PAROLACCIA NELLA SENTENZA DELLA CASSAZIONE
Il refuso emerso solo al Massimario, presumibilmente causato da programma dettatura vocale. Una sentenza diversa dalle altre. La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ne lavora tante, forse troppe, considerando la svista clamorosa emersa al Massimario, l'ufficio che fa un'analisi sistematica della giurisprudenza di legittimità, per diffondere informazioni all'interno e all'esterno della Corte. Una sentenza di giugno 2022, subito dopo la locuzione P.Q.M. (per questi motivi) che introduce la decisione finale della Corte, riporta la parola 'cazzo' in bella evidenza.
SENTENZA CON LA PAROLACCIA 1
Né il consigliere estensore né il presidente della sezione, che firmano la sentenza, si sono accorti del pessimo refuso, presumibilmente nato dall'utilizzo di un programma di dettatura vocale. L'errore, in questo caso, rientra nel campo della sciatteria e può essere imputato al super lavoro che grava sugli uffici a causa della mole di provvedimenti che si sono accumulati. Ma dalla Cassazione, l'ultimo organo della giurisdizione civile e penale, ci si aspetta la massima accuratezza possibile nella stesura di sentenze che sono definitive, non più impugnabili.
SENTENZA CON LA PAROLACCIA 2