Dal profilo Facebook di Gad Lerner
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I miei auguri per gli 80 anni di Adriano Sofri sono finiti sulla prima pagina di “Libero”, “Il Giornale” e “La Verità”. Hanno trovato insopportabile che glieli abbia fatti in pubblico e che definissi la sua come una vita vissuta dalla parte giusta. Ai sentimenti di ostilità coltivati con spirito di rivincita -come se Sofri fosse stato un vincitore- non sono in grado di opporre altro che la mia pazienza. Ma una spiegazione di quel pensiero voglio aggiungerla.
GAD LERNER LA7
Non solo nutro la profonda convinzione che Adriano Sofri non sia un assassino. E che sia stato esemplare il suo comportamento nei diversi gradi del processo Calabresi e nello scontare gli anni di detenzione a cui è stato condannato. Guardo all’insieme delle sue scelte, prima dalla parte degli oppressi e degli sfruttati in Italia; poi con l’impegno prolungato in Bosnia, in Kurdistan e in Ucraina. E ne traggo il bilancio di una vita vissuta dalla parte giusta. Il che naturalmente non vuol dire una vita priva di errori, ma di certo non meritevole del marchio d’infamia con cui lo vedo trattare ancora oggi solo perché rifiuta di starsene zitto.
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