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    LEGA CALCIO NEL PALLONE - MICCICHÈ SBATTE LA PORTA ALLA VIGILIA DELL'ASSEMBLEA CHIAMATA A VOTARE SULLA PROPOSTA DI MEDIAPRO PER I DIRITTI TV DEL TRIENNIO 2021-2024 – I MOTIVI CHE LO HANNO SPINTO AL PASSO INDIETRO: GLI ATTACCHI DI PREZIOSI E LOTITO, LE RESPONSABILITA’ DEI VERTICI FIGC - OGGI LA PROCURA FIGC CONSEGNERÀ A GRAVINA LA RELAZIONE STILATA DOPO LA CHIUSURA DELL'ATTIVITÀ ISTRUTTORIA SULL’ASSEMBLEA CHE PORTÒ ALLE ELEZIONE DI MICCICHÈ. NESSUNA CONSEGUENZA PER MALAGÒ ALLORA COMMISSARIO DELLA LEGA DI A…


     
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    Emiliano Bernardini per il Messaggero

     

    malagò miccichè malagò miccichè

    Il calcio ha perso una grande occasione per diventare un' azienda capace di produrre profitti. Sicché, un anno e otto mesi dopo la Lega di serie A si ritrova punto e a capo: senza un presidente. «La chiusura dell' istruttoria sulla mia nomina avvenuta venti mesi fa e al suo possibile esito sono inaccettabili e mi impongono questa decisione». Recita così il lungo comunicato con cui Gaetano Micciché ufficializza le sue dimissioni da numero uno di Via Rosellini. Una decisione arrivata ieri subito dopo l' ora di pranzo che ha creato comunque un terremoto.

     

    Molti sono stati colti di sorpresa. Nonostante i tentativi per farlo recedere, il numero uno di Via Rosellini è rimasto fermo sulla sua decisione, troppa l' irritazione per quanto accaduto. Inutili le telefonate di alcuni presidenti e il colloquio con il presidente del Coni, Giovanni Malagò. Curiosa anche la tempistica: il tutto arriva alla vigilia di una assemblea (in calendario lunedì) chiamata a votare sulla proposta di Mediapro e a pochi mesi dalla stesura del nuovo bando d' asta per i diritti tv del triennio 2021-2024.

    gravina miccichè gravina miccichè

     

    Il numero uno della Figc, Gabriele Gravina che nei giorni scorsi (anche domenica a Palermo) aveva parlato con Micciché, ha immediatamente convocato un consiglio federale.

     

    All' ordine del giorno una riflessione sulla possibilità che venga nominato un commissario ad acta per modificare lo statuto al fine di redistribuire i poteri tra presidente di Lega e Ad. A ispirare la riflessione proprio le parole di Micciché che denuncia le «difficoltà derivanti da uno statuto che non consente di operare compiutamente secondo regole di normale corporate governance». Nessuna volontà d' ingerenza ma la voglia di dare continuità ad una Lega di per sé funzionante. Il commissario avrà anche il compito di consentire che ci siano le condizioni per arrivare alle elezioni secondo dei tempi che verranno dettati dal Consiglio Federale. Il commissario, per volontà dello stesso Gravina, sarà una persona di garanzia dunque né un tecnico né un politico.

     

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    Si fa il nome del professor Mario Cicala, nominato il primo ottobre scorso capo dell' Organismo di Vigilanza della Figc e membro dell' odv della Lega. Una Lega che si è subito mossa e ha convocato un' assemblea elettiva per il 2 dicembre a Milano. Senza un presidente e un vice (mai nominato) a guidare sarà l' ad Luigi De Siervo? Resta anche l' assemblea già convocata per lunedì 25 novembre in cui si parlerà di diritti tv e dell' offerta di Mediapro.

     

    Intanto oggi la Procura della Figc consegnerà al Gravina anche la relazione stilata dopo la chiusura dell' attività istruttoria. Quello che l' ufficio del procuratore Pecoraro ha sottolineato nel fascicolo è l' evidenza palese dell' irregolarità dell' assemblea.

     

    In particolar modo si dimostra la violazione dello statuto in quanto si è proceduto per votazione segreta e non scrutinio palese. In una subordinata c' è anche il fatto che il voto della Roma non sia valido. Nel verbale i poteri di voto vengono dati all' ad Gandini ma a votare è poi il dg Baldissoni. La norma dello statuto modificata dalla Lega (necessità dell' unanimità e non della maggioranza qualificata per chi ha ricoperto incarichi in istituzioni private che hanno rapporti con i club) aveva bisogno anche della ratifica della Figc. Firma che arriva però solo settimane dopo l' elezione.

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    Nessuna conseguenza per Malagò allora commissario della Lega di A. Non ci sarà nessun procedimento. D' altronde esiste anche un parere del Collegio di Garanzia a firma di Franco Frattini (contenzioso con la Federnuoto del 2014) che sentenzia come il presidente del Coni non possa essere giudicato da un organismo endofederale. Tanto più che non era nemmeno tesserato per la Figc.

     

    IL BANCHIERE IRRITATO

    Alvaro Moretti per il Messaggero

     

    Chi l' ha visto in queste ore lo descrive esattamente come lui descrive se stesso: fortemente irritato. Che è un eufemismo. Gaetano Miccichè non ha accettato di entrare nel calcio, a fare l' amministratore del condominio più imbizzarrito e meno educato d' Italia (la Lega di Serie A) per trovarsi in mezzo a vicende come queste.

     

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    E, soprattutto, il banchiere Miccichè capisce molto bene i giochi triangolari: non è lui l' obiettivo della nuova instabilità di Lega, nata dall' inchiesta su un' elezione del marzo 2018; e non è casuale che tutto ciò avvenga - venti mesi dopo i fatti di cui alla relazione della Procura federale e dopo due pareri pro veritate favorevoli all' elezione per acclamazione - a meno di una settimana dall' assemblea della Lega Calcio chiamata a valutare l' offerta di Mediapro da 1,3 miliardi per entrare in possesso dei diritti della serie A dal 2021 e la nascita di un canale tematico (c' è anche la disponibilità a trattare di Dazn e Sky). Il presidente dimissionario, ieri, ha parlato con il numero 1 del Coni, Giovanni Malagò, che presiedeva quell' assemblea da commissario uscente e che lo aveva portato a Via Rosellini: «Come andò l' elezione di Gaetano Miccichè è sotto gli occhi di tutti, certificata dalle tante persone presenti. Condivido la scelta di Miccichè: questa non è una situazione normale».

     

    LA DICHIARAZIONE Sono arrivate anche le telefonate di chi vorrebbe farlo recedere dalla decisione assunta e annunciata con un comunicato. «Desidero annunciare, con questa dichiarazione - ha scritto ieri Miccichè - le mie immediate dimissioni dalla carica di Presidente della Lega di serie A. Le indiscrezioni apparse sui giornali relative alla chiusura dell' istruttoria sulla mia nomina avvenuta 20 mesi fa e al suo possibile esito sono inaccettabili e mi impongono questa decisione. Non voglio entrare nel merito dello svolgimento dell' assemblea che mi ha eletto.

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    Io non ero presente. Leggo solo un verbale firmato per accettazione da tutti gli azionisti presenti alla riunione alla quale hanno partecipato anche professionisti autorevoli e competenti come Gerardo Mastrandrea, Ruggero Stincardini, Ezio Simonelli, Paolo Nicoletti e il notaio Giuseppe Calafiori che, ognuno nel proprio ruolo, hanno vigilato sul corretto svolgimento dell' assemblea e nulla hanno avuto da eccepire. Sono stato chiamato in Lega con dichiarazioni unanimi di voto e le ho dedicato molto tempo ed energie. Ho trovato una Lega commissariata, completamente disorganizzata e che non aveva nemmeno la parvenza di una realtà efficiente. Nessuno ha sollevato la benché minima obiezione in 20 mesi, e le delibere che abbiamo preso sono state prese tutte all' unanimità, abbiamo realizzato una serie numerosa di iniziative che andavano nella giusta direzione».

     

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    IL RUOLO FEDERALE Molte responsabilità le ha il vertice Figc: secondo molti si poteva procedere diversamente, anche in presenza delle dichiarazioni di Preziosi sull' assemblea da inficiare. Si poteva dar seguito ai pareri pro veritate espressi.

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    Ed evitare alla Lega, in una fase cruciale, di interrompere il cammino verso la normalità e la modernità intrapreso con grande impegno da Miccichè in questi mesi. Quel che più dispiace al banchiere è dover interrompere un lavoro di ricompattamento (per quanto possibile) di un gruppo di dirigenti, come sono i presidenti di serie A, che sembrano destinati all' anarchia.

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