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    LA NUOVA VITA DI ENRICHETTO - LETTA DEBUTTA COME PRESIDE DELLA “PARIS SCHOOL OF INTERNATIONAL AFFAIRS” - L’EX PREMIER SI RICICLA IN FRANCIA MA IL SOGNO È QUELLO DI TORNARE IN ITALIA DA TRIONFATORE (MAGARI ALLA PROSSIMA TORNATA PER IL COLLE)


     
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    Stefano Montefiori per “Corriere della Sera”

     

    ENRICO LETTA AL MEETING DI RIMINI ENRICO LETTA AL MEETING DI RIMINI

    Il direttore di Sciences Po Frédérique Mion presenta, in inglese, Enrico Letta e parla del suo «ruolo centrale nella politica europea degli ultimi vent' anni». Nel grande auditorium della «fabbrica delle élites» francese si inaugura il nuovo anno accademico e centinaia di ragazzi applaudono Letta come nuovo preside della Psia, la Paris School of International Affairs.

     

    «Sul palco ero davvero emozionato, è un nuovo inizio», dirà poi Letta alla fine della cerimonia. Per dirigere la Psia, una delle sezioni più prestigiose di Sciences Po, l' ex presidente del Consiglio italiano si è dimesso da deputato e si è trasferito a Parigi con la famiglia.

     

    ENRICO LETTA LASCIA IL PARLAMENTO ENRICO LETTA LASCIA IL PARLAMENTO

    Nata nel 2010 per volontà del grande direttore scomparso tre anni fa Richard Descoings, guidata finora dal politologo ed ex ministro libanese Ghassan Salamé, la Psia si vanta di essere «la più grande scuola di affari internazionali del mondo»: corsi biennali, 1.500 studenti, il 70 per cento dei quali non francesi, e circa 350 insegnanti scelti tra accademici e uomini politici. Letta terrà in particolare un corso intitolato «L' Unione europea di fronte alle nuove sfide mondiali».

     

    «Nessuno di noi sarà uguale a se stesso dopo questi due anni», ha esordito Letta nel suo discorso inaugurale. «Vale per gli studenti, vale per me e per tutti i professori. Cambieremo. E questo cambiamento sarà cruciale per le vite di ognuno di noi». Il nuovo preside della Psia ha evocato il momento decisivo che attraversano il mondo e l' Unione europea.

     

    ENRICO LETTA IN VESPA CON OSCAR GIANNINO CHE SPINGE ENRICO LETTA IN VESPA CON OSCAR GIANNINO CHE SPINGE

    «In questi prossimi due anni avremo un nuovo segretario generale dell' Onu e un nuovo presidente Usa. Avremo un' Europa diversa che avrà preso una strada oppure un' altra nel bivio in cui si trova, in particolare sui due temi cruciali dell' euro e dei flussi migratori. Un' Europa che deve fare passi avanti verso l' integrazione altrimenti è destinata al declino. Un' Europa che vivrà elezioni decisive nei suoi due principali paesi, Francia e Germania».

     

    Poi Letta ha parlato dell' atteggiamento richiesto da questo futuro di svolte. Sottolineando che il mondo accademico non è una realtà di osservatori, staccati dalla realtà e dalla politica. Vale per i ragazzi, chiamati a essere leader , non follower , e vale per lo stesso preside Letta: «Vivremo insieme questi cambiamenti. Ma li guarderemo non come si legge un giornale, o si guarda un sito o un documentario. Non saremo e non sarete gli spettatori di un film. Siete qui non per imparare a commentare senza impegno le realizzazioni degli altri. No, decisamente, se avete scelto Psia e Sciences Po non è per mimetizzarvi, nascondervi, non è per scegliere la vita facile, non è per limitarvi al ruolo di follower».

    ENRICO LETTA IN AUTO ENRICO LETTA IN AUTO

     

    Letta, che poche ore prima aveva partecipato a un convegno del Medef (la confindustria francese) sui giovani e la società, ha continuato evocando la sua «esperienza personale»: «I cambiamenti del mondo dipendono dalle persone, e non solo quelle che hanno responsabilità formale di governo a livello nazionale o internazionale. Parlo delle persone che in varie posizioni sono in grado di influire sulle scelte.

    ENRICO LETTA DOHA EMIRO ENRICO LETTA DOHA EMIRO

     

    Le persone contano. Le persone sono il centro. Ho accettato con slancio la proposta del direttore di Sciences Po Frédéric Mion, nonostante, o forse proprio perché, questa proposta mi ha portato ad un cambio di prospettiva di vita». Lontano da Roma, ma puntando a essere protagonista, non semplice spettatore, dei cambiamenti a venire.

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