Francia: coalizione Macron sopra Melenchon solo del +0,09%
jean luc melenchon emmanuel macron
(ANSA) - La maggioranza presidenziale uscente di Emmanuel Macron, riunita nella coalizione Ensemble!, ha ottenuto il 25,75% dei voti al primo turno delle elezioni legislative in Francia, ovvero soltanto 21.442 voti in più (+0,09%) rispetto all'alleanza di sinistra Nupes raccolta intorno a Jean-Luc Mélenchon (25,66%).
Lo mostrano i dati del ministero dell'Interno francese. L'astensione ha raggiunto un nuovo record storico, attestandosi al 52,49% (nel 2017 era stata del 51,3%).
jean luc melenchon dopo il voto per le elezioni legislative
IL TRIBUNO JEAN-LUC CREDE AL TRIONFO E SI IMMAGINA PREMIER «PENSIONI? DECIDO IO»
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
«Ci siamo, tocca a noi», mormora Jean-Luc Mélenchon prima di cominciare il discorso della vittoria. Perché il leader della sinistra radicale ne è certo, a differenza di molti più prudenti commentatori: stasera la Nupes ha vinto, e «la verità è che il partito presidenziale è battuto e sconfitto».
emmanuel macron voto per le elezioni legislative
Mélenchon sale sul palco con la cravatta storta e il volto provato, ammette la «grande emozione» dovuta ai risultati, dice che le proiezioni sui seggi (che in realtà gli negano chiaramente la maggioranza al secondo turno di domenica prossima) «non contano nulla» perché in termini assoluti la Nuova unione popolare ecologista e sociale è, almeno poco dopo le 20, in testa davanti alla coalizione Ensemble! del presidente Macron.
jean luc melenchon nupes
Mélenchon ci crede più che mai: può diventare premier, e quindi lancia l'appello a tutti i francesi a «dilagare» domenica prossima, ad «aprire la porta a un futuro di armonia tra gli esseri umani e la natura», convinto che «tutti i cittadini sapranno decidere da soli e usare con intelligenza il loro voto».
Messaggio rivolto agli elettori del Rassemblement National di Marine Le Pen, che secondo lui potrebbero essere tentati di dare uno schiaffo a Macron votando per la Nupes, la formazione antisistema meglio piazzata.
jean luc melenchon voto per le elezioni legislative
Macron presidente e Mélenchon premier formerebbero una coppia ben più strana di quelle che la Francia ha conosciuto in passato (Mitterrand-Chirac, Mitterrand-Balladur e Chirac-Jospin), perché Mélenchon è un candidato di rottura, che nel suo libro-manifesto La scelta della ribellione predica con la solita foga di non sottomettersi a tutto quel che Macron rappresenta per lui: l'ingiustizia sociale, la tutela dei privilegi, il potere del denaro e della finanza, il dominio delle élite e la spietatezza del capitalismo.
jean luc melenchon dopo il voto per le legislative
Eppure Mélenchon si dice convinto di potere coabitare con Macron «perché la Costituzione stabilisce che il programma politico spetta al governo e alla sua maggioranza. Quindi, per esempio, sulle pensioni decideremo noi». E allora, età della pensione accorciata a 60 anni, e non allungata a 65 come vuole il presidente (oggi è a 62). In una campagna elettorale in cui Macron ha dato l'impressione di volere anestetizzare il voto, sperando in una specie di pigra ratifica del successo presidenziale, Mélenchon si è inventato un'autocandidatura a premier magari un po' velleitaria ma che ha lasciato il segno, sottraendo alla svogliata Marine Le Pen il ruolo di guida dell'opposizione.
elisabeth borne
Mélenchon è l'uomo di lotta e di governo, l'aspirante premier che promette un salario minimo di 1.500 euro, l'abbandono progressivo del nucleare nel Paese che vi si affida di più, il blocco dei prezzi per combattere l'inflazione, e che a qualche giorno dal voto protestava: «La polizia uccide».
Diluvio di critiche ma lui ha insistito: «Non ce l'ho con gli agenti ma con chi dà loro gli ordini, quattro morti in quattro mesi per non essersi fermati all'alt, in Francia si sparano lacrimogeni sui tifosi bloccati allo Stade de France, e pure sui pendolari che si accalcano per prendere l'autobus alla Gare de l'Est (è successo davvero, ndr )».
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L'iracondo 70enne amato dai giovani propone misure economiche che secondo i detrattori farebbero della Francia un Venezuela senza petrolio, e promette una «disobbedienza» delle regole europee che assomiglia a una Frexit mascherata. Ma lui ricorda che da anni i governi francesi disobbediscono a Maastricht, «io sono onesto e lo dico prima». Già amico della Russia di Putin, oggi rapidamente pro-Ucraina, Mélenchon è una specie di perfetto opposto di Macron. E spera ancora di sfidare l'Eliseo da Matignon, sede del primo ministro.
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