genovese è stato interrogato l’8 ottobre: ha sostenuto, come già in altri interrogatori, di avere agito sotto l’effetto di droga, di cui era «schiavo» e di non avere mai percepito «dissenso» da parte delle giovani che erano altrettanto «alterate».
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L’imprenditore dalla fine di luglio si trova ai domiciliari in una struttura in provincia di Varese per disintossicarsi dalla cocaina. Era finito in carcere il 6 novembre 2020.
Alberto Genovese ALLA COMUNITA' Terapeutica Crest di Cuveglio a Varese alberto genovese in comunita' 15 alberto genovese in comunita' 5 alberto genovese in comunita' 7 alberto genovese in comunita' 16 alberto genovese in comunita' 9 alberto genovese in comunita' 13 alberto genovese in comunita' 6 alberto genovese in comunita' 14 alberto genovese in comunita' 12 alberto genovese in comunita' 11 alberto genovese in comunita' 8 alberto genovese in comunita' 1 alberto genovese in comunita' 4 alberto genovese in comunita' 3 alberto genovese in comunita' 2