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    “HO COMPRATO I CENTRALINI PER BARARE E VINCERE I REALITY” - LELE MORA SI CONFESSA CON TERESA CIABATTI: “NEL MIO ‘LELE CLUB’, IL PRIMO LOCALE GAY D’ITALIA, VENIVANO MONSIGNORI E POLITICI. LA SERA TORNAVO A CASA COI SACCONI NERI DELLA SPAZZATURA PIENI DI SOLDI - HO PASSATO 407 GIORNI IN CARCERE, MI È APPARSO PADRE PIO E MI HA DETTO…”


     
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    Teresa Ciabatti per www.corriere.it

     

    LELE MORA LELE MORA

    «Se devo pensare alla mia giovinezza, dico Porto Cervo». Estate 2005, dal cielo piovono colombe, Dario Gabriele Mora detto Lele ha cinquantun anni. Esattamente questa è la sua giovinezza. Non l’infanzia a Bagnolo di Po (Rovigo), nella casa colonica con mamma e papà, i bambini infilati nei tini a schiacciare l’uva, e Lele impaurito di rimanere imprigionato, cosa che sogna di notte, a quattro, cinque anni, lui piccolo, sempre più piccolo - nel sogno rimpicciolisce - a sprofondare nell’uva, annaspare, senonché a otto anni è abbastanza grande per uscire dal tino, e salvarsi da solo.

    lele mora lele mora

     

    L’intuizione di Peppa Pig e il primo locale gay d’Italia

    Lele Mora è proprietario di negozi di giocattoli (a domanda «quanti ne hai?», risposta «non ricordo»), investimento concretizzato a seguito del viaggio in Inghilterra, quando scopre un maialino rosa di cui intuisce il potenziale, segnalandolo a Giochi Preziosi. È Lele Mora a portare in Italia Peppa Pig. Ma torniamo alla gioventù, al tempo per arrivarci («hai presente quel film con Brad Pitt o Johnny Depp, lui che nasce vecchio e diventa giovane dopo»).

     

    corona lele mora corona lele mora

    Non è giovinezza Verona, 1975, l’epoca del Lele Club, primo locale gay d’Italia (malgrado a controllare la storia esisteva già il Tabasco di Firenze, noi però seguiamo Lele, crediamo a lui, perché questo non è il racconto di ciò che è stato davvero, ma di ciò che Lele ricorda). Dunque Lele Club, aperto dalle 18 a mezzanotte, orario di rientro in caserma dei militari. «Venivano monsignori, politici», ricorda Lele. «La sera tornavo a casa coi sacconi neri della spazzatura pieni di soldi».

     

    Il carcere e Padre Pio

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    «In carcere mi appare Padre Pio». Lele racconta di essersi addormentato mentre vedeva uno speciale di Massimo Giletti proprio su Padre Pio. Notte, d’improvviso una luce accecante, e si materializza il frate. «Ce la farai» dice con voce roca, esattamente la sua. Padre Pio lo incoraggia a resistere, prevedendo l’imminente scarcerazione. Parla di prove terrene, solo prove terrene per meritarsi il Paradiso. E all’idea di Paradiso Lele si commuove, come si commuove passando di fronte alla casa in Sardegna, dove è tornato di recente con Enrico Lucci al quale dice: «No, non fermarti (...). C’ho messo una vita per farmela, e me l’hanno portata via».

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