1 - MORTO ROBERTO WIRTH, PROPRIETARIO DELLO STORICO HOTEL HASSLER A ROMA
Da www.leggo.it
roberto wirth foto di bacco
Morto Roberto Wirth, proprietario dello storico Hotel Hassler a Roma: aveva 72 anni. Nato a Roma nel 1950 rappresentava la quinta generazione di una famosa dinastia di albergatori svizzeri. Persona di grande fascino, era sordomuto ma riusciva a leggere il labiale in 5 lingue.
I suoi genitori Oscar Wirth e Carmen Bucher Wirth erano entrambi discendenti di due famiglie di albergatori: la famiglia Bucher della zona di Lucerna in Svizzera e la famiglia Wirth di Maulach, in Germania. Oltre all'Hotel hassler, tra le proprietà della famiglia di Roberto Wirth anche il luxury resort Borgo Bastia Creti in Umbria e l'antica residenza di lusso - risalente alla seconda parte del XVIII° secolo Parco del Principe in Toscana. Dal 2018 era proprietario anche dell'Hotel Vannucci a Città della Pieve, in Umbria.
hotel hassler roma
a l'Hassler Hotel, sopra Trinità dei Monti, era il gioiello di famiglia. Il super hotel a 5 stelle ha ospitato i più grandi della storia. ll presidente degli Usa Eisenhower trasformò una delle sue suite nel proprio studio privato prima della guerra; re Gustaf di Svezia invitò il suo chef pasticcere al proprio palazzo di Stoccolma per poter gustare il suo zabaione: naturale punto d'incontro dell'elite politica, economica e culturale italiana e straniera, l'hotel Hassler Roma ha accolto, negli anni, centinaia di personalità di spicco, dalla famiglia Kennedy al principe Ranieri di Monaco e Grace Kelly, Henry Kissinger, Reagan, Bush, Gabriel Garcia Marquez, Pablo Picasso fino a Steve Jobs, Madonna, Bill Gates e George Clooney.
2 - MORTO ROBERT WIRTH, “NEVER GIVE UP" ERA IL SUO COMANDAMENTO. L'HASSLER IL TEMPIO DELL'ALBERGATORIA MONDIALE
Corrado Ruggeri per www.leggo.it
roberto wirth 2
E’ vissuto seguendo un comandamento semplice e difficilissimo: “Never give up”, non arrenderti mai. Il suo cuore si è arreso ieri mattina, una settimana dopo il compleanno. Roberto Wirth aveva 72 anni, ma a vederlo e a conoscerlo bene comunicava l’entusiasmo e la forza di un ragazzino. E il fascino di un uomo sempre elegante e sorridente. Ha guidato il suo albergo “la mia signora”, come amava chiamarlo, con sapienza e senza mai una distrazione.
L’Hassler è il tempio dell’albergatoria mondiale, mai nessun dettaglio fuori posto, perché lui controllava sempre tutto, con maniacale attenzione: severo con i suoi e con se stesso, preoccupato di particolari che ad altri sarebbero sembrati insignificanti ma che per lui erano essenziali. Ogni mattina cambiava posto a una delle tartarughe che formano la sua enorme collezione: era il modo simpatico e scaramantico di avviare la giornata.
roberto wirth con il figlio roberto junior foto di bacco
Le tartarughe sono state le sue compagne di vita: “Vanno piano, ma arrivano sempre fino a in fondo” diceva. E allora le tartarughe di cioccolato servite con il caffè, i gemelli a forma di tartaruga, perfino un grande puff comprato in Oriente, con quella forma simpatica e il collo lungo.
E’ stato un grande, coraggioso come pochi, anche nello svelare le sue intimità in un libro che abbiamo scritto insieme, “Il silenzio è stato il mio primo compagno di giochi”. Un successo editoriale, nel quale ha raccontato se stesso, non senza sofferenza: la sua famiglia, il rapporto d’amore ma anche complesso con i genitori, l’orgoglio per i gemelli, Roberto jr e Veruscha, ai quali ora spetterà il compito di proseguire la sua opera. E poi il mondo dei sordi, ai quale era legatissimo: “Ai sordi è consentito fare tutto – diceva - tranne che sentire”. Non voleva che venissero chiamati “non udenti”, non gli piacevano le facili concessioni al politicamente corretto.
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Il mondo lo piangerà, da capi di Stato a Re, a star e donne ed uomini di cultura. Noi ci uniamo al dolore dei molti, perché Roberto resterà in tutti i nostri cuori.
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